Trekking

Elia Origoni, a piedi e a remi lungo il Sentiero Italia CAI

Oltre settemila chilometri e poco più di 500 tappe. Sono questi i numeri del percorso che sta compiendo Elia Origoni, accompagnatore di media montagna lombardo. Sta viaggiando lungo il Sentiero Italia CAI, ma non solo. Partito dalla Sardegna, dopo aver completato il tratto di itinerario che attraversa l’isola, si è imbarcato su una canoa molto particolare e ha remato fino alla costa siciliana dove ha ripreso zaino e scarponi per rimettersi in marcia. Il suo obiettivo, dice, è quello di compiere un viaggio sostenibile e il traghetto avrebbe in qualche modo rovinato questo piano.

Classe 1991 è partito lo scorso 8 febbraio da Santa Teresa di Gallura, ora si trova nei pressi dell’Etna e adesso deve camminare per riuscire a raggiungere le Alpi prima dell’autunno, un terreno che già conosce avendo camminato attraverso i picchi alpini nel 2015, da Vienna a Genova.

Elia, come mai hai deciso di partire alla scoperta del Sentiero Italia CAI?

“La voglia è nata nel 2015, poco prima di partire per le Alpi. Un itinerario così lungo, bellissimo, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto scoprirlo. Voglia che è cresciuta ancora di più quando, ormai alla fine delle Alpi, ho incontrato una piccola sfumatura di Appennino.”

Hai atteso sei anni prima di deciderti e partire…

“Tra il lavoro, i corsi come guida e altri mille impegni ho sempre rimandato. Finalmente sono riuscito a mettermi in marcia, aspettando ancora chissà se l’avrei mai fatto.”

Cosa fai per vivere?

“Sono un fonico impiegato nel mondo dello spettacolo, ma da un anno è tutto fermo a causa della pandemia. Negli ultimi anni ho affiancato l’attività di accompagnatore di media montagna, ma anche qui sono fermo da un annetto a causa della situazione sanitaria. Alla fine questo progetto è capitato a fagiolo, in un momento in cui non potrei lavorare. Anche se è tutto molto delicato e difficile.”

Come stai vivendo questa esperienza in un momento così difficile non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero?

“Mi sento un privilegiato a poter camminare e spostarmi. Sento anche delle mancanze e la spontaneità incontrata sulle Alpi. È tutto diverso. L’accoglienza è, per forza di cose, minore e bisogna prestare sempre attenzione alle regole e al distanziamento. In generale però sto cercando di viverla serenamente.”

Perché hai scelto di spostarti in canoa dalla Sardegna alla Sicilia?

“Perché sono suonato come una campana. (ride)

L’idea è nata lo scorso marzo, durante il primo lockdown. Riflettevo sul viaggio e mi sono detto: parto per fare un percorso in modo ecosostenibile e poi prendo il traghetto? Così mi sono messo a cercare e ho scoperte queste piccole barche a remi simili a canoe, molto essenziali dove però avrei anche potuto distendermi per dormire.”

Dove l’hai lasciata?

“A Trapani, per ora. Più avanti, quando sarà possibile, la locale società di canottaggio la porterà fino a Messina con una staffetta.”

Ma come è arrivata in Sardegna, sempre in modo ecosostenibile?

“No, però ho aderito a un programma per compensare le emissioni prodotte nel suo trasporto.”

Parliamo del Sentiero Italia, prima impressione?

“La parte sarda è stata bellissima, molto wild come piace a me. Poche tracce, qualche ometto. Il CAI sta ancora lavorando alla sua sistemazione, anche se penso che con troppa segnaletica perderebbe lo spirito sardo del trekking, ma giustamente se lo si vuole rendere accessibile a tutti bisogna migliorare le indicazioni.”

Hai una previsione di spesa?

“Poco, sui 1500 Euro in tutto oltre a 2000 € di cartografia. Alla fine devo camminare e fare due o tre pasti al giorno.”

È ancora lungo il tuo cammino Elia, pensi già al dopo?

“Non ho programmato nulla, forse mi piacerebbe fare un libro. Ma è tutto da vedere. Sicuramente questa esperienza mi sarà utile come guida. Il Sentiero è un’esperienza unica. La mia speranza è quella di riuscire a trasmettere la sensazione di benessere che regalano le esperienze a contatto con la natura.”

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