Arrampicata

In Bulgaria l’arrampicata sportiva parla (anche) italiano grazie ai Ragni di Lecco

È bastata una settimana ai Ragni di Lecco per lasciare la propria firma sulle montagne bulgare. Nessuna impresa alpinistica, questa volta, ma un progetto che ha visto coinvolti i Ragni Simone Pedeferri, Maurizio Tasca, Giovanni Ongaro, Paolo Marazzi e Serafino Ripamonti nella chiodatura di 40 nuovi itinerari per l’arrampicata sportiva. Meta di questa piccola spedizione una falesia del comprensorio di Lakatnik.

La realizzazione di questa opera è parte del progetto di cooperazione internazionale denominato “Italian routes – Montagne senza confini” ed è stato sviluppato dal Gruppo Ragni con il supporto dell’Istituito Italiano di Cultura di Sofia, in collaborazione con la comunità dei climber locali, rappresentati dallo scalatore e base jumper di fama internazionale Ivo Ninov e da Nikolay Petkov, uno dei più attivi chiodatori bulgari. “Quanto realizzato nelle scorse settimane in Bulgaria prende spunto dal progetto ‘La pietra del Sud’, con cui il nostro gruppo supporta, attraverso il proprio knowhow e le proprie risorse, lo sviluppo dell’arrampicata e la creazione di nuove falesie nelle regioni del centro e sud Italia” spiega Simone Pedeferri, coordinatore dell’iniziativa. “A partire da questa esperienza, attraverso la mediazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione allo Sviluppo italiano, che ne ha riconosciuto e apprezzato il valore sociale e culturale, è nata l’idea di ampliare il progetto ad un ambito internazionale”.

Le falesie di Lakatnik

L’area di arrampicata di Lakatnik, raggiungibile in poco più di un’ora di treno o auto dalla capitale Sofia, è una delle mete più conosciute della Bulgaria. In zona sono state chiodate, a partire dagli anni trenta del Novecento, centinaia di vie e decine di falesie. Il territorio, inoltre, si presta per la pratica del trekking, degli sport fluviali e di altre attività outdoor. Il progetto ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del turismo locale legato alle attività all’aria aperta e di avviare e rafforzare i rapporti di amicizia fra gli alpinisti bulgari e quelli italiani, nonché di diffondere all’estero la conoscenza della cultura del nostro Paese, della quale la grande tradizione alpinistica italiana rappresenta sicuramente un elemento rilevante e rappresentativo.

Il nuovo settore di arrampicata nato fra le pareti di Lakatnik si sviluppa sulla lunga fascia rocciosa della località conosciuta come Vodenitsata, ovvero “Il Mulino”, che offre ora un range di itinerari perfettamente attrezzati e in grado di soddisfare le esigenze degli scalatori meno esperti come dei più performanti. Il ventaglio dei gradi di difficoltà presenta diverse vie per ogni livello, dal 6a all’8b. Sui tiri più facili la scalata si svolge su splendidi muri grigi e verticali, lavorati a gocce e buchi; le vie più difficili seguono invece linee strapiombanti dove si scala su roccia rossa a tacche. “Per me e gli altri quattro Ragni impegnati nel progetto di chiodatura questa è stata sicuramente una grande esperienza” afferma Pedeferri. “Abbiamo avuto modo di conoscere l’ambiente della scalata bulgara e confrontarci con il loro modo di concepire e realizzare vie di arrampicata sportiva. Ci sono sicuramente modalità operative e visioni differenti, ma la passione che ci anima è la stessa e questo ci ha consentito di lavorare in modo eccellente, come una grande squadra”.

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