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Tarcisio Bellò porta a teatro l’Hindu Kush

Uno spettacolo teatrale su dieci anni di progetti in Pakistan

Venerdì 13 dicembre il Teatro Busnelli di Dueville (VI) ospiterà uno spettacolo dal titolo “Odissea Hindu Kush – Dieci anni…Avventura e sogno per il Cristina Castagna Center”, a cura di Tarcisio Bellò.

La locandina della serata teatrale

“Fa più male la perdita di Imtiaz delle fratture”, ci aveva detto durante la prima telefonata dopo l’incidente di cui è rimasto vittima lo scorso giugno durante la spedizione al Lions Melvin Jones Peak, in Hindu Kush. Una valanga ha investito il team composto, oltre a Bellò, dagli italiani Luca Morellato, David Bergamin e Tino Toldo, due studentesse pakistane della Karakoram International University, Nadeema e Shakeela, e il portatore Imtiaz Ahmmad.

Imtiaz non è sopravvissuto all’incidente e il suo corpo è stato recuperato nei giorni successivi da due squadre di alpinisti pakistani.

Introiti della serata alla famiglia di Imtiaz e al Climbing Center Cristina Castagna

Prima ancora di rientrare in Italia, Bellò aveva espresso il suo proposito di fare qualcosa per aiutare economicamente la famiglia del portatore. E per portare a termine il proposito per cui era nata la spedizione, terminata troppo presto in Hindu Kush: finanziare il progetto “Climbing Center Cristina Castagna”. Un centro di arrampicata che rappresenterebbe un nuovo step di un lungo percorso umanitario iniziato dieci anni. Una vera e propria scuola di alpinismo nazionale pakistana con l’obiettivo di formare guide locali di montagna, e magari anche esperti di soccorso alpino.

Gli introiti della serata teatrale – aperta a tutti, con offerta libera di almeno 10 euro – saranno pertanto devoluti in parte ai quattro figli di Imtyaz Ahmmad e alla sua famiglia, in parte destinati alla costruzione del climbing center.

Dieci anni di impegno in Hindukush

Nel corso della serata verranno raccontati questi dieci anni di impegno di Tarcisio Bellò e degli alpinisti italiani che hanno voluto credere nei suoi progetti in Hindu Kush. Dodici le spedizioni condotte allo scopo ultimo di favorire lo sviluppo dell’economia della vallata. Un percorso temporaneamente arrestato dalla recente tragedia che li ha visti protagonisti.

“Abbiamo iniziato nel 2007 con i progetti di aiuto alla popolazione”, ci raccontava alla vigilia della partenza per il Lions Melvin Jones Peak. “Il primo intervento ha riguardato la realizzazione di un acquedotto lungo un chilometro in un villaggio nel Nord del Pakistan. Nei due anni successivi l’acqua è poi stata portata in tutte le abitazioni. La cosa importante, che tengo a sottolineare, di questi progetti sta nel fatto che sono attività d’intervento studiate con la gente del posto, volute dalla gente del posto. Non siamo mai andati con l’idea di imporre qualcosa ma sempre con l’idea di sviluppare un’idea condivisa con gli abitanti. Oltre all’acquedotto abbiamo poi realizzato un ponte in metallo e, soprattutto, abbiamo avviato il centro alpinistico dedicato a Cristina Castagna nel villaggio di Gothulti, in Pakistan”.

Cristina Castagna è stata una promettente alpinista vicentina. Scomparsa prematuramente nel 2009, a soli 32 anni, a causa di una violenta caduta mentre era in fase di discesa dalla vetta del Broad peak.

Progetti avviati con la speranza di fornire una base per far rimanere in valle i giovani, creando nuove figure professionali. Come quelle delle guide alpine di alta quota, al momento non esistenti in Pakistan. Contrastare dunque lo spopolamento, perché “se si abbandona un luogo, il futuro di quelle terre è segnato per sempre”.

 

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