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Weekend di super lavoro notturno per il Soccorso Alpino

Ci lasciamo alle spalle un ulteriore weekend di intenso lavoro per le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico, impegnate notte e giorno su Alpi e Appennini. A renderlo peculiare è proprio l’elevato numero di soccorsi effettuati in notturna, in particolare nella notte tra sabato 7 e domenica 8 agosto. Interventi resi complessi non solo dal buio, ma in alcuni casi anche dal maltempo.

Valfurva, escursionista bloccata in un torrente sotto la pioggia

Un intervento anomalo, molto complicato e faticoso ma finito nel migliore dei modi quello svoltosi nella notte di sabato 7 agosto a 2600 metri di quota, nei pressi del ghiacciaio dei Forni. L’attivazione è arrivata poco prima delle 18:00, per un mancato rientro. Un uomo e una donna di Roma erano usciti per una escursione; a un certo punto lui ha preferito tornare a valle mentre la signora, del 1965, voleva invece camminare ancora un po’ e poi scendere dal sentiero glaciologico. Erano d’accordo che si sarebbero incontrati più tardi ma il mancato rientro ha fatto partire i soccorsi. Il tempo stava peggiorando, come previsto dai bollettini meteorologici, e cominciava a diventare buio.

La centrale ha attivato il Soccorso alpino, Stazione di Valfurva e poi di Bormio della VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna, il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza, impegnate in tutto una trentina di persone; sono intervenuti anche i Vigili del fuoco. Le squadre sono partite e hanno cominciato a perlustrare la zona sia dal basso, sia dall’alto, nel punto in cui si presumeva potesse trovarsi la donna. Hanno bonificato la zona ma di lei non c’era traccia.

Verso le 20:00, per scrupolo e come ultimo tentativo prima di sospendere le ricerche, che sarebbero poi riprese l’indomani all’alba in condizioni migliori, hanno considerato anche la parte più in alto, sopra il sentiero glaciologico, fino alla bocca del ghiacciaio e lì hanno sentito le grida della donna.

Aveva sbagliato sentiero e stava cercando di riprenderlo: mentre attraversava il torrente del “Palon de la mare”, si è ritrovata con le gambe completamente bloccate da una massa di fango molto denso, sotto la pioggia forte e con il torrente che scaricava acqua e terra. I soccorritori hanno cominciato liberarla con l’aiuto di piccole pale e anche a mani nude, data la delicatezza dell’operazione. Sul posto era stato inviato anche l’elicottero di Como di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), abilitato per il volo notturno, che ha tentato più volte l’avvicinamento ma poi ha desistito per le pessime condizioni meteorologiche.

Alla fine la donna è stata estratta dal fango e portata con la barella fino a valle, dove c’era l’ambulanza per il trasporto in ospedale. L’intervento è terminato alle 2:00 di stanotte e si è trattato di una situazione singolare e del tutto inusuale rispetto alla casistica, assai diversificata, delle operazioni che fanno capo al Soccorso alpino.

“La raccomandazione per chi non conosce il posto è di prestare molta attenzione alla segnaletica e di non avventurarsi in zone che solo in apparenza sembrano accessibili ma in realtà possono presentare insidie che solo gli esperti conoscono”, la riflessione conclusiva del Soccorso Alpino.

Lungo intervento su Punta Sertori

Si è concluso domenica mattina l’intervento di soccorso per un’alpinista svizzera del 1986, infortunata mentre stava scalando una parete di roccia a 3350 metri di quota. Con una connazionale stava affrontando una via su Punta Sertori, nel Gruppo Masino – Bregaglia tra il Pizzo Badile e il Cengalo. A un certo punto si è staccato un pezzo di roccia e la ragazza nella caduta ha riportato alcuni traumi a una gamba e un ginocchio. Le due ragazze si sono calate autonomamente sulla parete che scende verso il Colle del Cengalo.

