Ambiente

Earth Day 2021. Quanto è cambiata la Terra in 40 anni?

“Restore our Planet”, questo il tema dell’Earth Day 2021. Una Giornata Mondiale della Terra in cui veniamo invitati a riflettere sugli errori, piccoli e grandi, della nostra quotidianità e della storia moderna, per assicurare un futuro migliore al Pianeta. Un futuro che guarda al passato, come ben evidenzia la scelta del verbo “restore”, con il significato di ripristinare, riportare la Terra al suo splendore. Una utopia? Forse un po’ lo è. Forse abbiamo raggiunto un punto di non ritorno nella alterazione di ecosistemi e equilibri, come dimostrano i recenti studi sui ghiacci antartici ad esempio, ma non per questo è il caso di arrendersi di fronte all’avanzata dei cambiamenti climatici. Il freno si può azionare, ma bisogna farlo tutti insieme.

La tormentata storia dell’Earth Day

L’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra, viene istituita negli USA nel 1970 grazie all’impegno di due personaggi: l’ambientalista e pacifista John McConnell e il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson.

McConnell nel corso della Conferenza dell’UNESCO a San Francisco del 1969 propose di dedicare una giornata alla celebrazione della vita e della bellezza della Terra e alla promozione della pace. Idea ben accolta che portò alla sottoscrizione di un documento ufficiale firmato da 36 leader mondiali, che riconosceva la nascita della Giornata Mondiale della Terra (Earth Day). La prima celebrazione si tenne il 21 marzo 1970, in occasione dell’equinozio di primavera. Una ricorrenza che è diventata una cerimonia propria del quartier generale delle Nazione Unite a New York, dove ancora oggi si suona la Campana della pace nel momento esatto dell’equinozio dell’emisfero settentrionale.

Il senatore Nelson dalla sua, da tempo perplesso di fronte al crescente inquinamento aereo degli USA, legato all’uso massiccio di combustibili fossili e pesticidi, trovò nella fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil, l’innesco per promuovere una imponente manifestazione per la salvaguardia dell’ambiente, che coinvolgesse, sull’esempio del movimento studentesco contro la guerra in Vietnam, i giovani statunitensi. Contattò così l’attivista Denis Hayes, che coniò il nome di Earth Day. Nel 22 aprile 1970 si riunirono in difesa dell’ambiente circa venti milioni di cittadini americani. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale. Una manifestazione dunque totalmente statunitense, che però nel corso dei decenni è divenuta un evento mondiale. Oggi sono 193 le Nazioni che riconoscono e partecipano nella data del 22 aprile all’Earth Day.

McConnell non mancò di accusare Nelson di furto di nome. Lo staff di Nelson dalla sua rivendicò la paternità della denominazione “Earth Day”. Ci fu anche una proposta di fusione delle due giornate omonime ma McConnell rifiutò.

Earth Day e cambiamenti climatici

Nel corso dei decenni la Giornata Mondiale della Terra (di Nelson) è divenuta occasione per concentrarsi collettivamente sulle crescenti minacce alla salute del Pianeta, attraverso meeting e eventi, organizzati in loco e via internet (negli ultimi due anni, a causa della pandemia, l’Earth Day è una manifestazione esclusivamente online ma le iniziative non mancano). Fulcro centrale della Giornata sono in particolare i cambiamenti climatici.

Il tema di quest’anno “Restore Our Planet”, come anticipato invita a riflettere sulle nostre scelte, fin dal quotidiano, per limitare gli impatti a livello globale. “Dobbiamo concentrarci sui processi naturali, sulle tecnologie verdi e sul pensiero innovativo che assieme possono contribuire in maniera duratura e trasformativa a ripristinare la nostra Terra, ha dichiarato Kathleen Rogers, Presidente di EarthDay.org in una intervista a Vogue.

Quanto è cambiata la Terra?

Per prendere coscienza di un problema e attivarsi nella sua risoluzione, noi esseri umani abbiamo la necessità di toccare con mano la realtà delle cose. Il cambiamento climatico non è da meno. Ne parliamo quotidianamente, anche al di fuori dell’Earth Day, ma sappiamo quantificarne gli effetti? Riusciamo a comprendere quanto la Terra stia cambiando rapidamente? Forse no. Forse non con estrema precisione. In questi ultimi giorni ci viene in aiuto in tal senso Google Earth con il nuovo tool “Timelapse”. Si tratta di una funzione che consente di effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo.

Grazie a 24 milioni di immagini satellitari raccolte tra il 1984 e il 2020 è possibile vedere riassunta in pochi secondi la evoluzione di ogni angolo del Pianeta. Assistere allo sviluppo urbano, alla deforestazione di ampie aree verdi e all’espandersi dei processi di desertificazione. Un risultato eccezionale nato dalla collaborazione tra il team Earth di Google e i tecnici della Nasa.

Si può viaggiare in ogni angolo della Terra e al contempo lungo 37 anni di storia. La selezione della località può anche essere effettuata sulla base di cinque aree tematiche: “Foreste che cambiano”, “Una bellezza fragile”, “Fonti di energia”, “Riscaldamento globale” e “Espansione urbana”.

“Il nostro Pianeta ha assistito a rapidi cambiamenti ambientali nell’ultimo mezzo secolo più di quanto ne abbia visti in qualsiasi altro momento della storia umana – spiega lo staff di Google – . Molti hanno sperimentato questa evoluzione all’interno delle proprie comunità. Per altri, gli effetti del cambiamento climatico sembrano astratti e lontani, come lo scioglimento delle calotte polari e il ritiro dei ghiacciai, ma hanno una conseguenza su tutti.”

Un tool informatico nato con un solo scopo: invitarci a riflettere sul futuro, guardando al passato.

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