AlpinismoAlta quota

Simone Moro il prossimo inverno ancora al Manaslu

Ho ancora troppa voglia d’azione e la lista dei sogni è lunga…” scriveva Simone Moro congedandosi dalla spedizione invernale al Manaslu il 22 febbraio scorso, una settimana dopo avrebbe fatto lo stesso anche il compagno Alex Txikon.

Tornato casa, l’alpinista bergamasco svela i propri progetti futuri invernali, che lo riporteranno il prossimo dicembre 2021 per la quarta volta al Manaslu. La carta che si giocherà sarà, come spiega al quotidiano L’Eco di Bergamo, una strategia differente: partire già a inizio dicembre per acclimatarsi nella valle del Khumbu, magari sull’Ama Dablam, per poi arrivare al campo base il 21 già pronto per affrontare la montagna tra la fine dell’anno e l’inizio di gennaio, i giorni che negli ultimi anni si sono rivelati più benevoli dal punto di vista meteo. Effettivamente, a causa anche dell’arrivo in ritardo al campo base, conseguente alle lungaggini burocratiche dettate dai protocolli sanitari spiega Moro, quest’anno le finestre di bel tempo migliori sono state “sprecate” per l’acclimatamento. Senza dimenticare la necessità di cambiare via a causa dei crepacci sulla normale, che ha fatto slittare ulteriormente i programmi.

Una stagione quella di Moro al Manaslu più facile del previsto per alcuni aspetti, insidiosa per altri, ma anche resa complessa sotto il profilo psicologico da quello che nel frattempo accadeva al K2: “È stata senz’altro l’invernale più tragica della storia. Dopo quello che è successo sul K2, tutte le attenzioni si sono spostate su di noi ed è a quel punto che ho sentito più forte la responsabilità di comportarmi nella maniera più conservativa possibile: tornare a casa è diventata ancora di più la priorità” racconta al quotidiano bergamasco l’alpinista parlando della sua decisione di tornare a casa e aggiunge: “Del resto, dobbiamo essere più consapevoli del fatto che i fallimenti possono essere anche più frequenti, perché ormai stiamo provando a superare limiti che nel tempo abbiamo spostato sempre più avanti”.

Esperienza, che è stata messa nello zaino per la prossima stagione fredda, del resto c’è sempre qualcosa da imparare, anche se si è tra i migliori himalaysti in inverno.

La spedizione invernale – conclude Simone Moro – è una scelta che dev’essere consapevole perché l’inverno è la stagione più inospitale di tutte, in Pakistan più ancora che in Nepal, e quest’anno al K2 c’erano, purtroppo, tanti inconsapevoli”.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Nell’articolo su L’Eco viene si legge come fossero parole del Moro, anche il titolo in grassetto, che i morti sono stati 4.
    Uno è stato dimenticato, o era antipatico a qualcuno, o…… chissà, però anche solo 4 merita la prima pagina.

    Forse io non capisco proprio niente di come vada fatta l’informazione moderna per la gente moderna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close