Verso mezzogiorno la centrale ha allertato il Soccorso alpino, Stazione di Valmasino della VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna; otto i tecnici impegnati, insieme con il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza. Il tempo era pessimo e impediva l’intervento diretto da parte dell’elicottero. Le squadre sono state portate con l’elicottero sopra il rifugio Giannetti, fino dove era possibile. Proseguendo a piedi, i tecnici hanno raggiunto le due alpiniste alla base della parete. Dopo aver prestato i primi soccorsi, hanno trasportato in barella l’infortunata per circa 800 metri di dislivello, in condizioni climatiche avverse su terreno misto di roccia e neve, giungendo al rifugio Giannetti verso le 19:30.

Approfittando di un momentaneo miglioramento del meteo, l’elisoccorso di Sondrio di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) ha recuperato la giovane e l’ha portata in ospedale. L’intervento si è concluso stamattina alle 9:30 con il rientro delle ultime squadre.

Tre tedeschi bloccati sulle Marmarole

Attorno alle 22 di sabato 7 agosto il Soccorso alpino di Auronzo è stato allertato dalla Centrale del Suem, per tre persone in difficoltà al rientro dal Bivacco Tiziano sulle Marmarole. I tre escursionisti tedeschi, di 24, 33 e 34 anni, erano partiti dal Rifugio Chiggiato, avevano salito il Sentiero attrezzato degli alpini al Jau de la Tana ed erano arrivati al Bivacco. Al momento di scendere, vuoi la stanchezza, la pioggia presa, il buio, arrivati dove la traccia segue un salto di roccia, si sono bloccati.

Risaliti alla loro posizione a 1550 metri circa di altitudine, una squadra di quattro soccorritori è partita da San Marco, 1000 metri di quota e li ha raggiunti, mentre altri due soccorritori sopraggiungevano per eventuale supporto, scendendo con loro a valle. L’intervento si è concluso all’una di notte.

Non rientrano dalla parete, ansia per due alpinisti sul Pizzo del Salto

La Stazione di Sondrio del Soccorso alpino è stata allertata alle 22:00 di sabato per il mancato rientro di tre alpinisti, residenti in provincia di Bergamo. Avevano compiuto l’ascesa del Pizzo del Salto lungo la parete nord con un’altra cordata di due persone: questi ultimi, anche a causa del maltempo, avevano poi deciso di rientrare in tarda serata. Erano convinti che i loro amici fossero davanti a loro, ma quando sono arrivati dove avevano parcheggiato l’auto non hanno trovato nessuno e allora hanno allertato la centrale di Areu. Si sono attivati per la ricerca i tecnici della VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna del Cnsas, il Sagf – Soccorso alpino Guardia di finanza e i Vigili del fuoco. Una prima squadra ha raggiunto la persona che aveva chiamato.

Un’altra persona ha riferito di avere visto delle luci in Alta Val Vedello e quindi una seconda squadra si è incamminata in questa direzione. Dopo circa due ore, due tecnici del Cnsas sono arrivati in prossimità delle luci, hanno trovato gli alpinisti, impegnati in fase di calata in corda doppia e sono riusciti a mettersi in contatto vocale con loro. Alle 2:30 circa i tre hanno terminato le calate in modo autonomo e hanno raggiunto i soccorritori, che attendevano sul nevaio basale della parete. Le persone, illese, sono state accompagnate alla propria auto.

Alpinisti in difficoltà sulla cresta est del Monviso

Nella giornata di sabato i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono intervenuti sul Monviso (CN) dove una cordata di alpinisti ha chiesto aiuto perché bloccata, dopo aver perso la via di salita, lungo la cresta est della montagna, all’incirca all’altezza dei Torrioni di Saint Robert. La chiamata è stata lanciata intorno alle 12.30, in zona le condizioni meteo erano negative per cui l’elicottero è riuscito a trasportare una squadra a valle del Bivacco Andreotti.

