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Bandiera sull’Ama Dablam, il Nepal apre un’inchiesta

Il 13 novembre è comparsa sulla vetta dell’Ama Dablam, il Cervino dell’Himalaya, un’enorme bandiera del Kuwait di 150 kg per 100m x 30m.

A realizzare l’impresa, se così possiamo chiamarla, un gruppo di kuwaitiani guidati in vetta da Nirmal Purja. Uno speciale ringraziamento a Nirmal e al suo incredibile team – scrive Yousef Alshatti-. Voglio solo dire che nulla è impossibile. Molte persone mi avevano detto che non sarei riuscito e che non era possibile farcela perché fino ad ora non avevo mai visto una vetta e non avevo mai scalato in vita mia una montagna. L’ho fatto per il mio paese e la mia gente, perché credo in me stesso e ho dato tutto per ottenere ciò. Non aspettare che qualcuno ti sostenga, lavora sodo e credi in te stesso, in questo modo si è inarrestabili”.

Parole che sembrano uscite da un qualsiasi discorso sul self-empowerment di Nirmal Purja, che allo sfinimento ci ha ripetuto in questi mesi che Tutto nella vita è possibile se si ha un approccio determinato e una mentalità positiva.

Bei concetti e ci fa piacere che continui a portarli avanti anche dopo aver finito il suo Project Possibile. Ad essere onesti, avremmo però preferito che fossero stati di ispirazione a una sfida alpinistica di ben altro genere e non un’aberrazione come quella avvenuta sull’Ama Dablam. Una nuova occasione persa per Nirmal, peccato.

L’operazione non ha però sollevato l’indignazione solo della comunità alpinistica, che ha interpretato il gesto come un atto deturpante per la montagna, ma anche del Governo del Nepal, che ha deciso di intraprendere un’indagine a riguardo. Mira Acharya, sottosegretario del Dipartimento del Turismo ha dichiarato al Nepali Times: “Stiamo indagando sulla questione. Non avevano il permesso di portare una bandiera così grande. Se hanno infranto le regole come sembra, prenderemo provvedimenti”.

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