Curiosità

Turismo in calo in Australia. Si chiede la riapertura ai climber dell’Uluru

Nell’ottobre del 2019 l’Australia ha introdotto il divieto di arrampicata sul suggestivo monolite di arenaria rossa di Uluru (o Ayers Rock), nel Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta. Una decisione assunta dal Governo a seguito della richiesta avanzata dalle tribù aborigine Anangu di preservare quello che è considerato un luogo sacro. In centinaia i turisti si erano messi in fila, fino all’ultima ora concessa, per salire in parete un’ultima volta. In tempi di pandemia, c’è però chi ritiene necessario riaprire il sito per scongiurare una crisi economica.

Negli scorsi giorni sarebbe stata infatti avanzata a Parks Australia, da parte del gruppo di pressione Alice Springs Major Business Group, la richiesta di sospensione temporanea del divieto, per rinvigorire il turismo nel Territorio del Nord in fase post lockdown.

“Da quando il sito è stato chiuso ai climber, il numero di turisti transitati per il nostro aeroporto è crollato di oltre 10.000 unità”, ha dichiarato a ABC News il presidente del gruppo, Dave Batic. Sottolineando dunque una situazione già critica in termini economici, resa ancor più problematica dalla pandemia del Covid. Secondo i piani dell’Alice Springs Major Business Group, la riapertura potrebbe essere ipotizzata per agosto 2020, quando si spera che le limitazioni agli spostamenti transfrontalieri possano essere sospese. L’accesso a Uluru dovrebbe essere consentito per i prossimi 2 o 3 anni. Naturalmente in collaborazione con le tribù. “I proprietari tradizionali del sito – suggerisce Baltic – potrebbero fornire ai clmber dei tour guidati a pagamento”.

La risposta è no!

L’ex Presidente dell’Uluru Kata-Tjuta Board, Sammy Wilson, in carica quando le tribù Anangu avanzarono la loro richiesta per la prima volta nel 2017, ha però risposto con un tassativo “la risposta è no”.

A detta degli aborigeni, la chiusura di Uluru ha portato già negli scorsi mesi ad un mutamento nelle modalità di fruizione turistica della zona. I visitatori, non potendo arrampicare, scoprono i dintorni e restano affascinati dalle tradizioni di quei popoli che, considerando sacro il monolite millenario, ne hanno inciso la roccia nel corso dei secoli con suggestive raffigurazioni. Alcune delle quali narrano di antiche leggende, come quella di Tatji. La Lucertola rossa che, giunta un giorno a Uluru, lanciò in aria il suo boomerang (kali), che si andò a piantare nella roccia, scomparendo alla sua vista. Nel tentativo di ritrovarlo, Tatji iniziò a scavare nella roccia, lasciando i buchi che ancora oggi caratterizzano le pareti. E null’altro sono se non un effetto dell’erosione.

Al momento dunque Parks Australia conferma che, Covid-19 o meno, il divieto di arrampicata resterà in vigore. Così come la pena pecuniaria per I trasgressori pari a 10.000 dollari.

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