I tecnici sono saliti lungo la via normale, hanno attraversato lungo il cosiddetto Passaggio della Lepre che consente di raggiungere più rapidamente la cresta est per poi scendere verso gli alpinisti in difficoltà. Nel frattempo un’altra squadra si è portata a piedi alla base della cresta in caso fosse necessario portare ulteriore supporto. Le condizioni meteo sono nel mentre ulteriormente peggiorate, con scarse probabilità di miglioramento nel corso del pomeriggio e dunque impossibilità di intervento dell’elicottero.

Gli alpinisti sono stati raggiunti dalla squadra del Soccorso Alpino che li ha trovati in discrete condizioni fisiche, per cui si è pensato di accompagnarli in salita verso il Passaggio della Lepre per poi traversare sulla via normale e scendere a valle.

L’intervento si è infine chiuso intorno alle 20.30. I due alpinisti soccorsi erano ormai troppo stanchi per proseguire a piedi e sono stati recuperati nella zona del Bivacco Andreotti dall’eliambulanza dell’Emergenza Sanitaria Piemontese.

Validazione piazzola atterraggio Quintino Sella al Monviso

Per assicurare una maggiore facilità di evacuazione in notturna, proprio sul Monviso, nella giornata di domenica, il servizio di Elisoccorso dell’Emergenza Sanitaria Regionale e il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono stati impegnati nella validazione della piazzola di atterraggio notturno del rifugio Quintino Sella.

L’eliambulanza di base a Torino, abilitata per il volo notturno, è decollata al calare del sole per effettuare il volo di prova e atterrare presso il rifugio dove era presente una squadra di tecnici del Soccorso Alpino a supporto delle operazioni.

L’esercitazione è stata necessaria per validare la rotta di volo che, in seguito, diventerà operativa per le operazioni di soccorso vere e proprie. Si tratta di un’importante novità che consentirà di evacuare dal rifugio eventuali pazienti anche di notte. In una zona come il Monviso, spesso interessata da nebbie diurne, l’utilizzo dell’elicottero di notte fornirà una fondamentale risorsa aggiuntiva agli interventi di soccorso sanitario in ambiente alpino poiché permetterà di prelevare e ospedalizzare rapidamente i pazienti nelle ore serali quando solitamente le nubi si diradano, evitando lunghi e faticosi trasferimenti a piedi della barella.

36 ore di ricerca sul Semprevisa, giovane ritrovato a Sabaudia

Si è risolta in maniera inattesa la ricerca di un giovane di 26 anni, disperso sul monte Semprevisa dalla notte di venerdì, la cui auto era stata ritrovata dai soccorritori in un dirupo nei pressi di una strada sterrata in località Pian della Faggeta, nel comune di Carpineto Romano (RM), non particolarmente danneggiata, con lo sportello lato guida aperto.

Le ricerche sono state avviate su una vasta area della montagna, vedendo impegnati gli operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Lazio, i vigili del fuoco, i carabinieri della Compagnia di Colleferro e i volontari della Protezione Civile. Dopo 36 ore la svolta: il ragazzo era a Sabaudia, a 50 km da Carpineto. Resta da chiarire la dinamica.

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4 Commenti

  1. Qualcuno mi spiega bene perché il soccorso alpino sia diventato un obbligo sociale organizzato e legalizzato, mentre prima era un dovere morale.
    Mi sembra che sia diventato come i rifugi che non sono più rifugi, ma alberghetti.

    1. Perché bisogna dare al cittadino/suddito la percezione di sicurezza, lo stato vuole il tuo bene, non ti lascia mai solo.
      Il guinzaglio deve essere corto!!!

    2. Il soccorso alpino è sempre lo stesso: gente che si muove per aiutare altri che hanno la loro stessa passione. E per aiutare meglio, si è evoluto nel tempo. Non mi pare una cosa negativa.

  2. quelli delle Marmarole..avevano un bivacco a disposizione… quanta fretta di scendere a valle e dormire comodi..

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