Sicurezza in montagna

Ramponi o ramponcini? CNSAS: “Una scelta che può salvare la vita”

Ramponi o ramponcini? Una scelta non banale quando si tratta di affrontare escursioni in montagna in una stagione invernale dai toni primaverili. Le temperature miti di questo inverno e lo scarso innevamento possono portare a sottostimare il rischio di incontrare lungo il proprio percorso tratti ghiacciati. Di fronte al crescere degli interventi messi in atto dal Soccorso Alpino per un uso scorretto dei ramponcini, si rende indispensabile fare dei chiarimenti a riguardo.

Differenza tra ramponi e ramponcini

Come spiegato da Tita Gianola, istruttore nazionale del Cnsas e guida alpina, “i ramponcini da escursionismo non sono adatti per le attività alpinistiche. Favoriscono una presa maggiore ma sono indicati solo per sentieri facili e con pendenze minime, non per quelli impervi. Abbiamo notato che sono sempre più diffusi ma usati in contesti non appropriati. Molti li calzano su scarpe da running, a volte non sono nemmeno della misura giusta rispetto alla calzata e non sono bene posizionati, non sono solidali con lo scarpone. In montagna e sul ghiaccio bisogna avere i ramponi veri e propri, da mettere sugli scarponi e da tenere sempre nello zaino in questo periodo”.

La scelta di utilizzare i ramponcini deriva spesso dal fatto che si tratti di una attrezzatura economica e leggera. In realtà anche l’industria dei ramponi è in continua evoluzione, puntando a pesi sempre minori. La differenza più importante risiede nel fatto che i ramponi veri e propri siano dotati di punte e sistemi di allacciatura molto più efficaci dei ramponcini.

Serve una maggiore formazione

Il consiglio del Soccorso Alpino è dunque di ricordarsi che una piccola scelta può salvare la vita. Quindi, ramponi sempre in borsa, da poter utilizzare ove necessario. Scelta che deve essere corredata da una adeguata formazione. A detta del CNSAS, è essenziale che l’impegno sulla prevenzione del rischio non venga intensificato soltanto a seguito di incidenti. Ma che vi sia massima collaborazione fra tutte le realtà che gravitano intorno al mondo della montagna. Accanto al Club Alpino Italiano, al Cnsas e alle guide alpine, impegno nella corretta informazione e formazione dovrebbe essere assunto anche da coloro che lavorano nei settori sport e commercio. Sarebbe inoltre opportuno iniziare a formare i futuri alpinisti fin dai banchi di scuola e favorire momenti condivisi in cui appunto imparare a compiere scelte tecniche che possono fare la differenza.

CNSAS Veneto: “Non scegliere la comodità”

Anche il Soccorso Alpino del Veneto, dopo i numerosi casi di incidenti, anche gravi, verificatisi nelle scorse settimane soprattutto nella zona del Pasubio e del Carega, ha di recente diffuso un invito alla prudenza, a firma del vicepresidente Giovanni Busato.

“Il tema catenelle/ramponcini o ramponi è da tempo oggetto di discussioni soprattutto tra gli escursionisti. Le prime erroneamente indicate per chi si avvicina alla montagna su facili sentieri, comode con ogni calzatura, leggere e relativamente economiche. I secondi, i ramponi, scomodi perché richiedono calzature ramponabili che comportano una maggior spesa complessiva. Ma che, comunque, sono necessari solo per imprese impegnative in ambienti alpinistici e severi. Questo tipo di comportamento si basa su un grave errore di valutazione che può costare molto caro. Infatti non esiste un attrezzo ‘per le prime volte’ o per i principianti ‘tanto per provare’, da usare su neve dura o sul ghiaccio.

Va detto chiaramente che le ‘catenelle”’possono essere utilmente impiegate solo per percorrere strade innevate e pianeggianti soprattutto consapevoli dei limiti di un attrezzo spesso calzato su pedule inadeguate. Ma appena si imbocca un qualsiasi sentiero alpino innevato o ghiacciato che magari sale attraversando versanti ripidi o canali privi di ostacoli o che sovrasta tratti di rocce verticali, l’uso dei ramponi e della piccozza diventa fondamentale per la sicurezza. I ramponi per la progressione, la piccozza per arrestare eventuali scivolate.

Va da sé che le modalità di utilizzo, come per ogni altra attrezzatura alpinistica, vanno studiate prima di affrontare la montagna. Al pari dello studio del percorso e della raccolta delle informazioni sulle eventuali difficoltà che si andranno ad affrontare, in modo da essere consapevoli delle proprie scelte. L’inciso ovviamente si riferisce al confronto catenelle vs ramponi. Chiaro che la dotazione tecnica minima di un gruppo di amici che affronta un’escursione in montagna contempla possibilmente anche uno spezzone di corda, qualche moschettone, alcuni cordini”.

