Trekking

Dopo la slavina Elia Origoni torna sul Sentiero Italia

Il suo viaggio si è interrotto un mese e mezzo fa sull’Appennino, quando una slavina l’ha travolto durante il suo cammino lungo il Sentiero Italia CAI. Oggi Elia Origoni, Lafuma Outdoor Sentinels, ha ripeso a camminare. È riuscito a superare gli acciacchi dovuti all’incidente è si è rimesso in moto. “Ora sono più lento, ma è bello essere di nuovo sul sentiero dopo un mese e mezzo”. Cammina circa 25 chilometri al giorno Elia, poi le gambe chiedono di fermarsi. Effetti della dura botta presa con il distacco nevoso, ma è ritornato a camminare per concludere il suo percorso. “Se avessi dovuto far passare la stagione invernale prima di ripartire sarei ripartito dalla Sardegna, non avrebbe avuto senso riprendere da metà. Ha un animo agonista Elia. La sua esperienza sul Sentiero Italia lo dimostra. Prima la Sardegna a piedi, poi il mare a remi con una speciale canoa fino in Sicilia. Tutti i giorni sul sentiero, con una media di circa 40 o 45 chilometri a giornata. “Secondo il nuovo programma dovrei riuscire a chiudere il percorso del Sentiero Italia entro la fine di ottobre”, in tempo per superare le Alpi prendendo solo qualche spolverata di neve.

Elia, torniamo alla slavina… cos’è successo?

“Era il 29 maggio, mi trovavo a passare sul sentiero ai piedi del Monte Prado, in una zona dove aveva già svalangato. In alto, una cinquantina di metri sopra di me, vedevo solo quest’ultimo lastrone ancora in bilico.”

Poi?

“Stavo superando un tratto di sentiero quando ho sentito un forte boato e subito dopo sono stato travolto da una piccola slavina che comunque mi sommerge. Impiego un attimo a capire la dinamica, poi mi riprendo. La testa e un braccio possono muoversi, così inizio a cercare un modo per uscire.”

Come hai fatto a lanciare l’allarme?

“Con me avevo un localizzatore di emergenza GPS con cui ho dato l’allarme, poi ho aspettato che arrivasse qualcuno. Nel frattempo ho continuato a scavare per liberare le gambe, rimaste bloccate tra la neve e un tronco.”

È passato un mese e mezzo circa da quel 29 maggio. Com’è andata la ripartenza?

“Ho deciso all’ultimo. Mi ero dato un mese e mezzo di tempo per valutare le condizioni e comprendere la fattibilità di una ripartenza. La riabilitazione non è stata facile. La prima settimana non riuscivo nemmeno a muovere le ginocchia e a reggermi in piedi autonomamente. Poi ho ricominciato con le scale di casa e dopo in sella a un bicicletta. Speravo di recuperare al 100 percento ma non sono riuscito. Ho ancora qualche dolore, ma si va avanti.”

Cosa ti aspetta adesso?

“L’alta via dei Monti Liguri, con gli ultimi chilometri di Appenino che saranno il mio banco di prova e l’ultima fase della riabilitazione.”

Com’è stato tornare nel luogo dell’incidente?

“Molto strano. Ho rivisto tutta la situazione, se ci ripenso riesco solo a dire di aver avuto tanta sfortuna in quella giornata. Ho anche ritrovato molta della mia attrezzatura come gli occhiali da sole, un rotolo di carta igienica e molto altro. Le uniche cose che non sono riuscito a trovare sono il cellulare e una batteria portatile.”

Sei contento di essere ripartito?

“Molto! Poi ora finalmente non vedo più neve e paesaggi imbiancati, ma sole, mirtilli e prati verdi.”

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Un commento

  1. rofecoxib principo attivo di vari farmaci antidolore alle articolazioni, purtroppo ritirati per gravi effetti collaterali.Pero’ funzionavano.Non resta che allenamento e pomata mix arnica resina di pino con olio di mandorle…e massaggi. Auguri!

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