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Climbing for Climate. Rettori sul “ghiacciaio” del Calderone, uniti nella lotta al cambiamento climatico

Dal 4 al 19 settembre 2021 è in corso di svolgimento, sul territorio nazionale, la terza edizione di CFC – Climbing For Climate. Una iniziativa promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e dal Club Alpino Italiano (CAI) per sensibilizzare l’opinione pubblica locale, nazionale e internazionale sugli effetti dei cambiamenti climatici in atto alla luce degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU, in particolare: lotta al cambiamento climatico (SDG13) e promozione della vita sulla terra/protezione della biodiversità (SDG15), ma anche promozione del turismo sostenibile (SDG8) e dell’inclusione sociale ed economica di chi vive in aree periferiche (SDG10), supporto alle comunità sostenibili (SDG11).

La prima edizione, promossa dall’Università di Brescia con il supporto della Sezione del CAI di Brescia, ha avuto luogo il 19 luglio 2019 e ha visto salire sul ghiacciaio del Monte Adamello Rettori e delegati dei Rettori, oltre alla Presidente stessa della RUS. Occasione nel corso della quale è stata sottoscritta la “Carta dell’Adamello”, una dichiarazione che impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale.

Nella seconda edizione del settembre 2020, nonostante le limitazioni imposte dell’emergenza Covid, il Climbing for Climate è diventato un evento diffuso su scala nazionale, nel corso del quale le università aderenti alla RUS hanno organizzato in collaborazione con le sezioni locali del CAI una serie di escursioni aperte a tutti. Un modus operandi che è piaciuto e che si è deciso di rinnovare anche quest’anno.

Rettori e autorità sul Gran Sasso

Accanto alle attività organizzate su scala locale dagli Atenei, su Alpi e Appennini, nella giornata del 14 settembre è stato promosso un evento nazionale, che ha visto salire Rettori, delegati e autorità rappresentative nazionali sul “ghiacciaio” del Calderone, nel massiccio del Gran Sasso.

L’evento è stato organizzato dall’Università degli Studi di Brescia, Club Alpino Italiano (CAI) Sezione di Brescia, insieme a una rete di Atenei abruzzesi (Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti Pescara), con i patrocini di Ministero della Transizione Ecologica (MITE), Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), SDSN Italia, Comitato Glaciologico Italiano, Universitas Montium (UNITA), RUniPace (Rete Università per la Pace) e lo stesso Club Alpino Italiano.

Perché proprio il Calderone?

Dato lo scopo del CFC di focalizzare l’attenzione della collettività sui cambiamenti climatici, il “ghiacciaio” del Calderone non può che considerarsi, purtroppo, meta perfetta per una escursione volta a chiarire quale sia il futuro dei ghiacciai del mondo. Un tempo era considerato il ghiacciaio più meridionale d’Europa, situato sul versante nord est del Gran Sasso. Oggi è quasi del tutto scomparso a causa dei cambiamenti climatici.

Come evidenziato di recente dal monitoraggio effettuato in loco dalla Carovana dei Ghiacciai promossa da Legambiente e Comitato Glaciologico italiano, “dall’anno 2000 è suddiviso in due glacionevati, uno superiore e  uno inferiore, ricoperti del solo detrito a fine estate. Al di sotto del detrito, il massimo spessore di ghiaccio residuo è risultato dalle misure dei ricercatori pari a circa 25 m, con una diminuzione complessiva di spessore di circa 9 m negli ultimi 25 anni. Nello stesso arco di tempo la superficie glaciale – che nel 1994 risultava ancora superiore a 6 ettari – si è ridotta di oltre il 65%, arrivando a misurare ormai poco più di due ettari.”

Università e CAI uniti contro il cambiamento climatico

“Anche questa terza edizione di Climbing for Climate vede la convinta adesione del Club alpino italiano ad una iniziativa condivisa con le sensibilità e le competenze espresse dalla RUS, che ha saputo promuovere crescenti adesioni agli eventi programmati da parte degli Atenei – le parole di Vincenzo Torti, Presidente Generale CAI – . Anche se i danni climatici in atto sono, ormai e purtroppo, noti e percepiti spesso come qualcosa di ineludibile ed irreversibile, sappiamo che molto è ancora possibile fare e questo progetto utilizza il metodo più efficace per sensibilizzare comunità e territori: quello della presenza, del camminare là dove i segni dei danni sono più marcati, del vedere con i propri occhi. La salita al ghiacciaio del Calderone al Gran Sasso diventa l’occasione per richiamare l’attenzione sia generale, sia di chi vi abita, proprio là dove più evidenti sono i riscontri di mutamenti che, non arrestati, preludono a catastrofi. CAI e RUS promotori di uno sviluppo veramente sostenibile.”

