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I nomi dei luoghi ci raccontano dove vivevano lupi e orsi

Che i nomi dei luoghi racchiudano elementi di storia è cosa a tutti nota. La nostra penisola è uno scrigno di borghi dai nomi parlanti, la cui etimologia richiama spesso elementi naturalistici. Perché non studiare allora i toponimi per comprendere dove un tempo vivevano orsi e lupi?

Questa la domanda alla base di uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Trento, i cui risultati sono stati di recente pubblicati sulla rivista Nature Conservation. Una ricerca che ha interessato il territorio trentino ma non solo, estendendosi a tutta la Penisola.

I toponimi raccontano storie e sentimenti

“I toponimi raccontano la distribuzione passata di orso e lupo in Italia con grande accuratezza – ha spiegato la dottoressa Clara Tattoni, alla guida del team di ricerca, a National Geographic Magazine Italiama anche i sentimenti che le persone provavano nei loro confronti e che non sono tanto diverse da ora, come ammirazione e paura. In mezzo ai vari “Monte lupo” ci sono per esempio anche Cagalupo, Mazzalorsa e Scaccialupo. Quando i carnivori hanno iniziato a sparire alla fine del 1800, i toponimi sono rimasti lì a testimoniare questa antica presenza”.

Da dove le è arrivata l’ispirazione? “Dalle letture del biologo e storico Jared Diamond che grazie ai suoi studi nel campo linguistico ha dimostrato come, partendo dai toponimi, si possano ricostruire gli spostamenti di intere popolazioni – ha raccontato al quotidiano Dolomiti.itcosì ho provato a vedere quanti erano i toponimi sparsi per la penisola legati alla fauna dei grandi carnivori”.

Una ricerca crociata tra nomi e mappe

I ricercatori hanno cercato di sovrapporre i toponimi legati a orso e lupo – come ad esempio Morlupo, Cantalupo, Lupara, valle dell’Orso, Orsara –  con le mappe di distribuzione storica dei due carnivori.

Studi simili sono stati condotti in precedenza in Regno Unito e USA. In Italia si tratta del primo caso. L’innovazione apportata dal team italiano è rappresentata dall’utilizzo di un nuovo tool: la geostatistica, branca della statistica che si occupa dell’analisi di dati geografici.

Dall’incrocio tra tutti i dati disponibili è risultato evidente che le aree a maggiore frequenza di nomi che rimandano alle due specie, corrispondano geograficamente a quelle che possono essere definite roccaforti, luoghi in cui lupi e orsi hanno resistito più a lungo.

L’ipotesi del team è in sintesi che “maggiore è il numero dei toponimi, tanto più frequente la presenza della specie nel passato”. Una teoria che trova perfetta corrispondenza con quelli che sono i dati relativi alla distribuzione del lupo negli anni Cinquanta, periodo in cui a seguito della Seconda Guerra Mondiale la popolazione aveva raggiunto i minimi storici. Gli ultimi esemplari si ritrovavano soltanto sugli Appennini, proprio in quelle zone dove ritroviamo oggi la maggior frequenza di toponimi legati alla specie.

Per quanto concerne gli orsi, praticamente quasi scomparsi già a inizio del secolo scorso, gli esemplari residui si ritrovavano sulle Alpi Orientali e nei territori dell’attuale PNALM, terra da sempre dell’orso marsicano. Anche in questo caso la correlazione con il numero di toponimi torna.

La ricerca dei toponimi

I ricercatori non si sono certo messi con penna alla mano a cercare i singoli nomi di luoghi su una cartina dell’Italia ma hanno sfruttato la mappa del geoportale nazionale. Un limite che è toccato capire come superare è stato quello legato all’utilizzo di versioni dialettali del termine orso e lupo, spesso presenti nei nomi dei borghi. La dottoressa Tattoni ha in questo caso utilizzato il dizionario online dei dialetti italiani.

Lo studio in cifre

In termini numerici risulta evidente come i toponimi italiani legati al lupo siano più numerosi di quelli ispirati dagli orsi (1555 contro 644). In termini geografici, le località che parlano di lupi sono spesso borghi arroccati sulle montagne, talvolta dotati di ponti e castelli. Sono invece legate all’orso non solo aree abitate ma anche valli, monti e fiumi.

Amore o odio? Dai dati emerge chiaramente che nel passato gli italiani non amassero le due specie. Le località con nomi a connotazione negativa vanno per la maggiore. Per i lupi solo 7 località sul totale presentano elementi positivi, come per esempio Bacialupo. Molto più frequenti sono i casi in cui i nomi ricordano uccisioni e morte della bestia (es. Scannalupi o Cecalupo). Quasi tutti i toponimi sono al maschile, solo una piccola percentuale al femminile.

Gli Italiani dimenticano in fretta

I risultati dello studio, a detta della team leader, mostrano quanto noi italiani siamo bravi a dimenticare in fretta il passato e guardare ai paesaggi odierni come ambienti immutabili.

“Tante volte si perde la memoria dell’ambiente che ci circonda, di ciò che è stato. Questo spesso si traduce in ostilità soprattutto verso i grandi carnivori, ma ricordare i conflitti e le convivenze e quanto lupi e orsi siano stati parte integrante del nostro passato può essere utile anche ai giorni nostri per superare i problemi e cercare di trovare un equilibrio”.

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Un commento

  1. Se può interessare, nella nostra vallata non solo abbiamo numerose canzoni popolari che rimandano all’orso e al lupo (ta madvedawa o ta ukawa…. in Resiano) ma abbiamo.anche una ricca toponomastica che ricorda che nella valle di Resia, al confine tra Italia e Slovenia, questi animali erano presenti come la volpe o i caprioli che siamo.abituati a vedere ogni sera tornano a casa. Chiaramente avendo una lingua nostra, unica al mondo, il resiano, tocca ….tradurre !!!!
    Un abbraccio ragazzi!!

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