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Piemonte. Nella Grotta di Bossea si studiano i cambiamenti climatici

La Grotta di Bossea, una delle mete turistiche sotterranee più amate dai turisti in Piemonte e a livello nazionale, ospiterà un Centro di ricerche climatologiche per lo studio dei cambiamenti climatici.

L’affascinante sistema di anfratti di origine carsica, che si sviluppa all’interno della Riserva Naturale delle Grotte di Bossea, nel Comune di Frabosa Soprana (CN), rappresenta uno dei primi siti italiani sotterranei aperti ai turisti. Le sue profondità sono difatti visitabili dal lontano 1874.

Un mondo sotterraneo antico che guarda al futuro e all’innovazione, ospitando dal 1969 un Laboratorio carsologico sotterraneo, attualmente gestito dal Comitato Scientifico Centrale del CAI con la collaborazione del Politecnico di Torino. Il nuovo Centro di ricerche sul clima, dedicato a Giovanni Badino, speleologo, esploratore e scienziato, deriva proprio dall’integrazione tra le attività già poste in essere all’interno del laboratorio sotterraneo e il nuovo PaleoLab del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino. Collaboreranno alle ricerche del Centro anche Arpa Piemonte e INRiM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica).

Un progetto che rappresenta dunque “un grosso progresso per la ricerca – come dichiarato dal direttore del Laboratorio carsologico sotterraneo di Bossea, Guido Peano – , che consentirà di ottenere informazioni molto dettagliate sulle variazioni climatiche e su come questi cambiamenti incidano su rocce e grotte”.

Le ricerche nel dettaglio

Il Centro di ricerca sotterraneo si occuperà del monitoraggio e studio della idrogeologia, metrologia e radioattività naturale della Grotta di Bossea. Alle strumentazioni già presenti nei laboratori attivi dal 1969, sono stati aggiunti nuovi strumenti di controllo, in particolare sensori per il rilevamento delle temperature del sistema roccia-acqua-aria. Altri mezzi di ricerca consentiranno di studiare le dinamiche atmosferiche all’interno della cavità.

In occasione della sua inaugurazione ufficiale, avvenuta lo scorso martedì 17 dicembre, il professor Bartolomeo Vigna del Politecnico di Torino ha tenuto a sottolineare come il Centro di ricerca rappresenti “una tappa importante del progetto ‘cambiamenti_climatici@polito’ avviato nel 2018 dal nostro Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture con i fondi dei Dipartimenti di Eccellenza del MIUR”.

Un progetto “finalizzato a rafforzare le attività di ricerca e di didattica nell’ambito delle soluzioni ingegneristiche per il monitoraggio, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, anche grazie alla realizzazione di un laboratorio multisito che, assieme al PaleoLab, comprende attività di monitoraggio su ghiacciaio, attività di ricerca su pareti e pavimentazioni verdi e un laboratorio mobile che consentirà il monitoraggio di diversi paramenti ambientali in condizioni diverse”.

Dalla geosfera alla superficie

“Le misure dei valori della temperatura roccia-acqua-aria in una cavità non sono condizionate direttamente dall’effetto della radiazione solare e dalle notevoli oscillazioni termometriche stagionali ed annuali – ha spiegato il professor Vigna -. Per tali motivi è possibile apprezzare, con misure estremamente precise, il comportamento degli ammassi rocciosi in seguito all’incremento delle temperature dell’aria in superficie. Le misure che possono essere effettuate in una cavità consentono quindi di raccogliere informazioni molto dettagliate di cosa avviene all’interno della geosfera in rapporto ai cambiamenti che si verificano in superficie.

La collaborazione con ARPA Piemonte e con INRiM è di fondamentale importanza per queste ricerche vista la notevole esperienza dei due istituti nazionali nel campo dei rilevamenti in sottosuolo, in particolare del permafrost, e delle misure termometriche”.

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