Mostre e convegni

Land Art delle Dolomiti, le migliori opere

Sono stati resi noti nei giorni scorsi i nominativi dei dieci progetti selezionati per la 5° edizione di SMACH, Constellation of art, culture & history in the Dolomites. SMACH, la biennale internazionale di Land Art delle Dolomiti nata nel 2012, si presenta come una mostra open-space di arte contemporanea nel cuore della Val Badia. Per ogni edizione vengono selezionati, da una giuria di professionisti di settore, 10 artisti tramite un concorso internazionale. Le opere esposte sono in dialogo non solo con l’ambiente naturale in cui si collocano, ma anche con il patrimonio culturale, storico ed architettonico dei territori dolomitici, in uno scambio costruttivo e proficuo di valori locali, nazionali ed internazionali.

Rispetto alla scorsa edizione sono raddoppiate le domande pervenute. 1061 i progetti inviati da 72 paesi che sono stati esaminati dalla giuria internazionale composta da: Julia Bornefeld (Kiel, D artista), Gehard Demetz (Selva Gardena BZ, IT artista), Guus van den Hout (Oosterhout, NL curatore al MET di New York), Giacinto Di Pietrantonio (Pescara, IT consigliere della GAMeC di Bergamo), Giulia Ferracci (Roma, IT curatrice MAXXI Roma).

Gli artisti vincitori sono risultati essere: Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti, Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy, Xinge Zhang& Jiaqi Qiu, Jose Antonio Barrientos de Oria, Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni, Giacomo Savio, Notta Caflisch, Dimitri Khramov, Arturs Punte & Jekabs Volatovskis, VAZ: Andrea Ventimiglia & Alessandro Zotta.

La giuria premia sensi e emozioni

Una giuria prestigiosa, presieduta da Guus van den Hout – storico dell’arte olandese e curatore al MET di New York – quella della edizione 2021 di SMACH. Il board – composto da: Julia Bornefeld, artista tedesca; Gehard Demetz, artista altoatesino; Giacinto Di Pietrantonio, curatore e consigliere della GAMeC di Bergamo; Giulia Ferracci curatrice al MAXXI di Roma – si è riunito on line (a causa delle limitazioni legate al Covid) lo scorso 16 aprile per proclamare i progetti vincitori.

La genesi della scelta ha attraversato numerosi passaggi. Come primo criterio la giuria ha adottato la corrispondenza dei progetti al tema proposto: la parola “Fragile“. In seconda istanza sono stati esaminati: i parametri di fattibilità, di sicurezza e di adattamento al clima montano; la adeguata collocazione in ognuno dei siti predisposti e il valore di sostenibilità ecologica. Infine, sono stati considerati i principi di qualità, semplicità e originalità.

Oltre 100 progetti superavano la prima valutazione. La giuria ha quindi deciso di selezionare le dieci opere che meglio incontrassero la lettura da parte del pubblico e l’interazione con esso: “Le opere punteranno i riflettori sulla fragilità travolgente nello spazio e nella natura, un aspetto da non dare mai per scontato. Di conseguenza, abbiamo approfondito la bellezza, l’elemento più fragile in assoluto“, spiega Guus van den Hout nella presentazione della selezione finale.

Per raggiungere questo scopo la giuria ha identificato nel valore dellatangibilità” un ulteriore parametro. In un periodo in cui il distanziamento fisico è divenuto la “nuova normalità”, si è ritenuto urgente sottolineare quanto fosse caratteristica dell’essere umano quell’energia vitale innescata dai rapporti interpersonali e dal contatto diretto. Pertanto, in ultima istanza, sono state privilegiate le dieci opere che meglio vanno a toccare, sia metaforicamente che letteralmente, i sensi (vista, tatto, udito) e le emozioni (mente e cuore).

Un presente fragile

Il tema dell’edizione 2021 di SMACH è la parola “Fragile”, argomento strettamente legato al momento storico in cui siamo immersi.I partecipanti si sono cimentati liberamente offrendo il loro contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre l’attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono.

Ogni opera è stata ideata appositamente per uno dei siti selezionati dalla Biennale SMACH. Le località prescelte sono: Le da Rina, Chi Jus, Pra de Pütia, Forcela de Furcia, Val dl’Ert, Tru di Lec, La Crusc, Armentara, Fanes, Pederü. I siti si trovano tutti tra i 1.100 e i 2.300 mt., in Val Badia.

I vincitori riceveranno un premio in denaro di 2.000 € per ogni progetto ed una residenza per ogni artista di massimo 4 giorni per l’allestimento dell’opera. Le residenze avranno luogo solo in conformità con quelle che saranno, al momento dell’allestimento della biennale, le normative vigenti in caso di viaggi internazionali e le eventuali restrizioni dovute al Covid.

