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Ghiacciai himalayani visti dallo spazio. NASA: “Insolito scioglimento invernale”

Solitamente nel mese di gennaio le immagini satellitari mostrano le vette himalayane ricoperte di neve fresca. “Macchie” candide su sfondo bruno. L’inverno 2020/2021, che tanta neve sta regalando alle nostre montagne di casa, appare piuttosto insolito agli occhi degli esperti della NASA. Un confronto fotografico tra scatti risalenti al  13 ottobre 2020 e al 17 gennaio 2021 rende evidente che in Himalaya ci sia qualcosa che non va. Gli scienziati parlano di un “insolito scioglimento invernale” verificatosi negli ultimi mesi. Molteplici ghiacciai e vette appaiono di fatto privi del nuovo manto nevoso annuale.

La situazione nella regione dell’Everest

Le immagini in false-color del NASA Earth Observatory, realizzate da Lauren Dauphin a partire dai dati Landsat data dello U.S. Geological Survey, mostrano in particolare alcuni dei ghiacciai della regione dell’Everest. Quelli della zona di Nanpa La e Nup La (nell’area del Cho Oyu), circa 50 km a Nord Ovest rispetto al Tetto del Mondo, e il Rolwaling Glacier, a 20 km Sud rispetto a Nanpa La.

I differenti colori che vedete negli scatti identificano la neve (azzurro più chiaro), il ghiaccio (azzurro più scuro), l’acqua di scioglimento (blu), le rocce (marrone) e la vegetazione (verde). Le aree in nero sono essenzialmente zone d’ombra.

Cosa è successo nella zona dell’Everest tra ottobre 2020 e gennaio 2021? Il limite delle nevi, il confine per intenderci tra superficie innevata e terreno nudo, è salito in quota di 100 metri. Ne consegue che si sia verificato un significativo scioglimento.

Un inverno caldo sull’Everest

“Una significativa area dei ghiacciai sta sperimentato con alta probabilità fasi di scioglimento nel corso di tutto l’anno – spiega Mauri Pelto, glaciologo presso il Nichols College di Dudley, Massachusetts – . Negli anni passati, in massima parte lo scioglimento si fermava durante l’inverno e la linea delle nevi restava immobile. Quest’anno la situazione è decisamente diversa”. 

La stagione dello “scioglimento” dei ghiacci (ablazione) nella regione dell’Everest si concentra solitamente nel periodo dei monsoni, dunque tra aprile e settembre. A ottobre 2020 le temperature non hanno accennato ad abbassarsi, motivo per cui lo scioglimento si è esteso di ulteriori 4 mesi. Il 22 gennaio 2021 le stazioni meteo presenti al campo base dell’Everest hanno riportato temperature massime oltre lo zero per 8 giorni da inizio mese. Il 13 gennaio si è raggiunta la temperatura più elevata diurna, pari a 7°C.

“Praticamente siamo di fronte a condizioni primaverili o estive nel bel mezzo dell’inverno – dichiara Tom Matthews, climatologo della Loughborough University (UK) – . Questi scioglimenti fuori tempo sono associati a flussi di aria più calda trasportati dai venti da Ovest”. 

Accanto allo scioglimento della neve il team di Matthews ha anche osservato minori accumuli nevosi durante la stagione monsonica. Solitamente è in estate, con l’arrivo dei monsoni, che si accumula sulla regione il 75% della neve annuale. Invece dal 2019 è stato notato un aumento estivo di piogge e fenomeni di scioglimento, con contemporanea diminuzione delle nevicate. Di conseguenza, le insolite temperature miti invernali, vanno a sciogliere neve accumulatasi prima della stagione monsonica.

C’è da allarmarsi?

La risposta secondo Pelto è sì. “Ho già assistito a fasi di assenza di precipitazioni nevose nel mese di gennaio in precedenza, ma c’è da dire che solitamente il limite delle nevi non è mai stato localizzato così in alto”. Per sistemare la situazione sarebbe necessario un abbassamento delle temperature con contemporaneo ritorno di intense nevicate. Condizioni che consentirebbero di arrestare lo scioglimento in corso.

Dal 23 gennaio le temperature massime sono in realtà scese nuovamente sotto lo zero. Ma l’intensità delle nevicate non è aumentata e l’aria risulta ancora troppo secca. Cosa succede in tali condizioni? Che le temperature basse portano la neve a sublimare, passando direttamente dallo stato solido a quello gassoso, con effetto di ridurre ulteriormente la copertura nevosa.

“Non credo che lo scioglimento si arresterà a breve – conclude Pelto, evidenziando che finché persisteranno tali condizioni meteo, si assisterà a scioglimento dei ghiacci e sublimazione della neve – . Risulta evidente che sui ghiacciai di tal quota si stia progressivamente assistendo a un allungamento della stagione dell’ablazione e a una espansione dell’area interessata dal fenomeno”.

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