Alta quota

Nirmal Purja lascia il Manaslu, la burocrazia cinese lo fa correre al Cho Oyu

Nirmal Purja, alle prese con l’ultima fase del suo “project possible”, ha abbandonato in fretta e furia il Manaslu, dove era arrivato la settimana scorsa, per correre al Cho Oyu.

Al momento il nepalese è già a campo 1 e ha intenzione di chiudere la partita con il primo degli 8000 cinesi il più presto possibile. Questo perché, secondo quanto riporta Stefan Nestler, il governo cinese ha imposto che le spedizioni al Cho Oyu debbano chiudersi entro il 1° ottobre, festa nazionale per la Cina che potrebbe portare tensioni nella zona tibetana. E dato il meteo difficile al Manaslu che sta allungando i tempi, Nirmal ha deciso di abbandonare baracca e burattini e di saltare sul primo elicottero per Kathmandu, dove ha preso un aereo in direzione Lhasa.

Il discorso più complicato per lo Shisha Pagma, che dovrebbe rimanere del tutto chiuso nella stagione autunnale. Nirmal però non si sta arrendendo e sta portando avanti, supportato dal governo nepalese, una intensa attività diplomatica per ottenere un permesso speciale di scalata che gli consenta di chiudere la partita con i 14 Ottomila. Speriamo riesca nel suo intento, sarebbe un peccato che il progetto fallisse per ragioni burocratiche.

Articoli correlati

7 Commenti

  1. La copertura mediatica che Purja sta ottenendo, anche da parte di Montagna.TV, è davvero eccessiva. Che un alpinista possa spostarsi per l’ Asia con elicotteri e assistenze varie riduce fortemente la caratura della sua impresa, a mio parere. Non comprendo il fine ultimo dell’ impresa: cosa dimostrerà al termine? Che si possono scalare 14 ottomila di fila (con l’ elicottero e l’ ossigeno), bene. E poi?

    1. Credo che un’impresa del genere – anche se fatta con ossigeno, sherpa, elicotteri, un camper al campo base e quant’altro – resta pur sempre un’impresa che non è alla portata di tutti. Tanto “risalto mediatico” non l’ho poi notato onestamente. Ossigeno e aiuti o meno quello che fa Nirmal è un’impresa!

  2. Sta semplicemente provando a fare un record mostruoso. Con gli elicotteri e con l’ossigeno. Avanti il prossimo e magari senza ossigeno anche se per fare un record di velocità difficilmente si potrà fare a meno di delle ali. Perché è proprio l’ossigeno che dà tanto fastidio? Praticamente tutte le prime sono state fatte NON in stile alpino e con le bombole e non ho letto mai tanto sdegno per l’ossigeno. Quella di Nims è una prima tanto quanto. Così difficile da capire e comprenderne l’importanza?

    che tutti sto articoli sul Project possibile poi io non li ho letti. Invece mi sono letto una dozzina di pezzi su Urubko e la sua honey Moon (chapeaux certo, però è un pelo troppo simile alla normale per definirsi come incredibile “via Nuova” a mio insignificante avviso) di cui alla fine non si è scritto proprio nulla e si è visto ancora meno. Però era senza ossigeno (e in solitaria, ri-chapeaux).

  3. che Villlnoss ci illumini sui record degni della (sua?) attenzione. vogliamo riparlare dei 14 ottomila che forse non sono ancora mai stati saliti effettivamente? quando vuole…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close