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I nuovi Patrimoni UNESCO tra le montagne del mondo

Nel corso del 44esimo incontro del comitato del Patrimonio mondiale, riunitosi a Fuzhou, in Cina, tra il 16 e il 31 luglio, l’UNESCO ha riconosciuto 34 nuovi patrimoni dell’umanità. 29 di interesse storico e culturale e 5 di interesse naturalistico. Tra di essi 7 ricadono in ambiente montano. Andiamoli a scoprire.

Il paesaggio minerario di Roșia Montană, Romania

Roșia Montană sorge sui monti Apuseni, nella regione occidentale della Romania. Si tratta del più significativo complesso minerario sotterraneo risalente al periodo dei Romani. Nello specifico qui si estraeva l’oro. Il sito era all’epoca noto come Alburnus Maior. Qui i Romani estrassero a partire dal 106 d. C. circa 500 tonnellate d’oro costruendo circa 7 chilometri di gallerie sotterranee e numerose ruote idrauliche. A raccontarne la storia sono le tante tavolette di legno ricoperte di cera, su cui venivano annotati dettagli legali, socio economici, demografici, persino informazioni linguistiche. Il sito mostra una commistione di tecnologia romana e tecniche locali minerarie.

Il tumulo di Arslantepe, Turchia

Il tumulo di Arslantepe è una tomba alta 30 metri localizzata nella piana di Malatya, 12 km a Sud Ovest del fiume Eufrate. Si tratta di un complesso residenziale occupato fin dal 6° millennio a.C. e fino all’epoca tardo-romana. Durante gli scavi sono stati trovati reperti eccezionali, tra cui le spade più antiche mai trovate finora.

Linea ferroviaria transiraniana, Iran

The linea ferroviaria transiraniana (Trans-Iranian Railway) collega il Mar Caspio a Nord Est con il Golfo Persico nel Sud Est, attraversando due catene montuose, e dunque fiumi, valli, foreste, e 4 aree climatiche differenti. La costruzione iniziò nel 1927, e fu completata nel 1938, grazie alla collaborazione tra governo dell’Iran e 43 costruttori provenienti da differenti Paesi. La ferrovia è lunga 1.394 km e presenta lungo il percorso 174 ponti di ampie dimensioni, 186 più piccoli e 224 gallerie, inclusi 11 tunnel a spirale.

Ḥimā, Arabia Saudita

Ḥimā è un sito di interesse archeologico che si trova nella zona montana arida del Sud Ovest dell’Arabia Saudita, lungo una delle antiche vie carovaniere della Penisola Araba. Presenta una ampia collezione di rocce decorate con immagini di caccia, fauna, flora, vita quotidiana, lungo un arco di tempo di 7000 anni. Viaggiatori e soldati hanno lasciato nel tempo le loro iscrizioni e petroglifi, fino al 20° secolo. Molti sono perfettamente conservati. Le iscrizioni mostrano l’utilizzo di diversi alfabeti, tra cui il musnad, l’aramaico, il nabateo, thamudic, greco e arabo.

Complesso archeo-astronomico di Chankillo, Perù

Si tratta di un sito archeologico risalente al 250-200 a.C., dunque preistorico, situato nella Valle Casma, sulla costa centro-settentrionale del Perù. Era stato realizzato per assolvere alla funzione di un calendario. Il sito comprende un complesso noto come “tempio fortificato”, due edifici definiti “osservatorio e centro amministrativo”, una linea di 13 torri cuboidali lungo la cresta di una collina e il Cerro Mucho Malo che praticamente è un complemento naturale alle 13 torri artificiali. Osservando la posizione del sole da specifici punti lungo la linea delle torri, era possibile stabilire con un errore di 1/2 giorni la data di solstizi, equinozi e ogni altra giornata dell’anno.

Il paesaggio di Hawraman e Uramanat, Kurdistan

Il paesaggio remoto e montano delle regioni curde Hawraman e Uramanat, testimonia la cultura tradizionale degli Hawrami, una tribù agropastorale seminomade del Kurdistan che abita queste zone dal 3000 a.C. Il sito, che si sviluppa nel cuore delle Zagros Mountains, lungo il confine occidentale dell’Iran, consta di due componenti: la valle centro-orientale (Zhaverud e Takht, Kurdistan) e quella occidentale (Lahun, Kermanshah). Le abitazioni in queste zone sono state adattate per millenni alle asperità del territorio. Si notano case a più livelli, aree destinate all’allevamento e giardini, realizzati nonostante l’aridità del terreno.

Paesaggi di ardesia, Galles

Il paesaggio del Galles nordoccidentale racconta la trasformazione del territorio avvenuta nel corso della Rivoluzione industriale dell’Ottocento, a seguito dell’avvio dell’estrazione dell’ardesia. Si passò dal tradizionale ambiente montano del massiccio dello Snowdon a un ampio sfruttamento minerario. Il sito UNESCO si compone di 6 parti, caratterizzate da cave, miniere e resti degli insediamenti che si erano sviluppati intorno, con giardini storici, case di campagna, porti, ferrovie e strade.

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Un commento

  1. Decenni fa i ciclisti del mio paesetto di provincia, sapevano dove andare e che strade secondarie meno trafficate scegliere.. per la pianura , il mare , i monti. Alcuni anni fa all’inizio di itinerari collaudati, hanno apposto cartelli indicatori metallici . Risultato:le strade rimangono tali e quali con fondi sconnessi e aperte al traffico di veicoli , ci ha guadagnato solo la ditta produttrice di segnali e lo sponsor dell’ iniziativa.,,che si dà arie di aver scoperto l’acqua calda.Un esempio e’ una strada sutracciatoferrovia dismessa denominata “Vecchi a ferrovia” che pur avendo ipotetico sviluppo di decine di chilometri, si ferma improvvisamente.Il resto del tracciato si intravvede nelle mappe satellitari, ma e’ invasoo da piante e sterpaglie.Il soldovero per finanziare il resto della ristrutturazione non spunta, non ostante la pubblicita’che lo vende come “cosa fatta”. Analogamente i paesaggi esistevano gia’ , qualcuno ci mette un logo per giustificare la sua esistenza.

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