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K2, si torna a casa: chiusa la spedizione di Mingma G. Sherpa

Erano arrivati al campo base del K2 solamente lo scorso 22 gennaio, oggi l’annuncio della rinuncia. Si torna tutti a casa, quota massima raggiunta 6600 metri, poco prima del Camino Bill, il primo passaggio complicato della via dello Sperone degli Abruzzi.

E così termina la spedizione di Mingma G. Sherpa, che è già volato con l’elicottero insieme a John Snorri, Tomaz Rotar, Gao Li e uno dei tre sherpa a Skardu. Il resto del gruppo, due sherpa e la guida pakistana Sarbaz Khan rientreranno a piedi lungo il ghiacciaio del Baltoro.

Un epilogo previsto

Siamo sorpresi da questo epilogo? no. Qualche dubbio sul successo di questa spedizione invernale al K2 lo si era già sollevato guardando il curriculum alpinistico dei vari membri del team: diverse esperienze sugli 8000, ma impreparati a cosa si deve affrontare nell’aria sottile durante la stagione fredda. Tutt’altro affare rispetto all’estate.
E i dubbi erano diventati ancora più consistenti leggendo le dichiarazioni di Mingma G. Sherpa, che arrivato al campo base, alzato il naso verso lo spaventoso K2 sferzato da venti oltre i 100 km/h e con il freddo, quello vero, che congelava tutto si è lasciato sfuggire sui social: Il K2 in inverno non è come ce lo aspettavamo. Una frase che nella sua banalità trasuda la totale inconsapevolezza verso quello in cui si erano imbarcati. 

E dire che John Snorri e Tomaz Rotar hanno anche provato a salire, lavorando sulla via, quasi sempre soli, arrivando fino ai 6600 metri, avendo fissato solo C1. Ma il K2 in inverno non lo puoi salire da solo (a meno che tu non sia Denis Urubko). E così, l’alpinista islandese si è dovuto arrendere all’evidenza: “La vetta del K2 in inverno è uno sforzo formidabile che richiede che tutti i membri della squadra siano completamente preparati, mentalmente e fisicamente, per affrontare la sfida. Mingma G. e Gao Li hanno entrambi detto che non si sentivano preparati per fare il tentativo programmato per ragioni personali. In considerazione di questo, dopo molte riflessioni, abbiamo stato deciso che la spedizione è conclusa“.

Il K2 rimarrà inviolato per ora, la speranza è che Denis Urubko riesca a conquistare il Broad Peak venerdì e che possa allungare il suo zampino anche sull’ultimo 8000 inviolato in inverno.

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