Gente di montagna

Toni Egger

“Il Torre è veramente un monte fantastico, una enorme torre di granito le cui pareti sembrano tagliate da una lama. La parte superiore è coperta di ghiaccio: è una torre con pareti a picco che sale dai ghiacciai a quota 1000, si eleva fino alla vetta di 3128 metri e sfreccia nel cielo della Patagonia.”

Toni Egger

Soprannominato “Donnola” per il suo stile alpinistico è tra i maggiori scalatori del secondo dopoguerra. La sua vita termina in giovane età, a soli 32 anni, sul Cerro Torre. Toni Egger, italiano di madrelingua tedesco, è lo sfortunato coprotagonista della discussa salita al Cerro Torre di Cesare Maestri del febbraio 1959.

La vita

Toni Egger nasce il 12 settembre del 1926 a Bolzano, dove rimane fino ai 13 anni. Nel 1939, insieme alla famiglia, si trasferisce in Austria a Debant, nei pressi di Lienz. Un trasferimento dettato dalle opportunità concesse alle minoranze linguistiche con gli accordi italo-tedesci, le cosiddette Option in Südtirol. L’Austria per Egger significa scoperta della montagna. Qui infatti muove i suoi primi passi, scopre i sentieri e il piacere delle ascensioni in quota, sulle Dolomiti di Lienz. A 15 raggiunge in solitaria l’Alpenrautenkamin, primo passo di quella che sarebbe stata la sua, seppur breve, vita.

Superato il duro periodo della guerra Toni Egger trova impiego come boscaiolo e geometra. Nel 1951 partecipa poi alle selezioni per diventare guida alpina, che supera con risultati eccellenti, e nella stagione autunnale prende l’abilitazione.

Nel 1957, dopo la buona riuscita della prima salita dello Jirishanca, Toni Egger prende la direzione della Scuola d’Alta montagna del Tirolo.

Egger scompare il 2 febbraio 1959, travolto da una valanga sul Cerro Torre. Il suo corpo viene ritrovato solo nel 1974, il giorno di Natale, da una spedizione anglo-americana impegnata nella traversata del ghiacciaio del Torre in direzione del Cerro Stanhardt. Con il corpo vengono trovati picozza, martello, coltellino e corda. Nell’estate del 1975 lo svizzero Hans Peter Trachsel da sepoltura a Egger ai piedi della parete ovest del Fitz Roy.

L’alpinismo

Come per tutti i ragazzi nati alle porte degli anni più bui che l’umanità ricordi, la vera passione sboccia solo dopo il conflitto. Nel 1950 raggiunge, privo di passaporto e seguendo i percorsi dei contrabbandieri, le Dolomiti di Sesto. Ne rimane così affascinato e incantato da volerci tornare. Pochi mesi dopo eccolo infatti alle prese con la salita della parete nord della Cima Grande di Lavaredo. Con lui il compagno Franz Reinzer. Poco dopo, con Heini Heinricher, scala in invernale la parete nord del Laseerzkopf ed effettua la prima ascensione della parete nord del Roter Turm. Salite che consacrano Egger come uno dei maggiori alpinisti del tempo. La sua strada ormai è decisa.

Il 1952 è un anno particolarmente prolifico per Egger, che sulle Dolomiti di Lienz riesce a mettere a segno diverse prime ascensioni tra cui spiccano lo spigolo sud-ovest del Roter Turm e la parete nord dell’Ellerturm. Insieme a Franco Mantelli si spinge in esplorazione delle Alpi occidentali, dove sale il Cervino per la cresta Furggen.

Notevole realizzazione è quella che nel 1954 lo porta a concatenare, in sole 11 ore, le pareti nord della Cima Ovest e della Cima Grande di Lavaredo. Poco dopo affronta in solitaria il Campanile Basso e lo Spigolo Giallo alla Cima Piccola mentre sulla Cima Grande sale lo Spigolo Mazzorana per poi scendere per lo Spigolo Dibona.

Il 1955 è l’anno delle invernali. Toni Egger decide infatti di cimentarsi con la parete nord del Roter Turm e con la nord-ovest del Pizzo Badile, senza dimenticare una nuova puntata sulle Alpi occidentali per la ovest del Grand Capucin, nel massiccio del Monte Bianco. Qui inaugura anche il suo 1956 con una salita lungo la sud dell’Aiguille du Midi, ignorando che solo due giorni prima di lì è passato Gaston Rébuffat. Sempre nel 1956 affronta con successo la cresta sud dell’Aguille Noire e il Pilastro del Dru. Dote rara, per un alpinista del tempo, sapersi destreggiare così bene tra la il calcare delle Dolomiti e il granito del Monte Bianco.

Nel 1957 la sua prima spedizione extraeuropea, in Perù. Sotto l’organizzazione del Club Alpino Austriaco, e sotto la guida di Heinrich Klier, Egger riesce a mettere a segno la prima ascensione al Cervino delle Ande, lo Jirishanca (6126 m). Con lui si trova il compagno Siegfried Jungmair. Montagna estremamente difficile quanto affascinante, lo Jirishanca ancora oggi si presenta poco battuto per la sua difficoltà.

Nel 1958 Egger propone a Cesare Maestri, conosciuto su per le crode dolomitiche, di unirsi alla spedizione che il Ragno delle Dolomiti (come Maestri era soprannominato) sta organizzando. L’obiettivo è l’ancora inviolato Cerro Torre, una delle montagne più affascinanti della Patagonia. La storia di questa spedizione, avvenuta nell’estate australe 1958-1959 è nota a ogni appassionato di montagna come una delle salite più controverse che la storia dell’alpinismo ricordi. Tutto avviene nel giro di un mese, tra il 6 gennaio e il 3 febbraio del 1959. Nei primi giorni Egger, Maestri e Cesarino Fava, terzo componente della spedizione, lavorano per attrezzare un tratto della linea di salita individuata ma durante le operazioni vengono ostacolati e bloccati dal maltempo. A fine gennaio, supportati da un miglioramento meteo i tre partono per tentare la vetta. Fava li accompagna fino al colle nord del Torre, poi decide di rientrare verso la base. Egger e Maestri continuano verso la vetta. Di loro non si sa più nulla fino al 3 febbraio quando Fava ritrova Maestri in stato di semicoscienza e semisepolto dalla neve. Dopo essersi ripreso Maestri racconta subito l’accaduto. Lui ed Egger avrebbero raggiunto la vetta poi, durante la discesa, sarebbero stati travolti da una valanga. Egger avrebbe avuto la peggio nell’incidente. Con lui scompare nel nulla anche la macchina fotografica, unica prova dell’avvenuta prima ascensione.

Onorificenze

A Toni Egger è dedicata la Torre Egger, guglia posta tra il Cerro Torre e il Cerro Stanhardt.

“Siamo creature del nostro Creatore e ammiratori delle meraviglie della Natura che Egli ha creato.”

Toni Egger

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