Storia dell'alpinismo

Benjamin Fosson, a 90 anni sul Castore

È una storia di guide. Una di quelle poco conosciute che rimangono celate negli archivi del gruppo, tramandate quasi come fosse leggenda tra i più giovani. Eppure è la vera storia della guida Benjamin Fosson, a 90 anni sul Castore. È più il racconto di una passione viscerale che di un’impresa alpinistica, ma è la degna conclusione per la carriera e la vita di un uomo che ha dedicato tutta la sua esistenza alla montagna.

Come riporta Lo Scarpone del settembre 1947 “la prova del decano delle guide valdostane costituisce senza alcun dubbio un caso veramente eccezionale e forse insuperabile”. Non stiamo parlando di una salita estrema e nemmeno di una montagna difficile. Il Castore è una bella gita a quota quattromila, un’ultima occasione per trascorrere una giornata in quota. Ad accompagnarlo, nella seconda domenica d’agosto, le guide Battista Obert (73 anni) e Giuseppe Favre (72 anni) oltre ad alcune giovani guide. Il gruppo ha impiegato solo 17 ore per la salita. Mentre i tre compivano la loro ultima ascesa, appassionati e operatori cinematografici dell’I.N.C.O.M. (Industria CortiMetraggi), giunti appositamente per riprendere l’eccezionale cordata seguivano il cammino. Oltre a loro sulla cima l’attendeva il parroco di Saint Jacques, don Michele Do, per una piccola messa d’addio alle montagne.

Benjamin non era la prima guida della famiglia, il primo a svolgere questa professione è stato probabilmente suo nonno Pierre che nel 1867 aveva costruito l’Hôtel des Cimes Blanches a Fiery, ai piedi del Monte Rosa. Una piccola struttura con sei stanze divenuta, nel giro di poco, meta prediletta dai più forti scalatori del periodo come John Murray e John Ball. Anche il nipote dedicherà parte della sua attività lavorativa alla gestione di diverse strutture ricettive ospitando sia alpinisti che importanti figure nobiliari, le stesse che poi avrebbe accompagnato su per i monti. Tra i suoi clienti figurano infatti Margherita di Savoia e l’allora principessa del Piemonte Maria Josè. Si potrebbe dire che la guida valdostana sia stata tra i promotori del turismo in Val d’Ayas, insieme a molti altri nomi locali. Una storia scoperta quasi per caso, sfogliando datate pagine de Lo Scarpone, un vero scrigno di racconti e vicende dimenticate.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Si soggiornava a St.Jacques.dai Favre casa del Giuseppe Favre in questione..ovviamente anni dopo….allora St.Jacques era un pugno di case e assieme a Resy uno dei comuni più alti d’Europa…rileggersi la monografia del Bini con le sue foto.. con accanto il .mondo degli ultimi e immergersi nella vita di Fosson..p.s…si cenava a tavola con la Fam.Favre e un prete…(operaio) allora c’erano ….lavorava in FIAT

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close