AlpinismoAlta quota

Invernale al K2, la versione di Mingma G. Sherpa

Il primo errore è essere arrivati in ritardo al campo base del K2. Così inizia la disamina, in risposta alla accuse di Tomaz Rotar e John Snorri, di Mingma G. Sherpa circa la fallimentare spedizione alla seconda montagna della Terra.

Secondo errore: l’impreparazione. “Tutti noi quattro nepalesi avevamo fatto spedizioni invernali su degli 8000 in Nepal e ci sentivamo abbastanza esperti da poter provare il K2. Ma l’inverno sul K2 è completamente diverso da quello in Nepal: il nostro campo base era posizionato sulla neve, avevamo notti con meno -30° e ai campi superiori faceva ancora più freddo” racconta Mingma, aggiungendo delle difficoltà della vita in spedizione con le tende ghiacciate, gli abiti che non si asciugavano, il cibo congelato. “Avremmo dovuto prendere uno sherpa che aveva lavorato precedentemente in una spedizione invernale al K2 per essere più preparati. È stato un nostro errore” ammette il nepalese.

Lo sherpa riporta poi del lavoro fatto sulla via, che è stata attrezzata fino poco sotto campo 2 da John Snorri, Tomaz Rotar e gli altri sherpa; del freddo e del vento. Insomma, del K2 in inverno.

Più interessante, le motivazioni che hanno portato alla cancellazione della spedizione. Mingma racconta che la decisione di Gao Li di tornare a casa è stata dettata dalle notizie sul coronavirus, che hanno allarmato l’alpinista, il quale ha preferito lasciare il campo base dove non aveva connessione internet per rimanere aggiornato della situazione di amici e parenti. Circa invece la sua decisione di andarsene, dice di aver voluto curare una tosse che poi si è rivelata, in ospedale a Kathmandu, polmonite. Il nepalese riporta poi che anche Rotar ha deciso di rinunciare perché non voleva continuare con la squadra dimezzata.

Secondo i fatti riportati dal nepalese, sulla montagna a questo punto rimanevano solo Snorri, altri tre sherpa e la guida pakistana Sirbaz. Il 5 febbraio si è pertanto tornati in azione, ma uno sherpa è stato colpito dal crollo di un blocco di ghiaccio sotto campo 1, cadendo in un crepaccio. Ferito alle gambe è stato portato al campo base ed evacuato con l’elicottero assieme a tutto il team.

Il racconto però non combacia con quello fatto da Snorri e neppure da Rotar, sia per quanto riguarda le motivazioni, che le tempistiche e i protagonisti. Tanto che le polemiche tra i tre non stanno mancando e Mingma conclude il suo intervento dicendo che ci riproverà, tra tre anni, ma solo con la squadra nepalese.

Chiudiamo qui la cronaca di questa invernale. Quello che è certo è che il K2 si sarebbe meritato decisamente di meglio, ma del resto, se abbiamo imparato qualcosa in questi anni è che ogni spedizione invernale sugli 8000 è sempre circondata da uno strascico di polemiche. Pare sia parte del gioco.

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Un commento

  1. Il K2 se qualcuno ci riuscirà in inverno, per ora sarà solo Urubko con una squadra di polacchi coi contro fiocchi, altrochè Nigma e comparse varie

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