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Il Monte della Strega, un angolo mistico nel cuore dell’Appennino

In Italia, come nel resto del mondo, sono innumerevoli le montagne legate a misteri e leggende, talvolta racchiuse nel loro nome stesso. Nel cuore d’Appennino si innalza una vetta perfetta per un trekking a tema “Halloween”: il Monte Strega o Monte della Strega (vetta principale: 1284 m).

Si tratta di una montagna di poco meno di 1300 metri di altezza, parte dell’Appennino umbro-marchigiano, situata nel comune di Sassoferrato (AN), in prossimità della frazione Montelago, al confine fra la provincia di Perugia e quelle di Ancona e Pesaro e Urbino. Anche Montelago presenta un toponimo interessante, che rimanda a un lago, scomparso a fine Ottocento, originatosi a seguito di una frana 8000 anni fa.

Molto meno frequentato rispetto a cime ben più note della zona, come il Monte Cucco o il Monte Catria, il Monte della Strega rappresenta una meta perfetta per gli amanti di leggende e esoterismo. E per gli amanti di panorami appenninici mozzafiato. Salendo in cresta è infatti possibile spaziare con lo sguardo dall’Appennino pesarese ai monti Sibillini, fino al Gran Sasso. Nelle giornate più limpide si possono arrivare a vedere il mar Adriatico e San Marino.

La strega del Monte Strega

Come è intuibile, il nome della montagna rimanda alla presenza in tempi antichi di una strega. Di quanto tempo fa stiamo parlando? E chi era costei? Come spesso avviene con le tradizioni tramandate oralmente, la prima risposta che potremmo fornirvi è “non è chiaro”.

Come spiega la Pro Loco di Sassoferrato, “l’ipotesi più probabile dell’origine del suo nome risale ad oltre 2000 anni fa dopo la famosa Battaglia delle Nazioni avvenuta nel territorio di Sentinum nel 295 a.C.che vide la vittoria dei Romani sulla Lega italica (Sanniti, Etruschi, Umbri e Celti – Galli Senoni) e quindi la conquista dell’Italia centrale arrivando all’Adriatico. Alcuni gruppi di Galli Senoni superstiti dopo la battaglia ripararono o meglio si rifugiarono nella montagna vicina che sovrastava il campo di battaglia. Tali Galli – della grande famiglia dei Celti – avevano l’abitudine di portare con loro famiglie e soprattutto sacerdoti (druidi) negli spostamenti e pure nelle battaglie. Questi sacerdoti del culto svolgevano anche mansioni di giudici, consiglieri, profeti e indovini e non solo maschi ma anche sacerdotesse. Stanziatisi nel territorio montano si integrarono pian piano nella popolazione locale ivi esistente sfuggendo così negli anni successivi alla romanizzazione del territorio e conservarono verosimilmente per molti anni anche alcune loro tradizioni. L’esistenza di una sacerdotessa, come profeta e indovina portò facilmente alla conclusione da parte del popolo della zona che in detta montagna esisteva “una strega”. Da qui Monte della Strega, e quindi nome derivante dalla tradizione celtica.”

Una spiegazione che forse deluderà quanti avessero già immaginato fattucchiere di epoca medievale, nascoste tra le selve della montagna. La strega del Monte Strega era dunque una sacerdotessa, proprio come la Sibilla dei Sibillini. Il passaggio da “sacerdotessa” a “strega” deriva dal fatto che i riti pagani conservati dai druidi fino all’era cristiana, furono poi dai monaci condannati come atti di stregoneria.

Curiosità: c’è anche chi afferma che il profilo della vetta, se guardata da Est o da Nord, alle prime ombre del crepuscolo ricordi le vesti di una strega.

Itinerario di salita da Leccia

  • Partenza: Leccia, frazione di sant’Abbondio (PU)
  • Arrivo: croce di vetta sul Monte Strega (1276 m)
  • Lunghezza: circa 15 km a/r
  • Dislivello: 800 m
  • Durata: circa 6 ore
  • Difficoltà: E

Sono molteplici gli itinerari che conducono al Monte della Strega. Un percorso molto suggestivo adatto a tutti, parte e ritorna a Leccia (frazione di Serra S. Abbondio, PU). Percorrendo la via “Bocche del Lago” si raggiunge la parte alta dell’abitato e si imbocca il sentiero CAI 137, che ha inizio come strada sterrata. Importante è fare attenzione lungo il percorso a non perdere di vista i segnali CAI del sentiero 137, in alcuni tratti assenti o privi di numerazione visibile. Seguendo il sentiero si arriva a un bivio (quota ca. 950 m). Il 137 prosegue a destra e raggiunge, attraversando un pendio erboso, il Monte Cilio. Lasciandosi il Cilio sulla destra, si procede verso sinistra in cresta, verso la sagoma caratteristica del monte Strega. Il sentiero risale poi il versante meridionale del Monte Strega, con pendenza costante, fino a raggiungere la croce di vetta, in realtà posta sull’anticima (1276 m). Da qui si procede in discesa secondo il medesimo itinerario di salita.

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