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Adam Ondra e Alex Honnold. Una chiacchierata su arrampicata e vita da climber

Se vi siete divertiti nel seguire l’incontro virtuale a tema Dawn Wall tra Adam Ondra e Tommy Caldwell, non resterete delusi dalla seconda chiacchierata condivisa da Ondra sul suo canale Youtube, in compagnia di un altro personaggio del mondo dell’arrampicata che non necessita di presentazioni: Alex Honnold.

“Sarebbe stato certamente più divertente arrampicare (e parlare) con Alex Honnold su qualche big wall – commenta Ondra – ma per ora tocca accontentarsi di questa fantastica chiacchierata. Alex è un ragazzo incredibilmente tranquillo ed è un atteggiamento che si ritrova anche nel suo grandioso stile nell’arrampicata. É stato quasi sorprendente scoprire che abbia trovato il free solo su El Cap più rassicurante che salire sull’arenaria della Repubblica Ceca. Abbiamo affrontato molteplici argomenti. Alex ha condiviso esperienze fonte di ispirazione, e pensieri. E al di là della divertente storia di come ci siamo incontrati, abbiamo parlato dei nostri sforzi nell’arrampicata. Provando anche a comprendere se salire vie più difficili ci renda evidentemente più forti. Abbiamo parlato dell’arrampicata sportiva, dello Speed climbing, di come affrontiamo il fatto di essere oggetto di grandi attenzioni e se ci sono responsabilità connesse all’essere un personaggio pubblico. E tanto altro ancora. Buon divertimento!”.

Due mondi a confronto

Una mezzora di conversazione da gustare tutta d’un fiato che, come premesso da Adam, spazia tra argomenti vari. Partendo dal primo incontro tra i due campioni, a Bratislava, per scendere poi nel dettaglio delle proprie vite da climber.

Si ride fin dall’inizio, vi avvisiamo. Il racconto del famoso incontro nella palestra di Bratislava, con un Honnold basito alla vista di Ondra, urlante nel corso di una sessione di boulder di fronte a una platea di bambini, è esilarante. La necessità di gridare, in particolare nei passaggi chiave, viene tra l’altro spiegata nel dettaglio dal climber ceco.

Si resta stupiti nel notare quanto Honnold ammiri la velocità e la tecnica di Adam. “Io non saprei muovere in contemporanea mani e piedi”, ammette. Ci troviamo di fronte a due climber eccezionali, che affrontano l’arrampicata con un approccio mentale agli antipodi.

“Io trovo l’arrampicata estremamente rilassante, meditativa – racconta Alex, aggiungendo che preferisca salire vie facili. “Mi dedico a sfide complicate solo quando devo”. Esprimendo in cifre quanto sia importante impegnarsi in parete, Honnold afferma: “mi piace dare un 75%”. Adam invece punta sempre a dare il massimo, perché “dare il 100% è divertente”. “Dare il 100% è duro e doloroso”, ribatte con tono ironico Honnold.

Il climber californiano effettivamente non ha mai mostrato particolare passione nell’arrampicata sportiva. Soltanto lo scorso anno ha salito il suo primo 9a, esperienza che Adam non manca di ricordare, chiedendo se 9a possa ritenersi il limite di Honnold. “Sinceramente il 9a che ho salito è probabilmente un 8c+”, ammette con modestia Alex.

La curiosità di Honnold su come Ondra faccia ad appassionarsi ai gradi dell’arrampicata sportiva è grande. Lo dimostra la tempesta di domande cui lo sottopone per entrare nel suo mondo. Ogni grado in più di difficoltà è per il climber ceco fonte di nuove conoscenze, esperienze. “Non si tratta solo di saper affrontare appigli più piccoli, i movimenti si fanno più complessi e devi conoscere più trucchi per arrivare in cima”. 

Non manca una parentesi sulle Olimpiadi di Tokyo e il lungo allenamento cui si sta sottoponendo da oltre un anno Adam, soprattutto per migliorare nello Speed. La sua modalità di suddivisione dei tempi, tra allenamento, pause per lo yoga e la meditazione stupisce oltremodo Honnold. Altre curiosità riguardano la gestione dei viaggi in vista delle competizioni, così come i pro e i contro di una relazione con una climber professionista come Iva Vejmolová.

Con lo sguardo al futuro, i due campioni provano a immaginare una salita da affrontare insieme. Il suggerimento arriva da Honnold: le Angel Falls, a Tepui in Venezuela, o qualcosa a Yosemite.

Si parla anche di celebrità. Di cosa significhi essere un personaggio famoso, fonte di ispirazione per molti e al contempo oggetto della curiosità degli appassionati, che talvolta valicano il limite della privacy e del rispetto. E di punti di riferimento d’infanzia, come Chris Sharma e Tommy Caldwell per Alex o Wolfgang Güllich per Adam. E ancora qualche riflessione sull’alpinismo patagonico di Honnold. Avventure sporadiche per il climber californiano, che ammette di non essere un grande appassionato di alte vette e lunghi e noiosi avvicinamenti.

Due mondi a confronto che, in chiusura, lasciano aperta la possibilità di incrociare le proprie vie per vivere assieme qualche avventura.

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