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L’orso M49-Papillon fugge per la seconda volta

L’orso M49-Papillon è nuovamente in fuga. Questa la notizia che giunge inattesa dal Trentino. Una scena già vista, esattamente un anno fa, quando il 15 luglio 2019 per la prima volta il plantigrado era riuscito a fuggire dal Centro del Casteller, area faunistica a sud di Trento in cui, dopo mesi di inseguimenti e tentativi di cattura, è stato ricondotto lo scorso aprile.

”Alle 10.45 il presidente della Giunta si è inserito nella discussione sull’assestamento del bilancio provinciale – si legge nella nota ufficiale della Provincia Autonoma di Trento – da poco iniziata in Consiglio provinciale per dar notizia che l’orso M49 è fuggito stamane dal recinto del Casteller. Il plantigrado già protagonista l’anno scorso di una prima evasione dalla stessa area, questa volta non ha scavalcato ma ha divelto la rete di ferro della “gabbia” in cui era rinchiuso dall’aprile scorso. Il presidente ha concluso assicurando al Consiglio aggiornamenti sul tema nel prosieguo dei lavori in Aula”.

Una fuga con le ore contate?

Nel corso della notte scorsa, l’orso sarebbe riuscito a superare la barriera elettrica e, una volta raggiunta l’ultima recinzione, avrebbe divelto la rete elettrosaldata, piegando l’inferriata così da ricavarne un’apertura sufficiente a sgattaiolare all’esterno. Il personale di guardia al recinto, nonostante la scena si sia svolta lontana dalle telecamere di sorveglianza, ha notato che il segnale del radiocollare si stesse allontanando rapidamente all’esterno dell’area recintata.

Questa volta la fuga dovrebbe presentare una dinamica differente dallo scorso anno. L’orso è infatti dotato di radiocollare. “E crediamo di poterlo localizzare celermente”, ha dichiarato il presidente della PAT Maurizio Fugatti. Il fuggitivo sarebbe stato già localizzato in un’area del monte Marzola, sopra Trento, che i forestali stanno presidiando.

Nonostante la sua libertà possa avere ancora una volta le ore contate, la notizia della seconda fuga per certo rincuorerà gli animalisti, ma non solo. Nel corso di un anno M49-Papillon è divenuto una celebrità, un simbolo di libertà. In sua difesa, dopo la cattura, erano state raccolte nel mese di maggio oltre 50.000 firme per richiederne la liberazione. Motivazione fondamentale a supporto della richiesta, la mancanza di evidenza di pericolosità per l’uomo. Dopotutto, in una fuga lunga quasi un anno, l’orso non ha mai causato rischi alla popolazione. Al massimo lo si può accusare di qualche scorribanda tra malghe e arnie, alla ricerca di cibo e miele.

L’inseguimento della Giunta Fugatti

Mentre gli italiani si appassionavano alla vicenda dell’orso in fuga tra Trentino, Alto Adige e Veneto, la Giunta provinciale di Trento, presieduta da Maurizio Fugatti, cercava di mettere in campo piani di cattura. Assicurando al contempo alla collettività che l’orso non avrebbe subito maltrattamenti. Ma il suo ritorno al Casteller il 28 aprile scorso, dopo la cattura nei boschi di Tione, nelle Valli Giudicarie, dagli uomini del Corpo Forestale provinciale, con una trappola tubo, ha portato a inasprire nuovamente le polemiche contro l’efficienza della Giunta nell’affrontare il “problema orso”.

Come dichiarava Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista e promotore della raccolta firme richiedente la immediata liberazione dell’esemplare, “questo animale selvatico sarà costretto a vivere in un recinto elettrificato delle dimensioni inferiori al mezzo ettaro, quando nella sua vita in libertà è abituato a frequentare superfici pari a 6.500 ettari”. Un luogo di prigionia incompatibile con l’etologia del plantigrado.

La posizione del Ministro Costa

Una opinione condivisa anche dal più grande difensore del plantigrado, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. All’indomani della cattura le parole del Ministro erano apparse decisamente dure contro la Giunta Fugatti.

“Ci hanno assicurato che Papillon sta bene, è seguito h24 da un’equipe di tecnici della Provincia. Ma immediatamente ho allertato l’Ispra, che con i propri esperti sta seguendo l’orso per garantire la massima attenzione in queste ore delicateChiaramente sapete tutti come la penso: ho sempre chiesto che non venisse ammazzato e credo che la cattura non sia assolutamente una soluzione. E’ una scelta della provincia autonoma di Trento a cui la legge assegna piena facoltà di azione”. Costa si era detto pronto ad impegnarsi in un delicato dialogo tra le parti per giungere a una soluzione che consentisse di assicurare all’orso “la migliore casa possibile”.

Sembra che M49-Papillon abbia deciso di fare da sé e mostrare ancora una volta al mondo che la natura sia la casa migliore possibile. 

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