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Valle d’Aosta. Divieto di scialpinismo senza guida alpina

Dopo il caso webcam oscurata si dimette il Presidente a AD della Cervino SpA

Si continua a parlare di Valle d’Aosta. La più piccola Regione italiana è in questi giorni al centro di diverse polemiche legate alla gestione del turismo della neve in tempi di pandemia.

Dimissioni dopo il caso webcam

Qualche giorno fa era scoppiato il caso della webcam degli impianti di Cervinia che risultava essere oscurata proprio in corrispondenza dell’accesso della seggiovia di Plain Maison. Le spiegazioni date dal presidente e amministratore delegato della Cervino SpA Matteo Zanetti non sono bastate a placare gli animi, soprattutto della Regione Valle d’Aosta, azionista di maggioranza della società, che accusava un grave danno d’immagine a poca distanza da quello delle code di fine ottobre. Venerdì sono arrivate le dimissioni di Zanetti sul tavolo del CdA convocato d’urgenza.

Vietato lo scialpinismo senza guida alpina

Ma si discute anche di scialpinismo in Valle d’Aosta dopo che la Regione ha approvato l’ordinanza n. 552 dell’11 dicembre 2020, che al punto 11 impone l’obbligo di essere accompagnati da guida alpina o maestro di sci. Una decisione che ha subito smosso anche il Club Alpino Italiano, che parla di decisione irragionevole, soprattutto in considerazione del momento storico che imporrebbe di incentivare attività alternative, ben distribuite nel territorio e tali da evitare assembramenti di sorta. Il provvedimento è in vigore dal 12 dicembre fino al 20 dicembre, con possibilità di essere reiterato.

A nostro avviso – spiega il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti – pur rispettandosi le intuibili motivazioni sottese a provvedimenti a tutela della salute pubblica, non si riesce assolutamente a cogliere qualsiasi ragionevolezza nel criterio discriminatorio adottato, peraltro di dubbia utilità per gli stessi professionisti che, notoriamente, non è nell’ambito territoriale che attingono la loro clientela. Del resto, lungi dal sentirsi favorite da questa scelta, non poche Guide alpine e non solo valdostane hanno espresso disagio e disappunto per questo provvedimento che desta un diffuso allarme per quanto potrebbe comportare in tema di libertà di accesso alla montagna”. Da qui, continua Torti, “l’auspicio che questa scelta, che si confida venga contenuta nell’attuale previsione temporale, non venga reiterata negli stessi termini: se si teme che un eventuale incidente possa avere ripercussioni su una sanità sottoposta a stress, non è discriminando tra i potenziali frequentatori che si ottiene il risultato di escluderne l’eventualità”.

Più dure le parole del Club Alpino Accademico Italiano che definisce l’ordinanza come un inaccettabile il provvedimento liberticida” e di “pericolosissimo precedente. Incomprensibili infatti anche per il CAAI, come per Torti, le finalità sia che esse siano di tipo sanitario, che di supporto ai professionisti della montagna.

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