Montagna.TV

La catastrofe per i ghiacciai non sono i crolli. Il SGL contro la comunicazione antiscientifica

Ritiro e distacco di blocchi dal fronte di un ghiacciaio sono due concetti che generano spesso confusione. Nei documentari che circolano in televisione e online sul cambiamento climatico e i suoi effetti sui ghiacciai, immagini che documentino fragorosi crolli di masse glaciali, generalmente in mare, non mancano mai. Eppure, come chiarito negli scorsi giorni dal Servizio Glaciologico Lombardo (SGL), “la perdita di massa attraverso il distacco di blocchi dalla fronte, sovente non ha alcuna attinenza con il ritiro dei ghiacciai, ma rappresenta il loro naturale comportamento”.

Il motivo di una simile scelta comunicativa, a detta degli esperti del SGL, deriva dal fatto che “un crollo è sinonimo di catastrofe, quando la vera catastrofe per i ghiacciai è un processo talmente lento e silenzioso da essere invisibile all’occhio umano. Si chiama semplicemente FUSIONE, ovvero il passaggio di stato da solido a liquido dell’acqua, processo costantemente accelerato dall’aumento delle temperature”.

In sintesi una scelta dovuta al fatto che ci risulta difficile comprendere un fenomeno qualora non lo si riesca ad apprezzare ad occhio nudo.

Un filmato per chiarire la realtà dei fatti

Per chiarire cosa stia succedendo di catastrofico ai ghiacciai, senza andare a scomodare le masse antartiche, il SGL ha diffuso “un filmato che, forse per la prima volta, mostra in modo molto chiaro ed evidente cosa significhi perdere 6.45 m di spessore di ghiaccio in una sola estate, l’altezza di una casa a due piani”.

Un timelapse, sviluppato nell’ambito del monitoraggio del ghiacciaio di Fellaria-Palù condotto da SGL con il supporto del progetto Interreg Italia Svizzera “BI-ICE” (Bernina ice), che racconta l’arretramento della fronte orientale di uno dei più estesi ghiacciai delle Alpi meridionali nel corso dell’estate 2019.

“La fotocamera installata il 16 giugno ha ripreso l’evoluzione della fronte scattando oltre 13.000 immagini, una ogni 15’, fino al 17 ottobre. Dal filmato è evidente come il ghiacciaio perda spessore principalmente fra la fine di giugno ed il mese di luglio, quando alle giornate lunghissime si sono sommate temperature estremamente elevate, inclusa l’avvezione eccezionale di fine giugno”, si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook del Servizio Glaciologico Lombardo.

“La terza estate più calda nelle Alpi centrali da metà ottocento ha avuto una pausa significativa con la nevicata dell’8-9 settembre, unico momento di blocco temporaneo della fusione, poi ripresa a ritmi fisiologicamente più ridotti fino a metà ottobre (al momento non è comunque ancora conclusa). La fronte è a contatto con il Lago di Fellaria e questo peggiora ulteriormente le cose visto che l’acqua tende a scalzare la base della falesia di ghiaccio producendo frequenti piccoli crolli che formano i pittoreschi iceberg”.

Una spiegazione chiara e concisa, che cerca di opporsi a quella che viene definita una “divulgazione scientifica sui cambiamenti climatici inquinata da una comunicazione anti-scientifica di basso livello”.

“La nostra speranza – conclude il SGL – è che questo filmato possa essere un utile mezzo per far comprendere ad un pubblico che va oltre i soliti appassionati, quanto rapidamente stia cambiando l’ambiente dell’alta montagna a causa del cambiamento climatico antropogenico”.

Exit mobile version