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Alpi Cozie. 250 pecore assunte come “operatori ecologici” in quota

In Val Susa la biodiversità delle praterie montane si conserva con l’aiuto delle greggi. Una iniziativa, quella di ingaggiare pecore come “operatori ecologici” in quota che l’Ente Parchi delle Alpi Cozie, conduce già da anni con successo. Il loro compito è molto semplice: mangiare l’erba.

Come è possibile che cibandosi di erbe le pecore siano in grado di preservare piuttosto che alterare la biodiversità locale? Per comprenderlo bisogna avere chiara l’evoluzione di queste praterie alpine.

Cosa sono le Oasi Xerotermiche

“L’area interessata dal pascolo delle pecore itineranti fa parte di un’ampia porzione di territorio valsusino a monte degli abitati di Venaus, Mompantero, Susa, Bussoleno e Chianocco, con terreni a substrato calcareo esposti a sud lungo un versante poco piovoso e spesso battuto da secchi venti di foehn, si presenta come una vera e propria “enclave” di specie animali e vegetali tipiche dei climi caldi e secchi mediterranei e così lontane dal contesto alpino in cui è inserita. Da qui il nome di Oasi Xerotermiche (dal greco antico Kseròs, arido, secco) le cui caratteristiche peculiari le hanno portate a essere inserite nella Rete Natura 2000 come Zona Speciale di Conservazione. Si pensi ad esempio che i 1250 ettari di estensione dell’area rappresentano lo 0,05% del territorio piemontese ma conservano il 14% delle specie floristiche presenti nell’intera Regione, tra cui rare specie di orchidee selvatiche, spiega l’Ente.

“Quello che oggi appare come un ambiente prevalentemente brullo, fino a pochi decenni fa era ampiamente utilizzato dagli abitanti come si può osservare dalle tracce ancora presenti di terrazzamenti a secco, antiche mulattiere, coltivazioni e vigneti – prosegue – . Anzi, proprio l’abbandono da parte dei pastori e dagli agricoltori in genere rischiava di mettere in serio pericolo i delicati equilibri ecologici che caratterizzano questi ambienti più unici che rari su cui l’Ente, dal 2013 al 2019, con uno specifico progetto europeo denominato Life Xero-grazing, ha avviato un’attività di pastorizia opportunamente gestita, in grado di conservare i prati e il loro patrimonio di biodiversità dall’invasione di vegetazione arbustiva soffocante. Un esperimento pionieristico e ambizioso: affidare la tutela e la conservazione di questi preziosi scrigni di ricchezza naturale a… un gregge di pecore”.

Gregge già in azione

Le pecore sono già entrate in azione nella loro opera di recupero delle praterie delle Oasi Xerotermiche. Nei giorni scorsi il gregge hanno iniziato a lavorare nelle aree circostanti i Laghi di Avigliana da cui più avanti si sposterà nella media Val Susa.

“Grazie alla collaborazione dei comuni e dei proprietari di terreni, sono stati messi a disposizione per il gregge oltre 100 ettari di prateria su cui è stato realizzato un piano di pascolo sostenibile incentrato sul valore pastorale delle foraggere disponibili in zona. Ne risulta un Carico Mantenibile di un gregge da 250 ovini per 75 giorni all’anno con la garanzia di un sufficiente nutrimento per gli animali senza impoverire, anzi con notevoli vantaggi, sulla qualità delle formazioni erbacee – chiarisce il Parco – . Dopo gli studi di fattibilità e la predisposizione dei pascoli con la realizzazione di un impianto di abbeveraggio, nel 2014 sono stati assunti gli operatori “ecologici” incaricati del lavoro: le pecore. L’Ente ha proceduto con un iniziale acquisto di 150 ovini di razza Biellese e Bergamasca, adatte a questo tipo di terreni per caratteristiche fisiche di agilità, che sono state affidate attraverso bando pubblico in gestione gratuita ad un pastore ( che fruisce però a suo favore, di tutti i pascoli e della produzione del gregge ecc.) con l’incarico di condurle al pascolo insieme ad altri 100 capi di sua proprietà sui terreni individuati all’interno delle Oasi Xerotermiche.”

Un lavoro in accordo con gli allevatori

L’accordo condiviso con il gestore del gregge prevede il mantenimento gratuito, il rispetto delle norme sanitarie dei capi e l’allevamento di un numero sufficiente di agnellini atto a garantire il ricambio generazionale del gregge.

La tecnica utilizzata nelle Oasi Xerotermiche dall’allevatore è detta “del pascolamento guidato” e consiste nella conduzione e gestione del gregge da parte del pastore con l’aiuto dei cani da guardiania, rispettando il Carico Mantenibile Massimo e il piano di pascolo predisposto dall’Ente. Sono previste aree di stabbiatura temporanee per la custodia notturna del gregge utilizzando le reti anti predazione ed i due cani anti lupo che l’Ente ha messo a disposizione oltre all’utilizzo dell’impianto predisposto per l’abbeveraggio.

Un accordo che porta all’allevatore due vantaggi principali: poter pascolare gratuitamente sui terreni anche il proprio bestiame e poter ricavare profitto dalla vendita degli agnelli.

Arrivando al Parco mi ha fatto molto piacere constatare che un’idea progettuale che avevo lanciato nel 2012 come Parco Orsiera Rocciavrè sia poi stata sviluppata due anni dopo dal Parco Alpi Cozie che era subentrato nella gestione dell’area protetta, e che sia tutt’ora attiva e funzionante – sottolinea il Presidente del Parco Mauro Deidier – . Si tratta di una sperimentazione riuscita, che ha una ricaduta positiva nel contrasto al degrado, nel rischio incendio e nella conseguente necessità di rigenerazione degli habitat; dovremmo svilupparla anche in altre aree del territorio”.

Primavera 2021

Come evidenziato dal Parco, la primavera 2021 nelle Oasi Xerotermiche sarà una stagione importante anche da un punto di vista gestionale, per valutare la resilienza degli habitat delle praterie Xeriche all’impatto dei devastanti incendi dell’autunno 2017.

Subito dopo tali eventi si era osservato che gli effetti dei roghi nelle aree soggette al pascolamento risultavano inferiori rispetto alle zone circostanti, grazie alla minore presenza di biomassa secca al suolo. Nei prossimi mesi verranno effettuati nuovi monitoraggi per verificare lo stato di ripresa della vegetazione nelle praterie e quello delle orchidee selvatiche, a 3 anni di distanza dagli incendi. Questo monitoraggio permetterà anche di avere un riscontro sugli effetti positivi che il pascolamento è in grado di produrre sulla capacità di rigenerazione in seguito agli incendi.

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Un commento

  1. Le greggi in transito transumante in pianura…specie lungo gli argini erbosi di fiumi, lasciano una scia di caccole e chiazze di urina.Si deve aspettare mesi che si secchino al sole e una qualche pioggia a dirotto che le dilavi.Purtropppo attraversamenti abusivi pure nei centri cittadini e su piste ciclabili dove sono confinatii.. i zona rosso-arancianti .altro che aria buona. Copertoni e suole da ..scrostare e sanificare.Meglio che rispettino tracciati non interessanti i comuni cittadini o rimangano in quota a far del bene alle praterie ed a frenare l’avanzata di cespugli e arbusti..Interessante il recupero della lana anche per pannelli thermofonoisolanti delle abitazioni , ma pare che ci rifilino la pastica espansa perche’ conviene di piu’ ..ai costruttori.

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