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Peter Moser e il Lagorai d’inverno tutto d’un fiato

200 cime sopra i 2000 metri in poco più di 15 giorni

Lo scorso inverno in poco più di 15 giorni, Peter Moser, guida alpina della Valsugana, ha unito oltre 200 vette al di sopra dei 2000 metri della catena montuosa Lagorai-Cima d’Asta con salite in stile alpino e percorsi scialpinistici anche inediti. Un lungo cammino in quota che lo ha visto affrontare giornalmente decine di chilometri di percorso e oltre 6000 metri di dislivello.

Una impresa vissuta da Moser non solo come mera performance sportiva, ma come viaggio esplorativo. Nella natura ma anche in se stesso.

Il legame tra Peter Moser e il Lagorai

Moser, prima che guida alpina e atleta di montagna poliedrico, è un montanaro. Discreto, poco visibile, a tratti selvaggio. Un personaggio che ama restare lontano dalla ribalta del grande alpinismo. Il Lagorai in un certo senso lo ricorda. Un massiccio duro, inscalfibile, che contrasta nettamente con il fragile calcare delle vicine Pale di San Martino. Figlio di agricoltori e cresciuto in un maso in Valsugana, è legato al Lagorai fin da bambino. Come fosse una seconda casa. Non ci sono cime, canaloni, pareti o creste che non abbia salito d’estate e d’inverno. Quasi sempre da solo.

La sua carriera alpinistica non inizia però sul Lagorai. La prima ascensione lo vede a 12 anni sulle Torri del Vajolet in compagnia dello zio. Da quel momento la sua voglia di alta quota non si placa. Inizia con le grandi vie classiche delle Dolomiti e delle Alpi Occidentali per poi passare a itinerari più impegnativi e ambiziosi. Diventa guida alpina giovanissimo, a soli vent’anni, e poco dopo entra a far parte come atleta del Gruppo militare Alta Montagna del Centro Sportivo dell’Esercito. Esperienza di cinque anni che gli consente di accrescere la propria formazione atletica e alpinistica. Oltre che nell’arrampicata sportiva e nello scialpinismo, la sua grande passione, praticata fin da giovanissimo a livello agonistico. Nel suo curriculum spaziano ripetizioni di itinerari sportivi anche superiori all’8c, salite alle grandi Nord, centinaia di vie in Dolomiti e in tutta la catena delle Alpi, numerose prime aperture sia su roccia che su ghiaccio. Ma è il Lagorai- Cima d’Asta la catena che ha nel cuore. Una tra le più estese del Trentino. Oltre 70 km da Panarotta al Passo Rolle. Nasce così negli anni l’idea di un progetto ambizioso e impegnativo. Non solo toccare le oltre 200 vette, ma farlo in 2/3 settimane. Un sogno divenuto realtà lo scorso inverno.

Il Lagorai in inverno tutto d’un fiato

“In questa esperienza mi sono scrollato di dosso per l’ennesima volta ogni regola e ogni schema mentale. Sono tornato nel mio habitat con la scusa di rimanerci il più possibile da solo  – racconta Peter -. Mi ha accompagnato unicamente la neve sotto i piedi, il vento tra i capelli, lo sguardo rivolto all’orizzonte e nelle orecchie solo il rumore del mio respiro. Ho scelto di affrontare questo percorso mettendo tutto quello che fa parte del mio alpinismo o semplicemente di me stesso. Leggero, veloce e da solo, scegliendo i versanti tecnicamente più belli ed impegnativi. Avevo programmato la partenza in primavera o comunque in coda all’inverno, ma quest’anno la neve a febbraio si è presentata molto assestata e dura, conseguenza delle nevicate seguite da pioggia anche in quota, e ho dovuto anticipare. Queste condizioni, seppur insidiose, mi hanno permesso di essere molto veloce, soprattutto sulle creste con i ramponi ai piedi”.

