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In Abruzzo +35% di interventi di soccorso. “Le nostre montagne faticose e difficili”

È tempo di bilanci per i CNSAS regionali e da quello abruzzese emerge un dato: rispetto al 2018, gli interventi di soccorso effettuati sono aumentati del 35%.

In particolare, l’aumento è stato del 25% a luglio-agosto e del 10% a settembre-ottobre. Di questi il 50% riguardano cadute e malori, a seguire perdita di orientamento, incapacità a seguire percorsi e sentieri e altri motivi.

Il commento del presidente del Cai dell’Aquila

Una variazione importante, che ha portato Vincenzo Brancadoro, presidente del Cai dell’Aquila, a un’analisi sulla frequentazione della montagna abruzzese.

È evidente che l’aumentato flusso mordi e fuggi non corrisponde ad aumento della qualità delle presenze in montagna – ha dichiarato all’ANSA -. Paradossalmente aumentano i negozi di attrezzature, ma questo non va di pari passo con la conoscenza della difficoltà di andare in montagna. Le nostre montagne sono faticose, difficili e a volte lunghe, e bisogna dirlo chiaramente: richiedono preparazione”.

Una sottovalutazione delle montagne appenniniche considerate meno insidiose delle Alpi e poiché facilmente accessibili dal mare spesso frequentate da turisti che vogliono semplicemente rinfrescarsi dalla calura senza possedere una cultura dell’ambiente montano. Significativo è che ad essere soccorsi siano soprattutto turisti fuori  Regione e non abruzzesi. “Specie quelli delle aree interne hanno un retaggio, un timore reverenziale nei confronti della montagna assoluto. La conoscono bene”, dice Brancadoro, che conclude con un appello: “Non possiamo mettere i tornelli ai sentieri perché non è giusto. Ecco perché consigliamo di seguire i corsi Cai, perché è bene che gli utenti della montagna siano consapevoli”.

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