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Sciacalli in azione tra le macerie del Rifugio Pian dei Fiacconi

Sono trascorsi oltre 9 mesi dal giorno in cui una ingente valanga, staccatasi il 14 dicembre 2020 in Marmolada, travolgeva il Rifugio Pian dei Fiacconi, causando danni così gravi da decretarne la chiusura. Mesi nel corso dei quali Guido Trevisan, alla guida della struttura per due decenni, ha deciso di iniziare una nuova avventura in Lagorai, presso il Rifugio Malga Caldenave, ed è stata avviata una raccolta fondi per una eventuale ricostruzione del Pian dei Fiacconi. Nove lunghi mesi in cui parte delle macerie è stata portata a valle. Parte è ancora lì, a quota 2626 metri, sul versante nord della Marmolada, alla mercé di chi della montagna e delle tragedie non mostra rispetto. 

“Oggi sono state notate delle persone armeggiare con i pannelli solari. Se di sciacallaggio si tratta, è di per sè un pessimo gesto – si legge in un post di denuncia pubblicato sulla pagina Facebook della Associazione Rifugi del Trentino in data 21 agosto 2021 – . Di quello che sarà il futuro del rifugio non è ora il momento nè il luogo per discorrere anche perché è materia del proprietario Guido Trevisan, ma il rispetto di quanto è emerso dalla neve anche per ovvie ragioni di sicurezza, è dovuto.”

Se solo le macerie non ci fossero più…

I commenti che hanno fatto seguito al post evidenziano opinioni contrastanti: c’è chi esprime tristezza di fronte a simili gesti irrispettosi e chi, la maggioranza, evidenzia che senza macerie tali gesti non avrebbero avuto alcun modo di verificarsi. L’accusa generale è di abbandono della struttura da parte di chi avrebbe dovuto occuparsi della rimozione dei resti.

“Ma che ci vuole a ripulire tutto? È solo una questione di soldi. Con tanti che vanno sprecati ,non si trovavano i fondi per fare pulizia?”, scrive qualcuno. “Il brutto è che non sia stato fatto niente in tutto questo tempo e la zona non sia in sicurezza sono convinto che se fosse stato proprietà di altri enti sarebbe già quasi risistemato questa è solo una mia idea ma vederlo così fa proprio rabbia”, commenta qualcun’altro.

Come riportato dal quotidiano Il Dolomiti, in realtà messa in sicurezza e allontanamento di macerie sono state realizzate nei mesi scorsi grazie al lavoro svolto dalla società Funivie Fedaia Marmolada.

In una conferenza stampa svoltasi a inizio agosto proprio a Pian dei Fiacconi, Alex Mahlknecht, della famiglia titolare della società d’impianti della Marmolada, ha dichiarato che fossero già stati portati a valle 30 metri cubi di macerie leggere. C’è da aggiungere che il lungo inverno non abbia reso possibile prima del mese scorso l’inizio dei lavori di rimozione del materiale.

La montagna merita rispetto

C’è anche chi sottolinea che non sia il caso di definire sciacalli coloro che si aggirano tra macerie, mettendo mano su resti di pannelli fotovoltaici che di fatto non possono essere recuperati e riutilizzati. Chiamiamoli anche escursionisti curiosi, scegliete il termine più idoneo, resta di fatto che in montagna si deve aver rispetto, dell’ambiente naturale ma non solo. Anche di “ambienti artificiali” come possono essere i rifugi o ciò che di essi resta. Luoghi in cui in tanti hanno vissuto una esperienza di vita, di cui per tanti resterà un malinconico ricordo.

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3 Commenti

  1. Legalmente si tratta di ‘ furto o attivita’ tradizionale di “recuperanti”?Nelle zone terremotate hanno sgomberato le macerie, ma da queste pezzi pregiati in pietra scolpita sono stati aggiudicati”a parte” non come macerie ma come inserti in nuove costruzioni private.Persino i mattoni in terra cotta di un casoalare abbandonato e crollato, possonoesseremacinatie servire nell’intonaco detto “coccio pesto “Il gratis si trasforma :Sacco da 25 Kg di cocciopesto: da 14,85 € a 35,28 € per unità. meno malei che Recuperanti de lrifugio che non vogliono essere pagati per la rimozione , je fanno un piacere!

  2. Articolo senza senso. La gente porta via le macerie di propria spontanea volontà e gratis e ci si lamenta?

    Andando avanti così fra 5 anni compariranno gli articoli nei quali ci si lamenta della gente che con la borraccia ruba l’acqua dai ruscelli.

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