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“La vetta degli dei”, il film ispirato al manga di Jiro Taniguchi approderà su Netflix

Nel giugno 2020 gli appassionati di montagna e fumetti hanno avuto modo di emozionarsi di fronte al primissimo trailer di “La vetta degli dei” (The Summit of the Gods), film di animazione – un mix di tradizione e 3D – ispirato al celebre manga giapponese realizzato dall’autore Jiro Taniguchi, come adattamento di un romanzo di Baku Yumemakura. L’uscita del lungometraggio diretto da Patrick Imbert era prevista per il 2021. E finalmente ci siamo!

Lo scorso luglio il film è stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes, nella sezione Cinema de la Plage, con il titolo “Le sommet des dieux”, e di recente Netflix ha dichiarato di aver acquisito i diritti internazionali per la diffusione della pellicola al di fuori di Francia, Benelux, Cina, Giappone e Corea.

“La vetta degli dei” sarà dunque disponibile sulla piattaforma Netflix dal 30 novembre 2021. Prima di allora il film verrà proiettato in alcuni cinema statunitensi il 24 novembre, e britannici il 26 novembre. Ancor prima, il 22 settembre, approderà nelle sale cinematografiche francesi.

Ammettiamo di invidiare un po’ i nostri vicini di casa transalpini per la minore attesa da affrontare, ma è tutto francese il merito della produzione. Alla sceneggiatura troviamo Magali Pouzol insieme a Imbert e Jean-Charles Ostorero. Produttori sono Jean-Charles Ostorero, Didier Brunner, Damien Brunner e Stéphan Roelants. Produttore esecutivo Thibaut Ruby.

La vetta degli dei

Per chi non lo conoscesse, “La vetta degli dei”, fonte di ispirazione per la pellicola diretta da Imbert, è un manga giapponese, primo di cinque volumi nati dalla penna di Baku Yumemakura e dalla matita di Jiro Taniguchi. Un fumetto di alto livello, tanto da vincere l’Excellence Prize al Japan Media Arts Festival del 2001 e il Best Art Award al Festival di Angouleme del 2005.

La storia raccontata è quella di Fukamachi, fotografo alpinista giapponese che ritrova, in una impolverata bottega di Kathmandu, una vecchia macchina fotografica. Una Vest Pocket Autographic Kodak Special, esattamente il modello della macchina utilizzata da George Mallory e Andrew Irvine durante l’ascesa all’Everest del 1924. Il ritrovamento potrebbe cambiare la storia dell’alpinismo e svelare a distanza di 70 anni se fu quella la prima cordata ad arrivare per la prima volta sul Tetto del mondo.

Fukamachi sa che lo sviluppo della pellicola utilizzata dallo scalatore potrebbe riscrivere completamente la storia dell’alpinismo, ma la sua ricerca viene complicata dal misterioso furto dell’apparecchio e trasformata in una vera e propria indagine poliziesca. Un’avventura vissuta in compagnia dello scalatore Habu Jôji, lupo solitario che aspira alla più alta delle vette. Tra azione, poesia e suspense, un manga che trasporta i lettori dritti nel cuore dell’Himalaya.

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2 Commenti

  1. Ho letto il manga ed oltre a essere un capolavoro artistico racconta una storia davvero molto bella sia dal lato umano che alpinistico anche se eccessivamente romanzata. Comunque sono molto curioso di vedere il film

  2. i “DEI”in dialetto veneto sono le dita..parte anatomica molto impegnata anche in montagna
    Di mani e piedi…a volte sottoposti a dure prove e lesioni.
    Poi se si ha in casa il testo Edwin Bernbaum “Le montagne sacre del mondo “trovato in bancarella a meta’prezzo quando ancora vigevano le lire..il resto e’ poca roba…un rigirare il minestrone .

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