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Alla scoperta della storia dell’alpinismo e dell’outdoor attraverso l’archivio Ferrino

Foto, lettere, cartoline, brevetti, prototipi. Sono solo alcuni degli oggetti contenuti all’interno dell’archivio storico digitale Ferrino che l’azienda torinese ha deciso di rimettere in ordine attraverso un attento lavoro di catalogazione e digitalizzazione. Un patrimonio che, oltre a raccontare un secolo e mezzo di storia industriale, svela la nascita e l’evoluzione dell’outdoor. Racconta, da un punto di vista privilegiato, il rapporto con alpinisti ed esploratori che hanno fatto la storia dei tempo moderni. Dalla corsa ai 14 Ottomila di Reinhold Messner, alle traversate polari di Børge Ousland fino ad arrivare all’avventura, in tutte le sue forme, di Mike Horn. Scoprire l’archivio è un po’ come cimentarsi in un viaggio d’esplorazione dell’età contemporanea, rappresenta quasi un’immersione all’interno di una storia pionieristica. Abbiamo deciso di andare leggermente oltre l’archivio dialogando di questa storia con uno dei suoi protagonisti l’ingegner Alberto Ferrino.

Ingegnere, cosa rappresenta per lei Ferrino?

“Per me è sinonimo di tradizione familiare. Ho iniziato a lavorare in azienda con mio nonno, rappresenta le mie origini nonostante gli studi in ingegneria aeronautica che avrebbero potuto portarmi in altre direzioni.”

Di cosa si occupava Ferrino quando lei è entrato in azienda?

“Erano gli anni Cinquanta e ancora non faceva tende. Le aveva fatte in passato, soprattutto per scopi militari. In generale Ferrino si occupava di realizzare teloni impermeabili. Con il mio ingresso è poi nata la linea di tende per il campeggio.”

Quindi si è anche occupato di progettazione…

“Si, soprattutto agli albori dell’esplorazione. La prima linea di tende per il campeggio l’ho ideata e progettata io. Poi abbiamo creato un catalogo e abbiamo costituito una rete di agenti di vendita che andassero a mostrare il nuovo prodotto sul mercato.

Dal campeggio siamo passati all’esplorazione, dove bisognava creare un oggetto in grado di soddisfare determinati requisiti.”

Cioè?

“Le tende dovevano resistere ai venti forti ed essere leggere. Ricordo che i test li facevamo nella galleria del vento perché non c’era altro modo per fare un test preciso. Poi si facevano colloqui con l’atleta, per comprendere a fondo le sue necessità, gli sottoponevano il prototipo, raccoglievamo le sue impressioni. Si apportavano alcune modifiche e poi si arrivava all’oggetto finito, pronto per la spedizione. Al rientro si osservavano i risultati, se aveva funzionato oppure no, cosa migliorare, cosa mantenere. Piccoli particolari utili a migliorare sempre di più il prodotto.  La prima tenda costruita per Messner ci ha richiesto mesi di lavoro.”

A proposito di Messner, che tipo di rapporto si è venuto a creare in quegli anni?

“A noi l’ha presentato Beppe Tenti, un amico e famoso organizzatore di viaggi e trekking in giro per il Mondo. Lui e Messner andavano insieme in Himalaya. Ce l’ha presentato dicendoci che aveva degli obiettivi importanti e che forse noi potevamo dargli una mano a realizzarli. Voleva effettuare salite solitarie sugli Ottomila, chiedeva prodotti che fossero sia molto leggeri che molto performanti.

Abbiamo sempre avuto un rapporto facile, ci si intendeva velocemente senza bisogno di vedersi in continuazione. Una telefonata, poche parole e sapevamo su cosa lavorare.”

Oltre al rapporto è stato facile soddisfare le sue richieste?

“All’epoca facevamo tende che non erano ancora proiettate verso il mondo dell’alpinismo. La collaborazione con Messner ci ha offerto l’opportunità di entrare in questo mondo creando modelli specifici per la disciplina. È stato un periodo molto prolifico per Ferrino, con una grande visibilità nel settore outdoor che prima non avevamo.”

Sono gli stessi anni in cui l’outdoor diventa un fenomeno di massa…

“Esatto. Grazie a Messner, ma anche agli altri esploratori del tempo come Ambrogio Fogar, cresce l’interesse verso questo mondo. Il pubblico di appassionati è sempre più vasto, sognatori ispirati dalle imprese sugli Ottomila che iniziano a frequentare le montagne.

Fogar è più divulgativo di Messner, va spesso in televisione, racconta e accompagna il suo pubblico alla scoperta del pianeta.”

Com’è cambiato questo mondo dagli anni Ottanta a oggi?

“Oggi stiamo vivendo l’outdoor a 360 gradi, un fenomeno molto interessante. Negli anni Settanta o Ottanta non era così. Avevi l’esploratore, l’alpinista, quello che viaggiava in bici. C’era tutto, ma ognuno era focalizzato su un settore specifico. Forse uno dei primi a incarnare questa visione a 360 gradi è proprio stato Messner: alpinista ed esploratore, viaggiatore. Prima di lui abbiamo però il precedente storico del Duca degli Abruzzi, un uomo con una visione sorprendente. “

Un’ultima domanda. 150 anni di storia cosa rappresentano oggi?

“Un sigillo di serietà, soprattutto in questi anni in cui stiamo assistendo a un ritorno verso i valori veri, quelli che guardano oltre al prodotto.”

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Un commento

  1. Ho una tendina Ferrino a due posti, modello Messner d’alta quota, con un solo telo di cotone in goretex, che ha quasi 40 anni e non ha una grinza ! Non entra mai l’acqua !!!!
    Le sono affezionato, perché è un regalo, però quelle di adesso pesano la metà 🙂

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