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Dolomiti, sette rifugi lontani dalla folla

Si scrive Dolomiti, si pronuncia rifugi. Dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, ai piedi delle pareti dei “Monti Pallidi”, sono stati inaugurati centinaia di punti d’appoggio. Dalle prime casette in pietra e legno realizzate dal CAI e dal DAV, il Club Alpino austro-tedesco, si è passati a costruzioni di molti tipi diversi. Oggi chi frequenta le montagne più famose d’Europa incontra classici rifugi che servono come punti di appoggio per arrampicate e alte vie, rifugi-ristorante accanto alle piste da sci, veri e propri alberghi d’alta quota. Qua e là, specie nei massicci più solitari, s’incontrano ancora i bivacchi fissi a semibotte, o delle malghe ristrutturate e adibite al medesimo scopo. In estate, nel cuore delle Dolomiti, la scelta di escursioni che conducono in direzione dei rifugi è vastissima. Il problema, se di problema si può parlare, sta proprio nella bellezza e nella frequentazione di questi luoghi. Su alcuni sentieri, dal Vajolet alle Odle e dal Sella alle Tre Cime di Lavaredo, se non si parte molto presto al mattino si rischia di camminare in fila.

In questo articolo consigliamo qualche rifugio un po’ meno frequentato degli altri, dove il silenzio può fare compagnia a chi cammina anche ad agosto. La bellezza dei boschi, dei panorami e delle vette c’è tutta.    

Rifugio XII Apostoli, 2489 metri

(dislivello in salita 700 metri, dislivello in discesa 920 metri, da 5 a 6 ore a/r, E/EE)

Non è facile trovare un rifugio poco frequentato sulle meravigliose e amatissime Dolomiti di Brenta. Il XII Apostoli, in vista delle cime Tosa, d’Ambiez e di Pratofiorito, sorge su un solenne altopiano roccioso. L’itinerario che sfrutta gli impianti di Pinzolo è il più frequentato, l’accesso da Malga Movlina è più suggestivo. Il tratto su terreno roccioso è elementare. Da Pinzolo si sale in cabinovia a Pra’ Rodont, e poi in seggiovia al Doss del Sabion (2100 m), ottimo belvedere. Si continua sul sentiero che scende al Passo Bregn de l’Ors, e incontra (1820 m) il tracciato che sale da Malga Movlina. Si va a sinistra fino a una conca ghiaiosa, poi si superano le rampe rocciose della Scala Santa. Una traversata verso destra porta a una nuova zona rocciosa. Dopo averla superata si raggiunge il rifugio (2489 m). In discesa si può risalire al Doss del Sabion o scendere per il Sentiero Tartarotti fino a Pra’ Rodont (1500 m). 

Rifugio Bergamo (Grasleiten Hütte), 2134 metri

(dislivello 960 metri, 5.30 ore a/r, E)

Il versante altoatesino del Catinaccio scende verso Tires con dei selvaggi valloni sorvegliati dalle cime di Valbona, del Principe e del Molignon. Su uno sperone sorge la storica Grasleiten Hütte, inaugurata dalla sezione di Lipsia del DÖAV nel 1887, e passata dopo la Prima Guerra Mondiale alla sezione di Bergamo del CAI. Il sentiero che la raggiunge dal basso è lungo e spettacolare, si può arrivare anche da Gardeccia attraverso il Passo Principe. Da Cipriano di Tires (Sankt Zyprian) o Nova Levante (Welschnofen) si raggiungono i Bagni di Lavina Bianca (Weisslahnbad, 1180 m). A piedi si segue la carrareccia della Valle di Ciamin, che sale toccando le malghe Schaferter e Rechter. Si entra per un sentiero nella severa conca del Bärenloch (Buco d’Orso) e poi, a un bivio ai piedi delle rocce (1940 m) si sale a destra ai piedi delle Cime del Principe. Un percorso a tratti esposto porta al rifugio (2139 m). Si scende per lo stesso itinerario. 

Rifugio Passo Lusia, 2053 metri, Rifugio La Rezila, 1761 metri 

(dislivello in salita 130 metri, dislivello in discesa 560 metri, 2 ore, T/E)

La sella erbosa del Passo Lusia, sul confine tra le valli di Fiemme e di Fassa, d’inverno è al centro di un vasto comprensorio sciistico. In estate inizia qui l’itinerario più frequentato verso Cima Bocche. Il rifugio di Passo Lusia offre un bel panorama sul Catinaccio e le Pale, il rifugio La Rezila è uno storico edificio tra prati e boschi. Una deviazione porta ai prati e alle postazioni di artiglieria austro-ungariche di Malga Colvere. Dal versante di Fassa i rifugi sono raggiungibili in auto, da quello di Fiemme si deve salire in cabinovia alla Morea. Da Moena si segue la strada di Passo San Pellegrino, e si prosegue con gli impianti verso Valbona e Le Cune (2202 m). Il ripido sentiero che segue la pista da sci porta al Passo Lusia e al suo rifugio (2053 m), dove un monumento ricorda gli Schützen, i soldati austro-ungarici di Moena caduti nella Grande Guerra. Si scende lungo la strada sterrata, a un bivio (1780 m) si piega a destra, e si arriva ai pascoli e alle postazioni di artiglieria di Malga Colvere (1870 m). Tornati al bivio, si raggiunge il rifugio La Rezila (1761 m). Un sentiero a mezza costa riporta a Valbona (1820 m).

