
A poco meno di un mese dalla cerimonia di premiazione, in programma a Briançon dal 26 al 29 novembre 2021, la Giuria dei Piolets d’Or 2021 ha decretato a chi assegnare il tredicesimo Piolet d’Or alla Carriera. And the winner is…l’alpinista giapponese Yasushi Yamanoi. Riportiamo di seguito il comunicato ufficiale contenente le motivazioni alla base di tale prestigioso riconoscimento.
Yasushi Yamanoi, un Samurai contemporaneo
Osservato dalla nostra ottica europea, l’alpinismo giapponese può sembrare talvolta nebuloso. Da un lato il Giappone ha una storia davvero prolifica in termini di esplorazione e prime ascese, in particolare in Himalaya e Karakorum. Dall’altro noi associamo tale storia quasi totalmente a spedizioni di ampia portata, in modalità assalto alle vette. Negli ultimi due decenni abbiamo assistito all’emergere di salite audaci in stile alpino messe a segno da giovani alpinisti giapponesi, ad esempio i membri del team “Giri Giri Boys”, Kazuya Hiraide e la prima donna ad aver ricevuto un Piolet per aver aperto una nuova via, Kei Taniguchi. Le loro imprese hanno ricevuto considerevole apprezzamento e un paio di esse sono anche state premiate con i Piolets.
Ad ogni modo, c’è un loro conterraneo il cui nome era già noto a livello mondiale per le sue impressionanti salite in stile alpino prima del nuovo millennio. Il suo nome – Yasushi Yamanoi – forse meno noto nell’emisfero occidentale ma estremamente riverito nel suo Paese, ha iniziato ad apparire sui magazine internazionali di alpinismo nella seconda metà degli anni Ottanta. Il viaggio di questo “vero uomo d’onore, una sorta di Samurai contemporaneo”, come il suo amico, compagno di cordata e Piolet alla carriera, Voytek Kurtyka, ama definirlo, è un viaggio di grande avventura, successi e stile, tra le maggiori mete dell’alpinismo del mondo.
Vita e imprese di Yasushi Yamanoi
Yasushi Yamanoi nasce nel 1965 e inizia ad arrampicare, per conto proprio, ispirato da un film francese: Mort d’un Guide. A partire dai 14 anni inizia a salire vie brevi e una volta al liceo arriva a salire in free solo diversi multi-pitch, portando altri attivisti a descriverlo come “l’uomo più vicino al paradiso”. Dopo aver lasciato gli studi, Yamanoi si concentra sul migliorare le sue abilità su roccia, cercando di diventare estremamente bravo nell’arrampicata in fessura e nell’hard aid. Dove altro andare a metà anni Ottanta se non in America!
Qui spende da 3 a 5 mesi negli USA, ogni anno dal 1984 al 1987 (lavorando saltuariamente in un ristorante di Los Angeles) e riesce a salire Cosmic Debris (5.13a), e la famigerata Sphynx Crack (5.13b) nella South Platte area, in Colorado. In quel periodo arriva a salire in free solo vie fino al 5.11a. Nel 1987 si sposta sulle Alpi per realizzare la prima salita in solitaria della Direttissima francese sul Petit Dru. A seguire, una nuova via e una grande avventura, di nuovo da solo, sulla parete Ovest (1400 m) e cresta nord del Mount Thor sull’isola di Baffin. Poi nel luglio 1990 arriva a lasciare traccia nella storia dell’alpinismo diventando la prima persona a salire in solitaria il Fitz Roy in inverno.
Accede al mondo dell’alpinismo d’alta quota nel 1991, quando come componente di una spedizione giapponese convenzionale tocca la vetta del Broad Peak. Nonostante l’esperienza lo porti a concludere di non voler mai più tentare salite simili con uno stile così pesante, la spedizione porta alcuni vantaggi: tra coloro che arrivano in vetta vi è infatti Taeko Nagao, una delle donne giapponesi leader nel campo dell’alpinismo. Diventeranno partner inseparabili, sposandosi nel 1996.
L’anno successivo Yamanoi sale l’Ama Dablam nel corso dell’inverno nepalese lungo una nuova via lungo la parete ovest e cresta sud ovest. Nella stagione post monsonica del 1994, sul Cho Oyu, Yamanoi si unisce a un club estremamente elitario, i cui pochi membri hanno salito ciascuno in solitaria una via indipendente su un Ottomila. Mentre Taeko, con un’altra alpinista, Yuka Endo, ripete la via Kurtyka-Lorétan-Troillet sulla parete sud ovest, Yamanoi apre una nuova via a sinistra, lunga 2200 m. Arrivando in cima prima del team femminile, Yamanoi deve optare per la discesa dalla via normale, che all’epoca non era tracciata. Dichiarerà che si sia trattato della sua discesa più delicata, nonostante come esperienza di arrampicata più tecnica della sua carriera citi la sua salita in solitaria della parete est del Kusum Kanguru nel 1998.