Ambiente

Alaska. L’antica foresta nascosta sotto il ghiacciaio

Lo scioglimento dei ghiacci ci sta regalando gioie e dolori. Le gioie sono rappresentate dai resti di epoche antiche, che riemergono dai ghiacciai, raccontandoci storie di un passato remoto. Resti animali, come i cuccioli di mammiferi della Preistoria che riemergono dal permafrost siberiano, tracce di passaggi e di insediamenti umani, come nel caso del passo di montagna utilizzato dai vichinghi (e non solo) scoperto in Scandinavia, ma anche resti vegetali. Sorprendente è la scoperta, all’interno di una grotta di ghiaccio nell’area del ghiacciaio Mendenhall, nel Sud Est dell’Alaska, di una antica foresta.

Il Mendenhall, al pari della quasi totalità di ghiacciai d’Alaska e del mondo, sta soffrendo a causa del surriscaldamento globale. Si stima che dal 1929 sia arretrato di circa 3 km. Proprio lo scioglimento dei ghiacci ha portato all’emergere dei tronchi e ceppi di alberi rimasti protetti dal ghiaccio per oltre 2000 anni.

Ad accorgersi del numero elevato di tronchi, che qualche anno fa hanno iniziato a tornare alla luce, sono stati alcuni ricercatori della University of Alaska Southeast di Juneau. Molti degli esemplari mostrano le radici ancora ben fissate nel terreno e sono dunque in posizione eretta, “di accrescimento”, come dicono gli scienziati. Alcuni tronchi conservano parti della corteccia. Come è possibile che si siano preservati così bene? Cosa è successo sul ghiacciaio Mendenhall?

La risposta arriva dal ghiacciaio Taku

Il ghiacciaio Taku è l’unico dei 32 ghiacciai della regione del Juneau Icefield che non sta arretrando, anzi pare si stia espandendo. La ragione risiede nel fatto che la sua zona di accumulo si trova a una quota superiore ai ghiacciai vicini, dunque annualmente continua a ricevere una buona dose di neve che lo mantiene “dinamico”. Da un lato accumula nuova neve, dall’altra perde parte della sua massa nelle stagioni calde sotto forma di acqua di scioglimento. Quando i due elementi iniziano ad essere sbilanciati, e un ghiacciaio accumula meno di quanto perda, ecco che iniziano i problemi.

Il Taku sta avanzando verso valle e in questo lento movimento finisce per triturare la roccia che incontra lungo il cammino. In primavera/estate, le acque di scioglimento trasportano oltre il fronte glaciale parte dei detriti, che si vanno ad accumulare attorno ai tronchi di una foresta di pioppo canadese. Nel momento in cui il ghiacciaio raggiungerà tale foresta, gli alberi verranno probabilmente capitozzati, e le loro cime e chiome finiranno nell’oceano. I tronchi, bloccati dagli strati rocciosi accumulati nel tempo, resteranno lì, e saranno inglobati dal ghiaccio.

Gli scienziati ritengono che alla foresta del Mendenhall sia successo esattamente questo, ma millenni fa. Gli alberi emersi sono risultati essere abeti rossi e la coordinatrice dell’Environmental Science program della University of Alaska Southeast, la professoressa Cathy Connor, ha ribattezzato la grotta “la tomba del re degli abeti”.

Non è colpa dell’uomo, però…

La foresta del ghiacciaio Mendenhall, come anticipato, è stata raggiunta dai ghiacci e preservata per oltre 2000 anni fa. Possiamo per una volta dire che non sia stata colpa dell’uomo. Anche se questa affermazione non deve certo farci rallegrare.

La Terra è andata incontro a numerose ere glaciali, con fasi di espansione e poi arretramento dei ghiacciai. Circa 18.000 anni fa, gran parte del Nord America appariva ricoperto dalla calotta glaciale Laurentide, e le sole piante vive potevano trovarsi su terreno fertile, nella regione più meridionale. Quando i ghiacciai iniziarono ad arretrare lentamente, le foreste boreali si spostarono verso Nord. La calotta si sciolse soltanto 6.000 anni fa.

Nel corso dei millenni successivi, il ghiaccio Mendenhall ha iniziato ad avanzare, come oggi il Taku, imprigionando in uno spesso strato di detriti la foresta di conifere, prima di raggiungerla e praticamente sommergerla, “proteggendola” in una tomba di roccia e ghiaccio fino ad oggi. Non è dunque colpa dell’uomo se l’antica foresta fu sommersa, ma il suo riemergere oggi dai ghiacci per certo lo è.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close