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Il Monte Bianco diventa un’area protetta sul versante francese

Uno strumento per contrastare il turismo di massa e proteggere l'habitat

Nel mese di giugno il Presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato quasi pronto il decreto a protezione del Monte Bianco dal surriscaldamento e dal turismo di massa. Una promessa, quella dell’istituzione di un’area protetta, lanciata dal Presidente in occasione della sua visita alla Mer de Glace alle porte del lockdown. A distanza di pochi mesi, lo scorso 1 ottobre, il documento è stato ufficialmente sottoscritto ad Annecy alla presenza del sottosegretario di Stato alla biodiversità Bérangère Abba.

“Non metteremo il Bianco sotto teca”

Il decreto sancisce l’istituzione di un’area protetta sul versante francese, costituita da una zona centrale e alcune zone di transizione, allo scopo di garantire la conservazione degli habitat naturali. Il perimetro totale interessato è pari a 3.175 ettari che interessano i comuni di Chamonix, Saint-Gervais e Les Houches.

Come ha tenuto a sottolineare Abba in sede di firma, intenzione non è certo di mettere sotto teca il Monte Bianco. Obiettivo è la regolamentazione degli accessi, affinché le pratiche dell’alpinismo e dello sci possano essere svolte nel rispetto della natura.

Garantire la qualità e la quiete del sito

L’articolo 2 del decreto esplicita divieti e norme da seguire per garantire la “conservazione della qualità paesaggistica e la quiete del sito”.

Ridurre l’inquinamento e proteggere l’ambiente

L’articolo 3 è invece focalizzato sull’inquinamento e sulla protezione dell’ambiente. Si fa divieto di:

In caso di violazione alle disposizioni del decreto, sono previste contravvenzioni dall’importo minimo di 750 euro.

C’è davvero bisogno di simili norme?

“C’era bisogno di arrivare ad una regolamentazione? È qualcosa che fa parte della nostra società, bisogna accettarlo”, la domanda del sindaco di Chamonix Eric Fournier a margine della firma. Un dubbio lecito e pienamente condivisibile. La scelta di Macron e della Prefettura dell’Alta Savoia di giungere a stabilire norme e sanzioni dimostra che, per proteggere il fragile ambiente del Bianco, il buon senso non sia abbastanza diffuso da risultare sufficiente.

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