Le montagne del Karakorum, nel corso della complessa estate post lockdown, non vedono ancora la presenza di team internazionali sui loro versanti. Ma una squadra di alpinisti pakistani risulta già attiva sul massiccio del Nanga Parbat.

Un team pakistano guidato da Saad Mohamed è partito la scorsa settimana alla volta della nona montagna più alta del Pianeta, con l’intenzione di tentare la salita del Rakhiot Peak (7070 m), vetta sussidiaria del Nanga Parbat posizionata a Nord Est rispetto alla cima principale (8126 m).
Attualmente Mohamed, insieme ai compagni Aheed Naveed, Asif Bhatti, Tashfeen e due portatori d’alta quota si trova al campo base del versante Rupal, a circa 4260 metri di quota, dopo aver effettuato alcune rotazioni per acclimatarsi. Nel corso della prima uscita sono arrivati a quota 5000 metri dove, come si legge in uno dei tweet di Mohamed, “abbiamo trovato un punto ideale per piazzare C1. Acqua fresca e una ampia piattaforma rocciosa”. Aspettativa rivelatasi un po’ troppo ottimista. Poco dopo aver ammirato un bell’arcobaleno d’alta quota, il gruppo si è trovato a dover bivaccare sotto neve e pioggia. “Decisamente la posizione identificata per il C1 è lungi dall’essere ideale”, il commento ironico del capospedizione, che in ogni caso sembra divertirsi di fronte a questi imprevisti che fanno parte del gioco. La seconda rotazione li ha portati a quota 5310 m, dove hanno intenzione di installare il campo 2.
In una stagione anomala, il team si ritrova in compagnia della sola montagna. Al momento risultano essere infatti l’unica spedizione attiva in zona. La Rupal Valley ha accolto gli alpinisti con i suoi sgargianti colori estivi. “Ci sono un bel po’ di nubi – il commento di Saad – con campi di fiori lilla, gialli e bianchi, immersi in una brezza costante”.
Uno Youtuber sul Nanga Parbat
La spedizione si prospetta fin dai primi step molto social. Accanto agli aggiornamenti quotidiani su Twitter del capospedizione, il proposito è anche di condividere dei video su Youtube. Un modo per consentire ai tanti appassionati a casa di godere della meraviglia del Nanga nell’estate post-lockdown.
Non c’è da stupirsi vista la definizione che Saad Mohamed fornisce di sé. Un “visual storyteller appassionato di byriani”. Simpatico ed eclettico alpinista, Mohamed ha deciso di aprire un proprio canale Youtube per lasciarsi accompagnare dai follower nel suo sogno di conquista degli Ottomila. “Nella primavera del 2017 – si legge in calce al video di presentazione del suo progetto digitale – un pakistano appassionato di byriani è arrivato al campo 3 dell’Everest (7080 m) ma ha dovuto sacrificare il suo sogno nonostante fosse così vicino al raggiungerlo. Questo canale è dedicato al suo viaggio come alpinista che anela agli Ottomila. Sa’ad ha intenzione di salire qualche Ottomila dal 2020 in avanti. Seguitelo nel suo epico viaggio”.
1932. Prima salita del Rakhiot Peak
La prima salita del Rakhiot Peak risale al 16 luglio 1932. Ad opera di una spedizione tedesco-americana, guidata da W. Merkl de Munich, intenzionata a tentare la salita della vetta principale del Nanga Parbat, dal versante di Nord Est. All’epoca le conoscenze della parete Rakhiot erano ancora molto scarse e l’ascesa si rivelò più complessa del previsto. A raggiungere la vetta del Rakhiot Peak furono nel dettaglio il tedesco Herbert Kunigk e l’austriaco Peter Aschenbrenner. Lo stesso Aschenbrenner che nel 1953 si trovò a guidare la spedizione organizzata da Karl Maria Herrligkoffer, che vide il ribelle Hermann Buhl realizzare la prima salita del Nanga Parbat dal versante Rakhiot.