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Veglie funebri sui ghiacciai alpini per i Fridays For Future

Il 22 settembre la Svizzera ha celebrato un funerale insolito, a un ghiacciaio defunto. Centinaia di persone si sono recate sul ghiacciaio Pizol, in concomitanza con il Forum sul clima di New York, che ha visto tra i protagonisti la giovane attivista svedese Greta Thunberg.

Meglio sarebbe dire “sui resti del ghiacciaio”, che si estendeva a una quota di 2.700 m sul monte Pizol (2.844 m). La vetta più elevata delle Alpi giaronesi, sul versante elvetico nordorientale, non lontano dal confine con l’Austria e il Lichtenstein.

Una idea che prende spunto dal funerale del ghiacciaio islandese Okjokull, dichiarato “morto” dagli scienziati dal 2014, quando le sue dimensioni si sono ridotte a meno di 1 chilometro quadrato di estensione.

Al pari dell’Okjokull, il Pizol “ha perso così tanto ghiaccio che, da un punto di vista scientifico, non è più un ghiacciaio”, come ha spiegato a France 24 Alessandra Digiacomi, attivista dell’Associazione svizzera per la tutela del clima, promotrice dell’iniziativa.

Funerale del ghiacciaio Okjokull in Islanda

Nel mese di agosto a Borgarfjörður, nella zona occidentale dell’Islanda in cui a inizio Novecento si estendeva per oltre 16 chilometri quadrati il ghiacciaio Okjokull, è stata apposta una lapide in sua memoria.

Si tratta del “primo ghiacciaio islandese ad aver perso il suo status di ghiacciaio”, come si legge sulla targa commemorativa.  Un epitaffio destinato alle future generazioni, realizzato dai ricercatori della Rice University di Houston in collaborazione con lo scrittore islandese Andri Snær Magnason e dal geologo islandese Oddur Sigurðsson.

“Questo monumento serve a riconoscere che sappiamo cosa sta succedendo e che cosa deve essere fatto. Solo voi sapete se l’abbiamo fatto”

L’arretramento della fronte del ghiacciaio è iniziato lo scorso secolo. Nel 1978 i 16 chilometri quadrati iniziali si erano già ridotti a 3. Nel 2012 erano diventati 0,7. Nel 2014, quando le sue dimensioni si sono ridotte a meno di 1 chilometro quadrato di estensione per 15 metri di spessore, il glaciologo Oddur Sigurðsson lo ha dichiarato “morto”. Dal 2014 anche il termine Okjökull è andato in disuso. Jökull in islandese significa infatti ghiacciaio. Non essendoci più un ghiacciaio lo Okjökull è ora chiamato semplicemente Ok.

La lapide in sua memoria è nata come messaggio per smuovere le coscienze degli abitanti presenti piuttosto che futuri dell’Islanda. Ok è difatti il primo ghiacciaio dell’isola a scomparire. In un Paese che ne accoglie oltre 400, tutti destinati a scomparire, secondo le previsioni attuali, entro il 2200.

Una iniziativa particolare quella del funerale del ghiacciaio, che ha oltrepassato i confini islandesi con risonanza in tutto il mondo, arrivando fin sull’arco alpino.

“Requiem per un ghiacciaio”

Il 27,28 e 29 settembre 2019 altri ghiacciai alpini saranno protagonisti di malinconiche veglie funebri.

L’iniziativa, dal titolo “Requiem per un ghiacciaio”, è promossa da Legambiente, in collaborazione con le associazioni Dislivelli e Cinemambiente, nell’ambito dello sciopero globale per il clima dei Fridays For Future.

La speranza dei promotori è di richiamare l’attenzione della collettività sul fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai causato dall’inarrestabile innalzamento termico.

Gli appuntamenti

La lista completa degli appuntamenti in quota, in fase di aggiornamento, è disponibile sul sito di Legambiente.

27 settembre

28 settembre

29 settembre

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