I progetti vincitori nel dettaglio

  1. Sara Ambrosini & Giorgia Marchetti | “Metafisica dell’occasione” | Milano, Italia – “Metafisica dell’occasione” è un’opera dedicata alla ricerca dei significati ambigui celati dal linguaggio e dalle sue interpretazioni.
  2. Atelier Poem: Alice Cecchini & Roman Joliy, “La casa della narrativa” | Urbino, Italia – L’opera del duo di architetti è una riflessione sul cambiamento percettivo e valoriale che la pandemia ha generato sulla funzione abitativa della casa.
  3. Xinge Zhang & Jiaqi Qiu | “Fragile as a rainbow” | Beijing, Cina – Per i cinesi Xinge Zhang e Jiaqi Qiu, la fragilità diviene elemento di forza se attraversata come percorso che porta alla consapevolezza.
  4. Jose Antonio Barrientos de Oria | “Vial” | Malaga, Spagna – “Vial” è una scultura totemica che ci riporta alla tragedia della pandemia. La fragilità dell’uomo e della natura sono sintomo qui del disequilibrio tra la disponibilità delle risorse ed il loro utilizzo.
  5. Nicoletta Aveni & Elisabetta Trussoni | “sup-Portare” | Aosta, Italia – Un’opera sul tema delle relazioni, sulla loro intimità e sugli effetti che generano anche a lungo termine, a prescindere se all’interno delle loro dinamiche i soggetti siano forti o deboli.
  6. Giacomo Savio | “Blu delle Dolomiti” | Nola, Italia – Il campano Giacomo Savio genera un senso di straniamento nello spettatore, collocando una cabina da spiaggia nel paesaggio montano.
  7. Notta Caflisch | “Nation State or State of a Nation” | Chur, Svizzera – “Nation State or State of a Nation” è un lavoro sul senso di identità nazionale e sul valore più o meno attuale dei confini territoriali.
  8. Dimitri Khramov | “MAMA” | Samara, Russia – Quest’estate l’artista e la madre avrebbero trascorso le loro vacanze in montagna. Nella presentazione del progetto Dimitrii scrive: “Mom, I’ll show you the Alps”.
  9. Arturs Punte & Jekabs Volatovskis | “Fragile silence” | Riga, Lettonia – Un’enorme istallazione sonora rivela i suoni impercettibili della natura. Per il duo lettone, fragilità è la mancanza di consapevolezza di quello che c’è ma che non è percepibile se non vi è posta la dovuta attenzione.
  10. VAZ: Andrea Ventimiglia & Alessandro Zotta | “2035” | St. Gallen, Svizzera – Un enorme timer scandisce il conto alla rovescia dal momento in cui gli effetti del riscaldamento globale saranno irreversibili.

Nella gallery trovate i rendering delle opere che saranno installate open air nel mese di giugno.

Quando visitare la mostra

La 5° edizione della biennale SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites, inaugurerà il 10 luglio 2021 in Val Badia e proseguirà fino al 12 settembre.

I dieci progetti artistici vincitori, concepiti appositamente per ognuno dei siti prescelti, comporranno un percorso espositivo en plein air in Val Badia – tra i 1.100 e i 2.300 mt. di altitudine – percorribile in 3 giorni di escursioniInoltre, in Val dl’Ert (in ladino: Valle dell’Arte) si potranno scoprire le opere delle edizioni precedenti di SMACH acquisite per la collezione permanente.

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5 Commenti

  1. Chi sa com’erano le peggiori…Non si riesce proprio a godere degli spazi senza marchiarli e “arricchirli” con targhe nomi e abbriccichi vari?

  2. Le installazioni di VERA Land art sono deperibili in quanto esposte ai fattori meteo, quando non smontate dopo una mostra..non sono restaurate, non ci investono capitali, tranne a volte un biglietto d’ingresso. Ci sono anche opere viventi in quanto costruite con piante..In val di Sella- Borgo Valsugana il tornado Vaia ne ha fatto strage..e comunque erano dentro bosco privato.ed avevano rilanciato turisticamente la zona. Se si cerca un nuovo rilancio della montagna oltre alle solite attivita’ mature, bisogna dare spazio pure a queste( pero’le siringhe le ho trovate vere infilate nel tronco di cirmoli).Nella libertà dellla natura si puo’ sempre gridare “Che ca***ta pazzesca!”meglio se con eco che rimbalza…e si cambia valle ..dove magari si trovano opere Land art che…piacciono,

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