AlpinismoAlta quota

Il coronavirus mette a rischio la stagione dell’Everest. Il Nepal sospende i VOA per gli italiani

Il Nepal sospende a causa dell’emergenza coronavirus i visti rilasciati all’arrivo (visa-on-arrival, VOA) per chi proviene da Italia, Cina, Corea del Sud e Iran. Il provvedimento è temporaneo e ha effetto dal 10 marzo fino a ulteriore comunicazione.

Un’apertura però c’è, come si legge nella nota del Governo nepalese sul sito del Ministero degli Affari Esteri: “Coloro che desiderano visitare il Nepal possono ottenere in anticipo il visto dai consolati e ambasciate all’estero. I richiedenti di questi Paesi sono tenuti a presentare insieme alla domanda di visto un certificato sanitario rilasciato di recente”.

Pertanto, gli italiani che vogliono recarsi in Nepal in primavera, l’alta stagione per i trekking e l’alpinismo, dovranno necessariamente richiedere il visto al Consolato del Nepal in Italia allegando l’ulteriore documentazione sanitaria richiesta. Per maggiori informazioni consigliamo di contattare gli uffici competenti. Si ricorda inoltre che, da disposizioni precedenti, coloro i quali presentino sintomi febbrili all’arrivo in Nepal saranno sottoposti ad un regime di quarantena.

A rischio la stagione all’Everest

Secondo quanto riportano alcuni operatori turistici nepalesi, la situazione come prevedibile non è delle migliori. Molti turisti, specialmente dalle regioni asiatiche, hanno iniziato a cancellare le proprie prenotazioni. Se si considera che negli ultimi anni la maggior parte dell’afflusso arriva da Cina e India, si capisce che l’impatto potrebbe essere importante.

Il paese subirà sicuramente gravi perdite economiche in questa stagione e questo avrà un impatto a lungo termine sul business del turismo, ha affermato all’Himalayan Times Damber Parajuli, presidente dell’Expedition Operators Association Nepal.

In realtà, quello che pare al momento incidere maggiormente, secondo le agenzie nepalesi, è l’incertezza: molti alpinisti e trekkers vogliono conoscere prima di partire come il Nepal pensa di gestire l’emergenza coronavirus nelle zone turistiche, incluso il campo base dell’Everest. La preoccupazione è tanta e le risposte sono quasi zero.

A sollevare qualche timore anche Everest ER, associazione che da anni si occupa dell’assistenza sanitaria agli alpinisti impegnati a scalare il Tetto del Mondo, che evidenzia come potrebbe essere complicato distinguere e di conseguenza gestire le problematiche polmonari date dalla quota, che sono abbastanza comuni, e quelle che potrebbero derivare da coronavirus. Soprattutto considerando che anche una comune e banale tosse nell’aria sottile degli 8000m può avere effetti gravi.

Incognita Cina

Se in Nepal si inizia a muovere qualcosa, la grande incognita è la Cina. Al momento la parte tibetana dell’Everest e le altre montagne sono ufficialmente aperte, se questo sarà confermato però non è dato saperlo e voci, come riporta anche Alan Arnette, sulla possibilità di una chiusura iniziano a circolare. Non resta che attendere che vengano prese delle decisioni ufficiali al più presto.

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