AlpinismoAlta quota

Livingstone e Glenn sul Pilastro NE del Tengkangpoche

La via è stata una delle cose più complicate che ho salito. Arrampicata su misto duro, artificiale difficile e una lunga cresta di neve in cima ci hanno davvero messo alla prova. Spesso desideravamo un terreno più facile, ma invece abbiamo trovato ulteriori passaggi chiave. Il percorso è stata un’esperienza profondamente impegnativa, mentalmente e fisicamente. Siamo entrambi molto soddisfatti”. Queste le parole di Tom Livingstone e Matt Glenn, che sono riusciti a salire il pilastro Nord-Est del Tengkangpoche, in Nepal.

Sette giorni in parete per aprire una via lunga circa 1400 metri che porta alla vetta di 6487 metri.

Questa era la prima volta che dovevo seriamente arrampicare in artificiale… Il nostro primo tentativo, poche settimane prima, si è concluso quando sono caduto su un tiro artificiale e mi sono tagliato il dito mignolo. Purtroppo, la mia etica del ‘mai usare la jumar su una via’ è stata rovinato dal Tengkangpoche, ma era il modo più veloce per il secondo di seguire i tiri ripidi” scrive ancora Livingstone.

Come raccontano i due alpinisti, il pilastro da loro salito è stato tentato solo un paio di volte negli ultimi 20 anni. L’ultimo tentativo è stato di Quentin Linfield Roberts e Juho Knuuttila. I due nel primo tentativo erano arrivati molto vicini. La linea seguita da Livingstone e Glenn segue la beta dei due alpinisti, ma evita il loro punto più alto della “placca vuota senza uscita” risalendo invece sulle fessure a destra della parete estremamente ripida.

La vetta è stata raggiunta il 30 ottobre alle ore 12.15. La discesa è avvenuta dalla cresta est per poi tornare nella Thame Valley. La via è stata chiamata Massive Attack, “è stata un po’ una battaglia” scrive Livingstone.

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