Rifugio Treviso, 1631 metri

(dislivello da 330 a 410 metri, da 2 a 2.30 ore a/r, E)

Ai piedi di alcune delle vette più eleganti delle Pale di San Martino come la Cima d’Oltro e la Cima dei Lastei, lo storico rifugio Treviso offre una comoda gita agli escursionisti, ed è il punto di partenza per classiche arrampicate sulle cime vicine. La facile salita al Campigol d’Oltro completa nel modo migliore la camminata. Da Fiera di Primiero e Tonadico si raggiunge e si risale la Val Canali fino al piazzale del Cant del Gal e a un posteggio (1300 m) nei pressi di Malga Canali. Si continua a piedi sulla strada sterrata, si lascia a sinistra il sentiero per il Bivacco Minazio, si traversa il letto del torrente e si sale a tornanti, tra i larici, fino al rifugio (1631 m), su uno sperone circondato dal bosco. Si riparte seguendo le indicazioni per Forcella d’Oltro, si obliqua in un ripido bosco e si sbuca sui terrazzi erbosi del Campigol d’Oltro (1705 m), magnifico belvedere sulle Pale. Il ripido sentiero dei Troi dei Todesch riporta al punto di partenza. 

Rifugio Sora ‘l Sass, 1588 metri

(dislivello 590 metri, 2.45 ore a/r, E)

Le imponenti pareti degli Spiz sorvegliano dall’alto la Val Pramper e il piccolo e accogliente rifugio che la sezione di Zoldo del CAI ha dedicato nel 1971 a Giovanni Angelini, alpinista e grande conoscitore di queste montagne. L’itinerario di salita è facile, ma occorre tenere d’occhio i bambini lungo i primi, ripidi tornanti del sentiero. Da Forno di Zoldo si segue la strada asfaltata e poi sterrata della Val Pramper fino ai fienili di Castellaz (996 m). A piedi si traversa un ponte e si segue il sentiero, che sale a tornanti su terreno ripido. Si entra nel bosco, si tocca la Casera di Mezzodì (1349 m) raggiunta da una mulattiera che sale da Forno di Zoldo e si raggiunge una fascia di rocce. Una faticosa salita nel Valon Piccol porta all’altopiano di Sora’l Sass e al rifugio Angelini (1588 m). Discesa per lo stesso itinerario.    

Rifugio Maniago, 1730 metri

(dislivello 560 metri, 3.15 ore a/r, E)

Ai piedi del Duranno, una delle vette più imponenti delle Dolomiti Friulane, il rifugio Maniago, alla testata della Val Zemola, è la meta di una piacevole camminata e un ottimo punto d’appoggio per salite a carattere alpinistico e per traversate avventurose. Nella zona si avvistano facilmente gli stambecchi. Dal centro moderno di Erto si segue la strada della Val Zemola, che si alza a svolte, aggira un crinale e raggiunge un posteggio in località Stei del Conte (1186 m). A piedi si segue una strada sterrata che porta al greto ghiaioso delle Grave. Si entra nella Val de Bozzia, ci si sposta a sinistra nel bosco e si sale in una ripida faggeta. Si incrocia per due volte una strada sterrata, poi la si ritrova nel punto in cui finisce. Verso destra, traversato un profondo vallone si raggiunge il rifugio (1730 m), sorvegliato dalle pareti del Duranno. Si torna per lo stesso itinerario. 

Rifugio Semenza, 2020 metri

(dislivello 770 metri, da 3.30 a 4 ore a/r, E)

Ai piedi del Cimon del Cavallo, questo bel rifugio della Sezione di Vittorio Veneto del CAI consente di esplorare le vette che formano l’angolo sud-orientale delle Dolomiti, in vista del Bosco del Cansiglio e dell’Alpago. La salita al Cimon del Cavallo include un tratto di arrampicata, e non dev’essere presa sottogamba. Da Tambre si sale a Sant’Anna, al Col Indes, a Malga Pian Grande e poi a Malga Pian Lastre (1250 m). A piedi si segue una strada sterrata, poi si continua per un sentiero che entra nella faggeta e sale ripidamente. Si esce dal bosco, si raggiunge il crinale (1650 m) che scende dalla Cima delle Vacche, poi si entra a mezza costa in una conca sorvegliata dal Cimon del Cavallo e dal Cimon di Palantina. Lasciato a destra il sentiero per il Sasso della Madonna si sale al rifugio Semenza (2020 m). Si può scendere per lo stesso itinerario, o passare per il Sasso della Madonna e le Baracche Mogol (mezz’ora in più).   

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3 Commenti

  1. 7 rifugi che ERANO lontani dalla folla, ma che grazie a questo articolo saranno invasi da migliaia di: Merenderosabbandonarifiuti.
    Grazie!!!

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