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“I naufraghi del Monte Bianco”. La tragedia di Vincendon e Henry

Oggi ripercorriamo, grazie ad una pellicola inserita tra i capolavori della raccolta del Cinema di Montagna della rivista ALP una delle tragedie dell’alpinismo del secolo scorso. Il film che vi presentiamo è “I naufraghi del Monte Bianco” (52′, 2003). La vicenda narrata magistralmente dal regista Denis Ducroz è quella di Jean Vincendon e François Henry, due alpinisti poco più che ventenni scomparsi sul Monte Bianco nel 1956.

La pellicola è disponibile in versione completa su Youtube.

La tragedia di Vincendon e Henry

Nel dicembre del 1956 l’aspirante guida francese, Jean Vincendon e lo studente belga, François Henry, partono per tentare lo sperone della Brenva del Monte Bianco. Sulla montagna incontrano Walter Bonatti che sta salendo verso la Poire con un cliente, Silvano Gheser. Le due cordate si uniscono per un tratto e vengono colte da una violenta tempesta che costringe i 4 a un prolungato bivacco a quota 4.100 m. Poi si dividono.

Gli Italiani salgono in cima per poi scendere dalla normale fino alla Capanna Vallot. Vincendon e Henry tentano una discesa diretta verso Chamonix ma si perdono nella bufera e finiscono intrappolati sul bordo di un enorme seracco. Vi rimangono bloccati per 10 lunghi giorni a causa di intoppi, errori e incertezze nei soccorsi.

A tentare di raggiungerli arriverà anche Lionel Terray. Addirittura un elicottero dei soccorritori arriva a schiantarsi vicino a loro nel tentativo di una manovra disperata. Salgono allora le squadre di terra, che ritrovandosi di fronte i ragazzi ormai con gravi congelamenti e dunque impossibilitati a muoversi, riportano giù solo le guide e l’equipaggio dell’elicottero. Jean e François vengono sistemati nel relitto del velivolo in attesa di un successivo recupero.

Il maltempo dei giorni successivi impedisce il ritorno in quota dei soccorritori. Quando sarà possibile riprendere le ricognizioni, nessun movimento verrà più notato attorno al velivolo. Il 3 gennaio 1957 le ricerche vengono sospese e i due dati per morti. I loro corpi verranno recuperati nei mesi successivi. Uno dei due ragazzi viene ritrovato fuori dalla carlinga, nel disperato tentativo probabilmente di segnalare la sua presenza ai soccorsi, quando ormai i sorvoli erano cessati.

Una tragedia che scatenò non poche polemiche e condusse alla fondazione del Peloton spécialisé de haute montagne, il gruppo militare di Soccorso alpino francese.

La vicenda è raccontata anche nel libro: “Naufragio sul Monte Bianco” di Yves Ballu (coll. I Licheni 1999, Cda&Vivalda), vincitore del Cardo d’Oro al Premio Itas 2000 del libro di Montagna.

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