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10 Commenti

  1. A dire ilvero, potrebbero anche andare bene ramponi e piccozze dei predecessori, eventualmente appese in qualche cantina o soffitta,purche’non danneggiati, riaffilati, con cinghiette e fibbie cambiate, mani ci ben saldi..Se Bonatti ed altri con le stesse compirono imprese assai drughe..possono andare bene anche per escursioni impegnative odierne.L’attrezzo nuovo e’ un investimento, magari l’intero kit lo si paga a rate.
    Ma certi considerano gli elargitori di consigli come saccenti , fastidiosi controllori che ti fanno sentire l’alito caldo sul collo…fastidiosi grilli parlanti.Evitano persino di leggere o guardare cartelli con solo le figure e la X di vietato che sbarra il disegnino dell’attivita’ proibita o sconsigliata.In Internet si legge l’itinerario ma non si guarda qualche buon documento filmato di istruttori..e sai quanti ce ne sono.(Progressione su ghiaccio…vari con 8..10…45 minuti di durata.Per provare, se non ce’la rampa ghiacciata, almeno provare su rampa di argine terroso ed erboso magari con brina.)
    Con questa logica, ci si mangia l’ammanita falloide perche ‘ è bella…l’abbiamo trovata strada facendo e ci secca leggere un manualetto,portarla a visionare…al diavolo chi ci consiglia.Mal che vada c’e’il trapianto di fegato.

    1. Sdrammatizzo un attimo…per quanto d’ accordo con quanto scritto anche sotto.
      L’ amanita falloide bella?….L’ amanita muscaria forse sì (il funghetto di biancaneve) la falloidie è bianco/verdina non la definirei bella.
      Un saluto a tutti

  2. Faccio sempre notare, fino alla noia, che sarebbe meglio insegnare come andare in montagna e quali sono i pericoli, anziché spiegare continuamente gli aspetti tecnici, i materiali e enfatizzare la sicurezza.
    La capacità di andare in montagna è fondamentale, tutto il resto conta molto poco (telefoni, gps, soccorsi, elicotteri, rifugi, corde e materiale vario… importano non più del 30%); se non si usa il cervello e si vuole restare ignoranti è meglio evitare di andare nei pericoli: per chi ancora non lo sappia, informo che la montagna è piena di pericoli, anche se qualcuno dice di averla messa in sicurezza.
    Se a una persona non interessa impegnarsi in quello che fa, ma lo fa solo per divertimento, non vedo cosa possa capire di raponi, ramponcini, piccozze e piccozzine…… basta che siano belli e si facciano notare.

  3. Non è sufficiente avere con sé corde, cordini, moschettoni, picozza, ramponi ecc., ma tutta l’attrezzatura alpinistica la si deve!sapere utilizzare correttamente altrimenti, averla con sé diventa una falsa sicurezza!!!
    Le “catenelle” si possono usare SOLO su superfici piane o LEGGERMENTE PENDENTI!!!

  4. Effettivamente vedo sempre più gente su creste e sul ripido coi ramponcini. È così difficile capire quanto non siano adatti a tali terreni? Nella maggior parte dei casi, secondo me, è gente che i ramponi veri non li ha mai avuti e pensa che siano la stessa cosa… Un po’, poi, è diventata una moda, tipo le ciaspole sulla neve dove non si affonda di un centimetro. Della picca non ne parliamo… Su salite pure abbastanza tecniche ma che d’estate sono escursionistiche “di moda”, spesso sono l’unico ad averla appresso…

  5. I ramponcini con puntine vanno bene nei centri abitati o su sentieri escursionistici battuti..il velo di neve dura o ghiaccio si trova anche ai bordi di strade e su marciapiedi. spesso importa avere la strada libera per i mezzi e i marciapiedi o stradine pedonali RIMANGONO CON LA CROSTA.I ramponi invece a disposizione se si va in ambiente alpinistico , e che abbiano le punte affilate a lavoro delicato di lima,come si vede fare inappositi filmatini, non con mole a smeriglio rapide elettriche..si alterano la tempra dell’acciaio .Occhio sempre a non ferirsi polpacci e caviglie o lesionare gli scarponi…occorre un imparare a come camminare ramponati…come pure per le ciaspole puntute.

  6. Le parole di questi esperti sono utili, precise inequivocabili; purtroppo ultimamente va di moda il cosiddetto “ultralight” una strana corrente di pensiero che punta in via ideologica a minimizzare il peso di tutta l’ attrezzatura, anche contro la sicurezza minima. Il problema è che molte guide alpine “sgridano” i clienti quando essi vogliono portare, come ad es. verso la punta Gnifetti, ma non solo, piccozza e casco, perchè pensano che così il cliente abbia meno peso e cammini più in fretta; ma in questo modo non si favorisce certo il diffondersi di una cultura della sicurezza. L’ aspetto assurdo della questione è che poi le cordate delle nostre guide incrociano quelle svizzere, francesi, tedesche: loro sono tutti bardati, sempre, con caschi, goretex, piccozza e casco.

  7. Meglio abbondare che essere del tutto privi, quindi ramponi mini e veri intercambiabili ..e tutto il resto.Programmare .e allenarsi a portare peso, a secco, salendo ripetutamente rampe di scale con zaino carico. Garretti e polmoni e cuore van sempre bene testati ( anche dal medico sportivo).

  8. i consigi , classici e sempre uguali, fanno fatica a seguire la cronaca. Se una telefonata ti salva la vita, anche una lettura e poi un acquisto e addestramento sul campo possono farlo, pero’occorre tempo e applicazione.

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