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Hai mai provato la libertà di scoprire di cosa sei capace?

Scoprire il mondo, avere il coraggio di affrontare l’incertezza, sfidare se stessi e andare oltre la propria comfort zone alla ricerca di qualcosa di più. Una tensione verso l’ignoto che contraddistingue l’essere umano.

Hai mai scelto l’alba anziché dormire? Urlato contro una roccia? Provato a immergerti nel tuo elemento? Alimentato il fuoco? Hai mai provato la libertà di scoprire di cosa sei capace?”. Sono le domande che ci vengono fatte da Betty Reid Soskin, la più anziana guardia forestale in servizio negli Stati Uniti, e che è stata scelta da The North Face come voce in tutto il mondo di “Have You Ever”. Una campagna quella dell’azienda di outdoor che ha come obiettivo portare le persone a uscire all’aria aperta, scoprire cosa c’è là fuori, nel mondo. E non conta, come ci dice Betty, se questa ricerca si concretizza nell’ammirare l’alba sulla vetta di una montagna, nel mettersi alla prova sulle pareti più dure tanto da urlare dalla o semplicemente nell’allontanarsi dalla città per scoprire sentieri dietro casa immersi nella natura. Tutti sono momenti importanti come le emozioni che si vivono.

A raccontarci questa campagna Amanda Calder-McLaren, Senior Brand Communication Director di The North Face, a cui abbiamo fatto qualche domanda.

Come si inserisce una campagna come “Have You Ever” in un momento storico in cui siamo stati tutti costretti a fermarci e a ridimensionare il nostro spirito esplorativo?

“L’esplorazione va oltre il fatto di conquistare la vetta di una montagna o aprire una nuova via: si tratta di un’impostazione mentale e siamo convinti che oggi più che mai questo stato d’animo sia estremamente importante per tutti noi, impegnati a muovere i primi passi verso la nuova normalità. Con questa campagna speriamo di essere fonte di ispirazione per le persone in tutto il mondo, incoraggiandole ad affrontare nuove sfide, grandi o piccole che siano e tornare a provare le meravigliose emozioni che ci regala il raggiungimento di nuovi obiettivi.”

La cultura dell’outdoor può essere promotrice di inclusività? E in che modo?

“Il settore dell’outdoor ha un ruolo molto importante da svolgere nel rendere il mondo un posto più accogliente e inclusivo. I valori che si possono trovare nella cultura outdoor, come l’impegno per la tutela dell’ambiente e la creazione di legami positivi e solidi all’interno delle varie comunità sono lezioni di cui tutti possono beneficiare. Tuttavia, come marchio riconosciamo che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che l’outdoor diventi sempre più aperto ed inclusivo per tutti e intendiamo impegnarci al massimo per essere il motore di questo cambiamento.”

The North Face ha tra i suoi atleti grandi avventurieri ed esploratori dell’estremo, ma come voce è stata scelta quella di Betty Reid Soskin, un personaggio lontano dal mondo patinato degli influencer spesso scelti dalle aziende, anche dell’outdoor. Come mai questa scelta?

“Betty è la persona perfetta per raccontare questa campagna: la sua passione, il suo amore e il suo impegno per tutto ciò che riguarda l’esplorazione non sono solo ammirevoli, ma anche pienamente condivisibili. Chiunque si sia goduto una passeggiata nei boschi o un’escursione in montagna può capire il sentimento che da sempre lega Betty alla natura che ci circonda. Speriamo che lei possa essere di ispirazione per tutte le generazioni di esploratori!”

Per incoraggiare le persone a trovare il proprio momento, “Have You Ever” prevede anche in tutta Europa momenti di condivisione tra gli atleti, le community “Never Stop” e il team di Explorer di The North Face, grazie ad appuntamenti settimanali per praticare gratuitamente trail running, arrampicata, escursionismo e altro ancora con istruttori qualificati. Per trovare quelli più vicini, basta seguire i social di The North Face.

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2 Commenti

  1. Piu’che cultura DELL’OUTDOOR, potè la carenza de dinero e de sal in zucca a far compiere a me ed amici imprese molto oltre il piattume cui eravamo immersi in piatta pianura, quando finalmente ci si concedeva un mese di montagna all’insegna del gran risparmio del poco accumulato nei mesi precedentie con qualche avventura tosta per incoscienza senza preparazione..Purtropppo nessuna ditta ci sponsorizzò, non era usanza neppure per Bonatti Poi per uno zaino griffato venne messo in croce dall’ambiente
    https://www.lastampa.it/montagna/alpinismo/2021/03/13/news/millet-un-secolo-di-storia-nel-mito-di-bonatti-1.40021313
    Non era sponsorizzato ma solo consigliere tecnico ed oggi ogni ditta ne ha piu’ d’uno. Allora il nuovo marketing si e’ aggiornato, il testimonial deve raccontare una storia, una visione, una “filosofia”. Cioe’diventare infliuencer, ed infatti ci ha poi pensato la nuova influenza covid a battere tutti..ed imporci uno stilel di vita retro’. Comunque noo amici incoscienti con i primi stipendi ci mettemmo in riga con corsi, abbigliamento ,dotazione e appartementi in affitto dotati di comfort..normale dopo le avventure

  2. Non capisco quale altra libertà ci possa essere.

    Quelle altre che ci vengono raccontate sono tutte tipi diversi di omologazioni.
    Ma forse molta gente non vive se non si sente omologata in qualcosa.
    Ha bisogno di influencer per sentirsi follower ?
    Forse il bisogno di essere guidati in tutto è rasserenante e leva responsabilità.
    Non capisco.

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