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“Sette anni in Tibet”. La storia di Heinrich Harrer e della sua amicizia con il Dalai Lama

Nella lista dei film di montagna divenuti ormai un classico, che in tanti rivedremmo volentieri più e più volte, trova per certo spazio “Sette anni in Tibet” (USA, 1997, 2h 16′). Pellicola drammatica a firma del regista Jean-Jacques Annaud, ispirata al libro autobiografico di Heinrich HarrerSieben Jahre in Tibet” (1953), che vede come protagonista un giovane Brad Pitt. L’alpinista austriaco, membro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori e delle SS, racconta la spedizione nazionale tedesca al Nanga Parbat del 1939, la successiva prigionia britannica in India dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la sua fuga in Tibet. Una storia che parla di accoglienza, da parte del popolo tibetano ancora indipendente, e della inattesa nascita di una amicizia con il Dalai Lama. Il film è disponibile in versione integrale su Netflix e Youtube.

Trama

Nel 1939 l’alpinista austriaco Heinrich Harrer parte per una spedizione nazionale tedesca in Tibet con l’intento di scalare il Nanga Parbat, senza curarsi delle preoccupazioni della moglie Ingrid incinta, che affida all’amico Horst. Nel frattempo in Tibet, un bimbo di quattro anni viene designato come nuovo Dalai Lama e venerato dai fedeli.

Quando gli scalatori arrivano al campo base, nel turbine della tempesta di neve, vengono fatti prigionieri dai soldati inglesi e scoprono che è scoppiata la guerra e loro, come austriaci, sono considerati nemici della Gran Bretagna. Portati in un campo di prigionia, dopo qualche tempo Harrer comincia a leggere libri che parlano del Tibet mistico, e poi riceve una lettera in cui la moglie chiede il divorzio per poter sposare Horst.

Insieme ad altri compagni fugge dal campo, poi prosegue da solo. Dopo molte vicende, si ritrova col capo della spedizione Peter, insieme raggiungono Lhasa, la capitale del Tibet, dopo un viaggio che ha trasformato il carattere di Heinrich. Ormai adolescente, il Dalai Lama fa chiamare a palazzo Heinrich, e con lui passa molte giornate.

Intanto la Cina invade ed occupa il Tibet. Di fronte all’invasione, Heinrich capisce che è il momento di fuggire e vorrebbe che il Dalai Lama lo seguisse. Ma il ragazzo rimane. Heinrich torna a Vienna, va dal figlio che non ha mai visto. Poi arrivano notizie sulla fuga del Dalai Lama in India. Una amicizia, quella nata tra Harrer e il giovane Dalai Lama, che perdurerà oltre il ritorno dell’austriaco a casa, cambiandone la filosofia di vita.

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