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Un’enorme bandiera in vetta all’Ama Dablam. “Solo Nirmal ce la poteva fare!”

Nella giornata di ieri una enorme bandiera ha fatto la sua comparsa sulla vetta dell’Ama Dablam (6.812 m). Il Nepali Times, vedendo un tricolore  rosso, bianco e verde, ha concluso si trattasse di una spedizione italiana, responsabile o, secondo i punti di vista dell’etica di ciascuno, colpevole di un simile gesto plateale.

Un record, tocca dirlo. E chi c’era negli scorsi giorni in vetta all’Ama Dablam? Il re indiscusso dei record alpinistici degli ultimi tempi, Nirmal Purja. Il nepalese non ne ha ancora parlato, ma, come era successo in merito alla sua presenza al campo base del Nanga per una svista di Sergi Mingote, stavolta il legame tra la super bandiera e Nirmal viene svelato dal filmmaker Elia Saikaly.

L’operazione KFLAG

“Operazione KFLAG in piena azione”, si legge in un post del 12 novembre. “Partiremo in meno di un’ora con la speranza di arrivare in vetta al mattino del 13 novembre. Ora viene la parte folle… C’è una bandiera di dimensioni 100 m x 30 m che pesa 150 kg, pronta ad essere portata in vetta dove verrà dispiegata temporaneamente. Ci pensate, una bandiera 100×30 a quota 6.812 m. Assurdo, ma sta succedendo. Ho guardato in silenzio questi ragazzi del Kuwait impegnare cuore e animo in questo progetto. Sarà in cima e sarà un oltraggio. Ma bisogna avere rispetto della passione e dell’orgoglio nazionale”.

Quattro giovani alpinisti del Kuwait, una bandiera enorme e Nirmal. Se c’è un giovane che può portare a termine una simile operazione è di certo Nirmal Purjaed è lui che sta guidando gli sforzi, definendo la strategia, portando avanti il piano e preparandosi non solo a portare in vetta come guida due team commerciali ma anche per questa folle impresa”, scrive Saikaly.

Qual è la strategia? “La bandiera consta di 6 pezzi, 25 kg per zaino e al momento è al C2”. Al momento della pubblicazione del post, Elia era in attesa di scoprire se l’operazione sarebbe riuscita, ma le foto circolate ieri ne sono la prova. E già fioccano le polemiche. Polemiche che inizialmente sono state rivolte al presunto team italiano, poi a quello del Kuwait e ora, per certo, avranno come obiettivo anche Nims. Ma in fondo a lui, come ci ha dichiarato settimana scorsa, le critiche poco importano: “Ci sarà sempre chi criticherà, ma finché a farlo sarà qualcuno che sta seduto dietro a una scrivania la cosa mi tange molto poco”.

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