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VdA: ritorno alle "case di montagna"

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AOSTA — Evitare la cementificazione selvaggia e fuori contesto. E’ questo l’obiettivo dell’assessore all’Ambiente e al Territorio della Val d’Aosta, Manuela Zublena.

"Una costruzione di montagna deve nascere dal terreno, inserendosi senza innescare disequilibri nel delicato assetto del suolo e delle acque" ha detto l’assessore nel suo intervento all’inaugurazione dell’Istituto d’architettura montana del Politecnico di Torino.
 
"Chi costruisce in montagna deve fare i conti con un territorio più vulnerabile, più sensibile e per questo più ostile" ha spiegato la Zublena nel suo intervento. "La montagna non è mai un ambiente indifferente. E’ importante conoscerla soprattutto dal punto di vista idrogeologico, tenendo conto che i cambiamenti climatici qui si fanno sentire più intensamente".
 
"Con l’intento di costruire una casa di montagna – aggiunge – si vede spesso riproporre nelle nuove costruzioni elementi dell’architettura tradizionale rurale snaturati completamente delle loro funzioni e volti solo a fornire un’immagine posticcia dal carattere meramente estetico".
 
"Analogamente – continua l’assessore – vengono impiegati materiali della tradizione non ripensati nell’arco di una progettazione innovativa: la pietra da elemento portante viene ridotta a semplice rivestimento, impiegata come abbellimento piuttosto che per le sue caratteristiche costruttive".
 
Per Manuela Zublena "é quindi venuto il momento di iniziare un ragionamento inverso: dobbiamo chiederci quale aspetto possano avere le costruzioni di montagna utilizzando le tecnologie e i materiali attuali, tenendo conto del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale".  
 
WP

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