Montagna.TV

Incidente ai Gasherbrum per Moro e Lunger. Evacuati a Skardu, spedizione terminata

Sono a Skardu Simone Moro e Tamara Lunger dopo essere stati evacuati ieri dal campo base di Gasherbrum da un elicottero che li ha portati in ospedale per accertamenti. Al momento in cui scriviamo, sono in Hotel. Una notizia che rassicura sulle condizioni di salute di entrambi.

Sabato l’incidente sul plateau sopra il ghiacciaio dei Gasherbrum, dove Simone Moro è precipitato in un crepaccio a causa di un crollo di un ponte di neve sotto i suoi piedi. La Lunger è rimasta ferita dalla corda con cui teneva l’alpinista bergamasco.

Il racconto viene affidato ai social dallo stesso Simone Moro: “Approcciando un crepaccio mi sono messo come sempre in posizione per assicurare Tamara che per prima lo ha attraversato e si è poi portata in zona di sicurezza, 20 metri oltre il crepaccio. 

Poi è venuto il mio turno e dopo una frazione di secondo, mi si è aperta una voragine sotto i piedi e sono precipitato. Tamara ha subìto uno strappo tanto violento che è letteralmente volata fino al bordo del crepaccio e io in caduta libera a testa in giù per 20 metri sbattendo schiena gambe e glutei sulle lame di ghiaccio sospese nel budello senza fine in cui continuavo a scendere. Largo non più di 50 cm, tutto buio. 

Sopra Tamara aveva la corda avvolta intorno alla mano e gliela stringeva come una morsa e le provocava dolori lancinanti e insensibilità. Io ero al buio e lei lentamente scivolava sul ciglio del crepaccio. Il tutto complicato dal fatto che lei aveva le racchette da neve ai piedi. Sono riuscito con una mano a mettere un primissimo precario ancoraggio e, pur sentendomi lentamente scendere verso l’abisso ho avuto la lucidità di prendere la vite da ghiaccio che avevo all’imbrago e fissarla nella parete liscia e dura del crepaccio. Quella vite ha fermato lo scivolamento mio e la probabile caduta nel crepaccio di Tamara. 

Da lì, senza entrare nei dettagli, ci siamo inventati il modo di uscire. Quasi due ore dopo. Contorsionismi e mille sforzi mi hanno permesso al buio e schiacciato tra due pareti larghe 50 cm e risalire in piolet traction tutto il crepaccio. 

Tremolante e con mille contusioni ho abbracciato Tamara che piangeva anche dal dolore alla mano. Mentre salivo era riuscita ad organizzare una bella sosta di recupero e ad assicurarmi mentre scalavo i 20 interminabili metri di ghiaccio liscio. Siamo scesi al campo base che, già allertato e rassicurato via radio”.

La spedizione, come conferma la manager di Simone Moro, è ufficialmente conclusa.

Exit mobile version