Dhaulagiri e Annapurna nel mirino dei “tarvisiani”
TARVISIO, Udine — Dieci giorni alla partenza, fissata per il 2 aprile. Nives Meroi e compagni tenteranno di finire il "lavoro" sul Dhaulagiri, mancato per pochi passi lo scorso anno. Poi, subito dopo, sarà la volta dell’Annapurna.
Il Dhaulagiri (8.167 metri, nella spettacolare foto in alto) è la settima vetta della Terra. Curiosamente, scalata per la prima volta da tredici alpinisti il tredici maggio del 1960. Una “Montagna Bianca”, come vuole il suo stesso nome in antica lingua sanscrita. La salita si svolge su terreno molto ripido, con difficili passaggi su roccia nella parte sommitale.
Condizioni che l’anno scorso hanno costretto i "tarvisiani" alla ritirata, proprio quando si trovavano a pochi metri dalla vetta. Le difficili condizioni meteo e le creste troppo cariche di neve hanno reso impossibile raggiungere la cima.
Dopo il Dhaulagiri, verso la metà di maggio i tarvisiani si trasferiranno all’Annapurna. La scalata sarà immediata per sfruttare l’acclimatamento acquisito e il breve periodo in cui le condizioni della montagna consentono la salita. La via normale non è tecnicamente difficoltosa. Ma ha una "fama tetra" per le continue, grandi valanghe e le tragedie che lì si sono verificate.
Il gruppo, molto affiatato e con esperienze alpinistiche condivise, adotterà come sempre lo stile leggero e pulito, senza ossigeno, né portatori d’alta quota, per il quale sono conosciuti in tutto il mondo.
Se questa primavera vedrà i gioielli alpinistici di Tarvisio impegnati in un ambizioso programma nepalese, l’estate porterà aria di cambiamento. Obiettivo dello stesso team sarà il K2, versante sud, per coronare l’impresa tentata dieci anni fa e conclusasi a soli 150 metri dalla vetta.
Sara Sottocornola