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Dopo i due incidenti mortali, l’accesso alla Ferrata delle Aquile verrà transennato

L’accesso alla Ferrata delle Aquile in Paganella verrà transennato almeno fino al termine della stagione invernale. Questo l’annuncio dell’ideatore del sentiero di accesso e della ferrata stessa, l’alpinista Franco Gionco, contattato all’estero dal quotidiano L’Adige.it.

Due incidenti mortali in un mese

La proposta di interdire la zona di attacco alla ferrata è stata avanzata proprio da Gionco, estremamente perplesso a seguito dei due incidenti mortali occorsi sul percorso nel mese di febbraio. Prima Emanuele Rastelli, medico originario di Roma, poi il turista parmense Manuele Cadeddu, entrambi precipitati lungo il canale Cesare Battisti, all’imbocco della ferrata.

“Purtroppo, quando manca il buon senso è impossibile evitare le tragedie – ha dichiarato l’alpinista, raccontando di essere salito in prima persona, pochi giorni fa, alla vigilia della sua partenza per l’Irlanda, con l’intenzione di frantumare il blocco di ghiaccio che copre il cordino di sicurezza. Impresa risultata purtroppo non fattibile. “Troppo duro. Impossibile riuscire a rimuoverlo, come era impossibile rompere anche la lastra di ghiaccio che si è formata all’inizio del sentiero, coprendo il cordino di sicurezza. Un escursionista esperto, sa benissimo che tentare di camminarci sopra è troppo rischioso. Tra l’altro, proprio gli escursionisti esperti sanno bene che nei mesi invernali è sconsigliato affrontare le ferrate”.

Dopo tale tentativo vano ha provveduto ad informare chi di dovere per procedere a transennare l’accesso alla ferrata, “prima che ci scappi un altro morto”. 

Non chiamatela tragedia sulla ferrata

“E vi raccomando – ha aggiunto rivolgendosi al mondo giornalistico – non scrivete di una tragedia sulla ferrata delle Aquile, poiché dove sono scivolati sia il medico di Bressanone tre settimane fa, e ora questo povero ragazzo di Parma, è il punto prima dell’inizio della ferrata. Chiaramente se un escursionista infila quel tratto iniziale, che diventa subito ripido, scivola sul ghiaccio e nessuno lo ferma più”.

Ancora una volta dunque, come ha sottolineato Gionco, è l’eccessiva fiducia in se stessi e nelle proprie capacità a rappresentare il maggior rischio. Una riflessione condivisa più volte in queste settimane dal Soccorso Alpino che, oltre a dotarsi di attrezzatura adeguata, non manca di raccomandare ad ogni appassionato di montagna in veste invernale un elevato grado di prudenza.

 

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