Curiosità

Monte Bianco: le 5 cose che ancora non sapevi

Del Monte Bianco conosciamo ormai ogni angolo. I suoi ghiacci non hanno più segreti. Sulla sua vetta è convenzionalmente nato l’alpinismo, l’8 agosto 1786. Imponente e maestoso, da qualunque lato lo si guardi, ha ospitato e continua a ospitare generazioni di alpinisti e appassionati vogliosi di sperimentare l’alta quota. Lassù, sui suoi 4810 metri, l’aria inizia a farsi rarefatta. È la vetta del “Re delle Alpi”, come anche viene chiamato.

Ma sappiamo davvero tutto sul Monte Bianco, o qualcosa ancora ci sfugge? Qualche aneddoto, una curiosità, un evento. Scopriamoli insieme.

Il paradiso dei cercatori di cristalli

Il Monte Bianco è ricco di cristalli minerali. Non a caso Jacques Balmat era un cercatore di cristalli. Quarzi di rocca e Fluoriti rosa, tra quelli maggiormente presenti. Ne sono stati rinvenuti anche di grosse dimensioni (alcuni esposti a Punta Helbronner) e la loro formazione è dovuta al “ristagno” di acqua ricca di minerali all’interno di fessure e spaccature nella roccia granitica formatesi durante i processi orogenetici che hanno portato alla formazione del rilievo. Con il tempo i minerali presenti in acqua si sarebbero solidificati portando alla formazione dei cristalli, ma il processo non è ancora del tutto chiaro.

Il nome

Il Monte Bianco non ha sempre avuto questo nome. Un documento latino del 1901 riporta il toponimo di “Rupes Alba”, mentre tra il 1300 e il 1500 viene chiamato “Scez Blanc”, “Mont Sainct Bernard” o “Glaciales Montes”. Nel 1600 compare poi il toponimo di “Mont Maudit”, oggi dato a una cima minore del gruppo, o “Mont Malet”, monte maledetto. Solo nel 1744, su una carta pubblicata a Londra, compare il nome “Mont Blanc”, in francese.

La questione del confine

La dibattuta questione del confine, che tiene banco ancora oggi, nasce da una carta pubblicata dall’IGN (Institut Geographique National de France) nel 1865. Questa, utilizzando i rilievi del capitano J. J. Mieulet, sposta la linea del confine dalla spartiacque inglobando in territorio francese la vetta del Monte Bianco. Secondo alcuni specialisti la carta in questione risulterebbe essere un clamoroso falso storico, in disaccordo con i trattati sottoscritti da Italia e Francia nel 1861 (tutt’ora validi) che vede il confine di stato passare per la cima del Bianco, la quale risulta quindi essere condivisa tra le due nazioni. A riprova di questo le carte prodotte in quegli stessi anni dall’IGM (Istituto Geografico Militare) dove il confine viene posto lungo la linea dello spartiacque.

Un riparo per il Presidente Pertini

Durante la Seconda Guerra Mondiale i ghiacciai del Mote Bianco divennero un vero e proprio campo di battaglia tra nazisti e partigiani. Gli scontri più duri avvennero tra il rifugio Torino e il Col du Midi. Quella del Torino, dove aveva preso posizione un gruppo di partigiani, fu una battaglia particolarmente sanguinosa e portò alla distruzione della struttura per far si che nessun altro potesse utilizzarlo.

Circa un mese dopo la distruzione del rifugio, il 27 ottobre, il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, di rientro dall’esilio, passò la notte tra le macerie del rifugio prima di essere accompagnato in una zona sicura dai partigiani valdostani.

Monte Bianco, terra di demoni e spiriti dei morti

Secondo le leggende le valli più aspre del Mone Bianco, quelle ricche di ghiaccio e crepe, ospitano demoni e spiriti di morti. Spiriti maligni e creature nefaste che ogni tanto facevano sentire la loro presenza con suoni cupi e tremolii capaci di scuotere le case dei villaggi di montagna. Erano gli spiriti, intrappolati nel cuore roccioso della montagna, che cercavano di uscire, di sfondare le pareti di roccia e ghiaccio. Un giorno poi, di punto in bianco, i rumori sono cessati. Gli spiriti si sono assopiti, ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio.

I rumori e i tremolii capaci di raggiungere i paesi di valle erano quelli delle valanghe e dei crolli di seracchi. Un tempo, nei primi anni Mille e anche dopo, questi erano sconosciuti. Nessuno si sarebbe mai sognati di andare a vedere cosa succedeva lassù, nel mondo del ghiaccio. Non aveva senso e sarebbe stato uno spreco di energie inutile alla sopravvivenza. Così per anni e anni la leggenda ha tenuto banco. Ah, gli spiriti si sono quietati intorno al 1300 in concomitanza con la Piccola Era Glaciale.

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Un commento

  1. Il servizio di linea bianca con la vetta completamente in territorio francese spiega quanto ci tengano gli italiani all’annosa questione del confine…

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