“Nel 2019 la RUS aveva aderito con convinzione alla prima edizione del Climbing for Climate ideata e promossa dall’Università degli Studi di Brescia e con entusiasmo negli anni successivi ha raccolto il testimone invitando tutti gli atenei a partecipare attivamente all’iniziativa organizzando eventi diffusi su tutto il territorio nazionale – dichiara Patrizia Lombardi, Presidente della RUS e Vice-rettrice per il campus e comunità sostenibili del Politecnico di Torino –. Quest’anno sono 13 le Regioni in cui si svolgono le escursioni e più di trenta le università che nel mese di settembre organizzano eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della crisi climatica che necessita di azioni comuni, condivisione di conoscenze e competenze. Iniziative come il Climbing for Climate contribuiscono non solo alla costruzione di una comunità consapevole, ma anche al rafforzamento delle relazioni tra atenei che vivono e hanno un impatto rilevante sui territori. Organizzata nell’anno in cui il nostro Paese ha assunto a livello internazionale rilevanti impegni come Presidenza del G20, anche ospitando gli eventi preparatori della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26), questa terza edizione del Climbing for Climate rappresenta un tassello importante nella promozione del 2021 come anno dell’ambizione climatica e contribuisce a valorizzare il rilevante impegno degli atenei italiani nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.”

“Consapevoli del ruolo che l’Università riveste nell’educazione delle giovani generazioni – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, prof. Maurizio Tira abbiamo inserito nel Piano strategico la cura e la promozione dei valori della sostenibilità. Insieme al Ghiacciaio dell’Adamello e alla conca del Baitone, mete delle prime due edizioni dell’evento «Climbing For Climate», il Ghiacciaio del Calderone rappresenta un altro simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico. L’acronimo della salita – «CFC Climbing For Climate» – vuole essere anzitutto un segno di speranza: è tratto infatti dall’accordo del protocollo di Montreal (1987) sulla riduzione dei CloroFluoroCarburi (CFC) con il quale la comunità mondiale fu in grado di impegnarsi concretamente e in maniera coordinata per contrastare il cosiddetto buco nell’ozono.”

“Il Club Alpino Italiano anche quest’anno partecipa attivamente al Climbing For Climate nel suo ruolo operativo nell’organizzazione dell’evento – dichiara il Presidente della Sezione di Brescia Angelo Maggiori – La presentazione dei Position Papers, che il Consiglio Centrale ha deliberato appena prima dell’estate, è certamente un’occasione importante per divulgare gli intenti e l’impegno per l’ambiente che da sempre il Club Alpino Italiano, tramite i suoi volontari, mette a disposizione di tutta la popolazione italiana e del nostro sodalizio ai fini della salvaguardia della natura e della montagna in senso lato.”

“Il Gran Sasso Science Institute è alla sua prima partecipazione alla manifestazione e ha collaborato con gioia all’organizzazione di questa due giorni dedicata alla fragilità dell’Europa centro meridionale di cui il Calderone è esempio significativo – dichiara il Rettore del Gran Sasso Science Institute, prof. Eugenio Coccia . Il nostro Istituto è molto attento al tema della crisi ecologica e ha fra i propri interessi scientifici la valutazionedell’impatto socio economico e ambientale dei cambiamenti climatici e il tema della sostenibilità.”

“Un ghiacciaio è una memoria, un serbatoio di dati da scandagliare ed esplorare – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, prof. Edoardo Alesse . Analizzando i suoi strati possiamo ipotizzare e comprendere come è stato il clima in periodi storici più o meno distanti e a quali cambiamenti il nostro ambiente sia andato incontro. Il Calderone, il ghiacciaio più a sud d’Europa, si sta sciogliendo rapidamente, come ogni ghiacciaio al mondo, e questa trasformazione ha un responsabile: il nostro stile di vita. Le ingenti energie e risorse spese in uno sviluppo industriale e commerciale disorganico e spesso irrazionale lasciano scarti (come la CO2 o le microplastiche) che l’ambiente non riesce ad assorbire e smaltire, con ciò determinando mutamenti tanto rapidi e profondi da segnare in maniera irreversibile l’equilibrio ambientale e l’ecosistema Terra che ci ospita. Salire sulla montagna insieme, con impegno e un po’ di fatica, ci dà modo di riflettere su cosa è essenziale, quali energie e risorse possiamo utilizzare meglio e meno. Seppure i nostri sforzi per mitigare i cambiamenti climatici non basteranno a salvare il Calderone, speriamo che servano per costruire una società più sostenibile e consapevole che ogni azione ha effetti su quanto ci circonda.”

“Sono orgoglioso – dichiara il Rettore dell’Università di Teramo, prof. Dino Mastrocola – dell’impegno attivo del mio ateneo nella Rete delle Università Sostenibili e della scelta di una meta comune, il Ghiacciaio del Calderone, luogo simbolo della bellezza e della fragilità dell’ambiente montano. Il tema dei cambiamenti climatici, dell’uso sostenibile della risorsa acqua, della sostenibilità della pratica turistica, fanno parte del Dna dell’Università di Teramo. La sostenibilità deve tradursi in azioni concrete. Ecco perché l’Università di Teramo ha attivato all’interno della propria proposta formativa un “Pacchetto sostenibilità” che comprende 5 Corsi di laurea, accomunati dall’attenzione verso un territorio, quello interno abruzzese, con delle peculiarità (forte incidenza di aree verdi, popolazione molto anziana) che rendono inevitabili politiche improntate alla sostenibilità.”

“La tutela e la valorizzazione delle bellezze del nostro splendido patrimonio naturale e paesaggistico necessitano, anche attraverso la resilienza ai cambiamenti climatici, di azioni globali e locali – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi d’Annunzio di Chieti-Pescara, prof. Sergio Caputi in cui l’università ha un ruolo centrale mediante la ricerca, le attività della RUS, terza missione e la didattica per formare nuove professionalità e sensibilità.”

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