Un viaggio esplorativo, senza estrema pianificazione. “Ho voluto affrontare giorno dopo giorno le innumerevoli cime, sceglievo solo un punto di partenza senza sapere quale sarebbe stato il punto di arrivo alla sera. Per muovermi mi son affidato solo al mio istinto, nessuna carta, nessun mezzo tecnologico ad aiutarmi, tantomeno le innumerevoli guide relative al territorio. Semplicemente il mio sguardo e i miei occhi a guidarmi verso una cima dopo l’altra che vedevo davanti a me. Gran parte del percorso si è svolto su creste anche fortemente esposte e impegnative che andavano ben oltre i classici itinerari di alpinismo e scialpinismo e spesso con l’incognita di non riuscire a passare”.

Una grande avventura

Pochi riferimenti, scarsa pianificazione, tante incognite. Elementi necessari e sufficienti per trasformare una impresa in una avventura, come preferisce definirla Moser. “Camminando, scalando, sciando ho visto cervi, camosci, aquile, cedroni e lupi, mi son sentito ancor una volta far parte di questo ambiente e ne ho gioito. E tutto questo va ben oltre la pura performance sportiva. Nella mia attività di guida alpina ho conosciuto molte montagne, ma ogni volta torno volentieri nel Lagorai perché qui trovo sempre una tranquillità, un’aria diversa rispetto ad altre valli. Il turismo ha solo sfiorato queste montagne forgiate dai contadini, che profumano ancora di agricoltura, di malghe e di vacche al pascolo. Sono montagne diverse, non ci sono impianti sciistici se non alcuni al margine, solo una strada le attraversa e viene chiusa d’inverno. Non c’è il turismo di massa e così sono rimaste vive e autentiche. Non sono ancora un luna park, una proposta turistica da consegnare ai turisti a ferragosto. Chi è appassionato del Lagorai viene qui per trovare questa natura e per viverla con uno stile più sano e in modo più profondo rispetto ad altri luoghi. Io qui ci lavoro, non solo come guida alpina, faccio anche il contadino, ho un maso, coltivo la terra, taglio il bosco, vivo la montagna a 360 gradi da montanaro, da sportivo, da persona che ci è nata e qui finirà la sua vita”.

Le principali tappe

  1. In Valsugana da Panarotta, tutte le cime tra la Valsugana e la Val dei Mocheni.
  2. In Val Calamento da Malga Baessa e Cima Ziolera (2478 m), tutta la zona del Monte Croce (2490 m), Monte Cadino (2420 m), Monte Fregasoga (2447 m), Cimon di Tres (2292 m).
  3. In Val Campelle dal Ponte di Conseria, tutte le cime da Cima Lagorai (2585 m) fino alla Pala del Becco (2422 m).
  4. In Val Campelle dal Ponte di Conseria, al Passo Cinque Croci (2018 m), Cima Nassere (2253 m), Cima Orsera (2471 m), Monte Cimo.
  5. In Val Malene, tutte le cime della zona del Cimon di Rava (2436 m).
  6. In Val Malene da Malga Sorgazza, tutte le Cime di Segura (2413 m).
  7. In Val Malene da Malga Sorgazza, tutte le cime di Cima d’Asta (2847 m).
  8. Dal Passo Broccon al Palon della Cavallara (2201 m), Col dela Crose (2423), Cima Spiadon (2312 m).
  9. Da Predazzo al Passo Rolle.
  10. Dalla Val Veneggia, tutte le cime della zona Cima Juribello e Cima Juribrutto (2697 m).
  11. In Valle del Vanoi dal lago di Calaita, tutte le cime zona Folga (2436 m) e Tognola (2185 m).
  12. In Valle del Vanoi da Refavaie, a Valmaggiore fino a forcella Lagorai.
  13. In Val Cadino da Ponte delle Stue, tutte le cime zona Cimon di Val Moena (2488 m) fino al Cermis.

A breve sarà disponibile online il cortometraggio che racconta l’avventura di Moser. Intanto godiamoci il trailer.

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