AlpinismoAlta quota

Tre giovani Sherpa realizzano la prima salita del difficile Luza Peak (5726 m)

Il messaggio: "Gli Sherpa non arrampicano solo per guadagnarsi da vivere"

Mentre gli occhi del mondo osservano da lontano il campo base del K2, che in questi giorni inizia ad affollarsi per l’arrivo delle ultime spedizioni pronte a entrare in azione nel tentativo di domare nella stagione invernale la seconda vetta del Pianeta, la nuova generazione degli Sherpa porta a casa successi senza troppo clamore mediatico. Un trio under 30 composto da Lhakpa Gyaljen Sherpa, Pemba Sherpa e Urken Sherpa ha realizzato lo scorso giovedì 17 dicembre la prima salita del Luza Peak (5726 m), un Cinquemila tecnico nella Valle del Khumbu, emblema del cambiamento climatico.

La vetta è rimasta per secoli perennemente coperta di neve. Oggi appare invece come una nuda piramide rocciosa. Il team ha toccato la vetta attorno alle 12.15. A supportarli a livello logistico e fornire loro la giusta attrezzatura per realizzare in sicurezza un sogno, l’alpinista statunitense Conrad Anker.

Una spedizione per promuovere un turismo invernale rispettoso

Come si legge sulla pagina della Xtreme Climbers Treks & Expeditions P. Ltd., che ha coordinato il “First Ascent Project 2020 Winter”, la spedizione è nata con una serie di obiettivi precisi:

  • realizzare una salita nel rispetto dell’ambiente, all’insegna della sostenibilità, senza lasciare traccia del passaggio degli alpinisti;
  • promuovere un alpinismo che per l’appunto non lasci traccia nell’affrontare le fessure, in fase di arrampicata, né sulla via del ritorno a casa, riportando con sé ogni rifiuto. Tenendo in considerazione motivazioni ambientali, socio-economiche e etiche;
  • promuovere il turismo invernale in Nepal in ottemperanza dei necessari protocolli sanitari;
  • promuovere la consapevolezza sull’alpinismo sostenibile e il cambiamento climatico, soprattutto tra i giovani.

Il messaggio al mondo alpinistico

In riferimento a quest’ultimo punto, il team aggiunge: “Vogliamo motivare la nuova generazione di giovani Sherpa a fare qualcosa di nuovo e diverso. Circa 70 anni dopo la prima spedizione in Nepal, i nostri fratelli Sherpa continuano a svolgere il medesimo ruolo e il mondo li vede sempre nella medesima ottica. Gli Sherpa non sono mai stati visti come eroi dell’Himalaya“.

Una premessa che fa già comprendere la voglia di cambiare un po’ la percezione generale nei confronti della popolazione dei cosiddetti portatori.

“Attraverso la spedizione sul Luza Peak vorremmo mandare un chiaro messaggio positivo alla comunità alpinistica e al resto del mondo: gli Sherpa non arrampicano solo per guadagnarsi da vivere. Arrampicano per passione, hobby, per una crescita personale così come per aumentare le proprie competenze alpinistiche”.

Perché proprio in inverno? “Perché la stagione invernale rende i progetti più estremi, costringendo ad andare oltre i propri limiti“. 

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2 Commenti

  1. Buongiorno
    Ammirevoli sia tecnicamente, sia come motivazione è significato di questa avventura. Chissà cosa potrebbero dire gli alpinisti PROF ( vedi k2) che predicano lo stesse intenzioni, poi si lasciano andare alla solita FUFFA!
    Ps Auguri alla redazione, siete forti!!

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